L’Associazione Sbarre di Zucchero ha organizzato domenica 22 Settembre una marcia da Castel Sant’Angelo a Piazza San Pietro, per combattere l’idea che il carcere debba essere vendetta sociale.
Una vendetta che in troppi casi porta alla depressione, alla disperazione e perfino al suicidio e quindi alla vera e propria condanna a morte del detenuto.
Si vuole al contrario affermare la funzione rieducativa della pena, come sancito nella nostra Costituzione e la necessità quindi di privilegiare misure alternative al carcere che aprano ad un percorso di nuova vita e ad un futuro di dignità.
Con questa marcia i partecipanti chiedono con urgenza alla politica:
• Misura deflattive efficaci, amnistia e indulto, che incidano sul sovraffollamento
• Approvazione e attuazione immediata della proposta Giachetti sulla liberazione anticipata
• Piano straordinario per l’accesso alle misure alternative e il sostegno ai percorsi di reinserimento sociale della popolazione detenuta
• Assunzione tempestiva del personale civile necessario
• Invertire la rotta che oggi ci porta sempre più “dallo stato sociale allo stato penale”, attraverso la creazione di sempre nuovi reati, in particolare per i reati correlati alla povertà, al dissenso sociale, alle condotte dei minori, delle persone che usano droghe e dell’immigrazione.
Alla marcia hanno partecipato una ottantina di persone, ex detenuti che hanno conosciuto la disumanità del carcere, famigliari di detenuti e militanti dei diritti umani.
Primo tra tutti il novantaseienne Otello Angeli, ex segretario nazionale della CGIL Spettacolo con una vita intera spesa per affermare i diritti dei lavoratori e dei cittadini, che, avendone riconosciuta l’importanza, non è voluto mancare all’appuntamento.
In piazza San Pietro durante l’Angelus il papa ha salutato i partecipanti alla marcia con parole di affetto e di incoraggiamento:
“Saluto i partecipanti alla marcia sulla sensibilizzazione delle condizioni di vita dei detenuti. Dobbiamo lavorare perché i detenuti siano in condizioni di dignità. Ognuno può sbagliare, ma essere detenuto é per riprendere una vita onesta dopo.”