(Riceviamo e pubblichiamo dal blog della giornalista ed ex parlamentare Giancarla Codrignani)
Il gen. Carlo Jean è stato uno dei miei tormenti quando stavo in Commissione Difesa: militare militarista, reazionario, lo leggevo per studio d’ambiente.
Oggi è un altro tormento: ci vado d’accordo.
I fatti bellici attuali sono quelli che sono e fanno rabbia e pena: essere andati a cercare le guerre non è stato molto intelligente: anche i produttori di armi non faranno ulteriori profitti se l’economia va in default.
Se ci arriva anche un generale un po’ fanatico è questione di intelligenza.
Ok. E’ suo il commento sul fronte russo/ucraino
“Per la Russia, una vittoria in Ucraina non è esistenziale come sarebbe una sconfitta per l’Ucraina.
Un insuccesso non metterebbe in pericolo la Federazione, ma solo il regime di Putin.
La paventata possibilità di frammentazione dello Stato russo mi sembra improbabile.
Certamente, la Russia ancora oggi vuole tornare a essere una grande potenza, protagonista di un ordine mondiale post-americano.
La maggioranza dell’opinione pubblica sostiene Putin e vuole la vittoria sull’Ucraina.
Ma si tratta di un’illusione.
Anche il successo più completo dell’“operazione militare speciale” e l’annessione dell’Ucraina alla Russia, non potranno ridare a Mosca lo status di grande potenza globale.
Rimarrà un “petro-Stato”, beninteso con un arsenale nucleare enorme, ma politicamente e commercialmente sempre più irrilevante, anche perché la dissuasione strategica – basata sulla Mad – esistente nella guerra fredda rimane sempre in funzione.
Ha un’economia troppo piccola ed è tecnologicamente arretrata, eccetto in taluni settori quali quelli spaziale e elettronucleare.
Rischia di divenire una colonia cinese. Oggi lo è già economicamente.
La Russia è importante per la Cina non solo per le risorse naturali – che Pechino potrebbe però reperire altrove – ma forse ancor più per la sua potenza nucleare, che equilibra almeno indirettamente la superiorità Usa di first strike.
Tale importanza sta però attenuandosi con il rapido sviluppo delle capacità nucleari di Pechino.
Mosca ha visto diminuire in Ucraina la credibilità delle sue FF.AA. e della sua intelligence.
L’ultimo colpo al riguardo l’ha ricevuto con la “beffa” dell’attacco ucraino a Kursk.
Sarebbe interessante conoscere che cosa si siano detti Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale di Biden, e il suo omologo cinese durante il loro recente incontro a Pechino.
A parer mio, si sono fatti grasse risate”.