Riceviamo e pubblichiamo dall’agenzia stampa Interris.it

L’inclusione dei cittadini di nazionalità straniera residenti in Italia costituisce un aspetto di primaria importanza per la realizzazione dei principi di democrazia e uguaglianza sanciti dalle nostre leggi.

Tutto ciò si sta realizzando anche grazie all’opera di diverse realtà del Terzo Settore le quali, con grande impegno, cercano di abbattere le barriere linguistiche e culturali che ostacolano il processo di integrazione in corso.

ISCOS Lombardia, acronimo di Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo, è l’organismo di solidarietà internazionale promosso dalla Cisl Lombardia il quale, sia in Italia che all’estero, attraverso diverse progettualità, si adopera per promuovere condizioni di sviluppo, lavoro e crescita delle diverse comunità.

Uno dei progetti sviluppati negli ultimi anni è “Passaparola” che, con diverse azioni, favorisce la scolarizzazione linguistica degli stranieri residenti in Italia.
Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione, ha intervistato Marta Valota, direttrice di Iscos Lombardia.

Valota, come nasce e che obiettivi ha il progetto “Passaparola”?

“Il progetto ‘Passaparola’ nasce nel periodo della pandemia da Covid-19, più precisamente nel 2020, con lo scopo di aiutare l’inclusione delle donne, in particolare quelle della comunità pakistana che, in Lombardia, conta circa 40 mila persone per tutto ciò che concerneva la gestione della didattica a distanza dei loro figli.

Esse, di fatto, si sono scontrate con le barriere linguistiche e di carattere gestionale concernenti le piattaforme informatiche dedicate alla ‘D.A.D’.
Quindi, attraverso una sinergia con diverse associazioni, mediante le quali, già dal 2008, svolgiamo attività di cooperazione sociale in Pakistan e in Italia, abbiamo attivato dei corsi online ed abbiamo poi vinto un bando per il Terzo Settore con dei fondi di Regione Lombardia.”

Come si sono svolte le attività previste?

“Sono stati messi in campo cinque corsi di lingua italiana online a cui abbiamo abbinato dei video contenenti le indicazioni per muoversi sulle principali piattaforme digitali utilizzate per le lezioni a distanza, sia in urdu che in italiano.
In particolare, lo scorso 21 settembre, abbiamo festeggiato con la comunità pakistana la chiusura del progetto ‘Passaparola’ che nell’anno in corso ha goduto del finanziamento dell’U.B.I.
Inoltre, tale progettualità, ha previsto, nella città di Gallarate, corsi di italiano A1 A2 e B1 sia on-line che in presenza hanno beneficiato 100 donne e, oltre a ciò, è stato previsto un corso di urdu per ragazzi di seconda terza generazione nati in Italia per fare in modo non perdessero le proprie tradizioni e patrimonio linguistico.”

In che modo, le attività promosse dal progetto, hanno favorito l’inclusione della comunità pakistana?

“In questi anni, ho potuto vedere di persona i risultati raggiunti e l’evoluzione personale delle beneficiarie dei nostri progetti.
Le donne coinvolte, molto spesso, nei loro Paesi d’origine, sono laureate e hanno titoli di studio elevati ma, quando sono qui, hanno difficoltà a partecipare alla vita delle comunità per via delle barriere linguistiche.
Negli anni quindi, dopo che, le stesse, nel 2020, hanno conseguito il livello di capacità linguistica A1 ad oggi, dopo molti miglioramenti, hanno ottenuto anche la certificazione B1, necessaria per richiedere i permessi di soggiorno e le richieste di cittadinanza italiana.

L’accrescimento delle competenze è fondamentale per la piena partecipazione alla vita delle comunità. In che modo, le azioni proposte, stanno favorendo questa finalità?

“Abbiamo riscontrato che c’è stato uno stimolo verso l’accrescimento delle competenze.
A tutt’oggi, alcune delle donne coinvolte nel progetto, si stanno affacciando a delle opportunità di lavoro e, le tre studentesse che hanno ottenuto i risultati migliori nel nostro corso parteciperanno ai corsi di scuola guida per ottenere la patente al fine poter raggiungere così i centri abitati più grandi dove ci sono maggiori opportunità di impiego.
Quindi, attraverso un monitoraggio e una costante risposta ai bisogni dei beneficiari del progetto, stiamo vedendo la loro crescita finalizzata al raggiungimento di nuovi obiettivi personali, i quali vanno a beneficio dell’intera comunità.”

Quali sono i tuoi auspici per il futuro per l’ulteriore sviluppo di questa attività?

“Poter dare risposte a un numero sempre maggiore di donne di diverse nazionalità e continuare con nuovi corsi, di livello sempre più avanzato, con l’obiettivo di favorire la loro inclusione.
Siamo un ente no profit il quale, ha come tema fondamentale la promozione del lavoro dignitoso affinché, attraverso quest’ultimo, si possano vedere sempre più donne che riescono a realizzarsi anche dal punto di vista professionale, al fine di raggiungere la propria indipendenza economica e dare il proprio contributo alla comunità.
L’incontro tra culture diverse è una ricchezza, bisogna solamente superare lo scoglio linguistico, sociale e culturale iniziale per poter scoprire e valorizzare le attitudini di ognuno.”