Milano, piazza San Babila, 31 agosto, 48esimo sabato in piazza con la comunità palestinese. Sabato prossimo ci sarà il 49esimo: ci si avvia alla cifra tonda di 50 e, soprattutto, all’anniversario di un anno. La comunità palestinese è stata la spina dorsale di questi presidi, che non si sono fermati neanche durante l’estate, e non era facile farcela a Milano in agosto.

Spesso i “nostri” presidi sono di questo tipo: si inizia ben dopo l’orario di convocazione, si finisce anche prima, qualche foto e chi si è visto si è visto… Per la Palestina no: i presidi iniziano in piazza San Babila (prima in piazza Cairoli) alle 17 e alle 19, se ci si allontana, si sentono ancora risuonare musiche e slogan. La rabbia è tanta: è latente, ma costante. Il dolore cresce e la possibilità di poter un giorno “dimenticare” svanisce. Quella di perdonare si allontana sempre di più.

La sera prima dell’ultimo presidio si è svolto un affollatissimo incontro al centro sociale Vittoria (che sulla questione palestinese è tornato protagonista). Presenti due ospiti eccezioniali che hanno riempito sale anche in altre città d’Italia: Ismail e Halima Abusalama. I loro racconti antichi e recenti hanno inchiodato una sala stipata e quasi soffocata dal gran caldo. Lei, infermiera militante, ha seguito sul campo i diversi e ciclici periodi di bombardamenti su Gaza, lui si è fatto 18 anni nelle galere israeliane, 33 giorni di sciopero della fame in galera, e infinite lotte.

Sabato, allontanandomi in bici intornoal le 19, risaivo corso Europa e ancora sentivo voci e slogan, passando sotto quello che ricordo essere stato a lungo il consolato israeliano. Non ho visto le camionette che erano solite stazionare lì, presumo che il consolato non si trovi più lì. A volte si ritirano…

 

Foto di Andrea De Lotto e Luciano Muhlbauer