21 Settembre Milano, una giornata che vede in città tante iniziative su temi che si incrociano: contro le guerre, per il boicottaggio delle aziende che finanziano Israele (campagna BDS), per il cessate il fuoco in Palestina. In fondo parlano la stessa lingua: il potere si sta accentrando sempre più nelle mani di pochi, le guerre sono un classico “sfogo” del capitalismo, manipolare l’informazione e creare una cittadinanza ignorante e sottomessa è indispensabile.
Così il CLN (un nome, a dir la verità, piuttosto altisonante: Comitato di liberazione nazionale) che per diversi mesi ha manifestato quotidianamente sotto la sede Rai di Corso Sempione, ha organizzato una marcia per la città toccando vari luoghi simbolici della disinformazione.
Partiti alle 10 dalla sede di Repubblica si è camminato in fila indiana fino alla “sede storica” del Corriere (via Solferino) per poi concludersi davanti alla Rai.
Una via crucis accompagnata da tanti interventi lungo il percorso con tappe anche in piazza Oberdan e a Moscova, in una città dove ogni tre per due si vedono lunghissime file di giovani e meno giovani in attesa di partecipare a qualche evento della Fashion Week (anche la vecchia “settimana della moda” non si dice più…).
La Rai è di tutti e tutte, è un servizio pubblico che paghiamo, eppure questa come altri organi di informazione pubblici o privati hanno in alto poteri che sono altrove.
Il potere economico su tutto.
E così la necessità di denunciare tutto ciò, di ripartire dal basso, pur tra mille fatiche.
Una lotta impari, come quella di quattro coraggiose e animate donne peruviane che sono intervenute per ricordare il disastro che si sta compiendo in Amazzonia.
Una soddisfazione però c’è: alcuni cartelli in questi ultimi tempi sono “invecchiati” ma vengono ancora portati in piazza: FREE JULIAN ASSANGE.
A ricordare che si può vincere.
Certo più si è, e più si è uniti, meglio è: procediamo lungo questa strada, coraggio.