In occasione della giornata internazionale per l’aborto sicuro si è svolto ieri pomeriggio, presso l’ospedale ginecologico S.Anna di Torino, un presidio a cui hanno partecipato diverse centinaia di persone.
Hanno aderito all’appello di Non Una di Meno Piemonte: Cgil Torino, Collettivi studenteschi e universitari, Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure, Consultoria Transfemminista FAM, C.S.O.A. Gabrio, CUB Torino, Rete +194 voci.
Diverse le richieste delle/dei manifestanti, a cominciare dalla possibilità di accedere all’aborto sicuro.
Questo appuntamento nasce dall’esigenza di mobilitarsi contro le politiche regionali che sposano obiettivi antiabortisti e lesivi della libertà di scelta. Tra queste, la recente apertura della “stanza dell’ascolto”, spazio dedicato all’attività di organizzazioni antiabortiste all’interno della struttura sanitaria pubblica Sant’Anna di Torino, rappresenta un’inaccettabile deriva anti-scelta che necessita di urgente denuncia pubblica e di un cambio di rotta immediato da parte della Direzione dell’ospedale e della Regione, per la tutela del diritto all’aborto libero, alla salute riproduttiva e all’informazione.
Il presidio sarà anche occasione di protesta contro il Fondo Vita Nascente che utilizza fondi pubblici in modo inappropriato, dimostrando quanto la Regione preferisca campagne di marketing tra i propri gruppi di consenso a risposte concrete per la crisi della sanità pubblica regionale, sottofinanziata e messa in discussione da lunghissime liste d’attesa, e a risposte universali per la genitorialità, quali il rafforzamento degli asili nido e politiche per il diritto al reddito e alla casa.
Infine, si ricorderà che, tra i tanti ostacoli, l’assenza di somministrazione di RU486 nei consultori pubblici e fuori da procedure ospedalizzate (come delineato sia dalle linee guida del Ministero della Salute che dalle Linee Guida OMS del 2023) impedisce l’accesso all’aborto soprattutto per chi proviene da altre province o ha alle spalle situazioni socio-economiche difficili, come dimostrano le tante richieste di accompagnamento e supporto all’IVG ricevute dalle reti solidali.[1]
Forti e frontali le critiche all’Assessore Regionale Marrone, accusato di essere troppo allineato su posizioni antiabortiste e di aver fatto entrare in ospedale le associazioni pro-vita a spese della Regione; come se non bastasse, la tanto pubblicizzata Stanza dell’ascolto è risultata, ad un controllo sul campo il 16 settembre scorso, difficilmente raggiungibile e non operativa.
Verso la fine, uno striscione rosa con scritto “S.Anna Occupato” è stato calato da una finestra dell’ultimo piano; una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta del direttore sanitario dell’ospedale.
[1] Fuori gli antiabortisti dall’ospedale Sant’Anna di Torino! Chiudiamo la “stanza dell’ascolto”