Ivrea, Manifestazione per la pace e il disarmo contro tutte le guerre, per politiche di pace e giustizia.
21 settembre 2024 – Giornata Internazionale della Pace.


Dopo il corteo che ha percorso le vie del centro di Ivrea, Pierangelo Monti ha aperto gli interventi in Piazza Ferruccio Nazionale.

“Oggi Giornata Internazionale della Pace vogliamo, dobbiamo, ribadire il desiderio di pace e il ripudio della guerra. Ma non dobbiamo limitarci a un augurio generico di pace.
Secondo noi, che a Ivrea da 135 settimane ogni sabato manifestiamo per la pace e il disarmo, contro le guerre e le ingiustizie, è necessaria la condanna di ogni uso della violenza e la solidarietà con tutte le vittime innocenti e con tutti coloro che obiettano e si rifiutano di partecipare alle guerre.
Le guerre di cui diremo, quella in Russia – Ucraina e quella in Medio Oriente, continuano senza tregua, anzi peggiorano e accrescono lo sconforto, la tristezza e il senso di impotenza.
Ma dobbiamo reagire, unendoci come facciamo qui nel contrastare la follia bellicista, nel rifiutare la logica dell’inevitabilità della guerra, nel voler “restare umani” e nel sostegno della cultura di pace, con la speranza nelle giovani generazioni. I primi mali da sconfiggere sono l’indifferenza, l’ignoranza e la passività.
Il crescendo dei conflitti armati, delle morti e delle distruzioni, insieme al collegato aumento delle spese militari, sta a dimostrare che la via militare violenta che mira alla sconfitta dei nemici non risolve i problemi, ma al contrario porta nel vortice della follia bellicista senza speranza di pace, né in Palestina e Israele, né in Ucraina e Russia, con il rischio reale di finire in una guerra più estesa in Medio Oriente e in una guerra mondiale tra i paesi Nato e la Russia con tanto di armi atomiche.
Siamo nella “Settimana di azione globale contro le spese per le armi nucleari” promossa dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN – Premio Nobel 2017).
E’ incredibile come nel mondo anche l’anno scorso siano stati sperperati 91 miliardi per mantenere gli arsenali atomici.
I governi che non aderiscono al Trattato per la messa al bando delle armi atomiche continuano a credere nella deterrenza di queste armi; credono che riarmando il proprio stato si fa paura al nemico e lo si scoraggia dal muovere guerra.
Però questo lo pensano sia gli uni che gli altri.
Perciò questa deterrenza non funziona. Invece noi crediamo che la guerra si allontana se anziché minacciare, si dialoga, si tende la mano, si cerca una soluzione nonviolenta delle contese, se si riducono le occasioni di scontro e si coopera, se si favoriscono le amicizie tra genti di nazioni e culture diverse.
Così si deve costruire la pace, con costi economici molto inferiori a quelli che si spendono per i sistemi militari.
Le guerre e i sistemi militari contribuiscono a causare il cambiamento climatico, con tutte le penose conseguenze di catastrofi ambientali che accadono nel mondo e anche in Italia con sempre maggiore ricorrenza.
Che le guerre distruggano l’ambiente e abbiano dei costi economici pazzeschi è chiaro a tutti, ma non tutti sono consapevoli dei danni all’ecologia e all’economia globale provocati dai complessi militari-industriali.
Si consideri che gli eserciti del mondo sono responsabili del 5,5% delle emissioni globali di gas serra.
Come migliorerebbe il mondo se gli uomini anziché operare negli eserciti e nelle fabbriche d’armi lavorassero per migliorare l’ambiente, per prevenire le tragedie ambientali, per la salute, per le abitazioni antisismiche, per elevare il tenore di vita dei poveri della terra, per l’amicizia tra i popoli.
Si fanno armi sofisticate, missili supersonici, cacciabombardieri invisibili ai radar, sistemi di controllo ai quali non sfugge niente, ma non si riesce a debellare il cancro e altre malattie per le quali sarebbero necessarie ricerche scientifiche.
Stanziano sempre più soldi per le forze armate, ma non riescono ad assicurare le visite in ospedale.
Celebrare la giornata della pace comporta una conversione totale.
Il sogno di un mondo migliore, più umano e pacifico, è dunque collegato alla nonviolenza, al disarmo, alla smilitarizzazione.
Chiediamo ancora una volta con forza un immediato e definitivo cessate il fuoco in tutte le aree di guerra: in Ucraina e in Russia, a Gaza, in Cisgiordania e al confine tra Israele e Libano.
Chiediamo che si intraprendano davvero iter diplomatici tra le parti, chiediamo che l’Europa la smetta con l’ipocrisia e si assuma la responsabilità e il ruolo di continente che fu premiato nel 2012 col Nobel per la pace.
E’ vergognosa la sua politica nei riguardi dei conflitti internazionali: evanescente e appiattita sulle posizioni statunitensi, senza proprie iniziative diplomatiche che favoriscano il dialogo tra le parti in conflitto.
Così l’Italia e le nazioni europee giudicano con pesi e misure differenti ciò che fa la Russia e ciò che fa l’Ucraina, ciò che compie Israele e ciò che fanno le forze antiisraeliane.
A Israele viene concesso e perdonato ciò che a nessun altro stato viene concesso: se un qualsiasi altro Stato facesse quello che fa Israele, che occupa la Palestina contro il diritto internazionale, porta attacchi omicidi in Siria, in Iran e in Libano, sarebbe definito come uno stato canaglia; invece gli stati occidentali continuano ad intrattenere rapporti amichevoli con Israele.
L’ONU viene sempre più privato di prestigio e di autorevolezza, il diritto internazionale rinnegato.
Non vengono prese sul serio le risoluzioni dell’ONU e i pronunciamenti della Corte internazionale di giustizia per il rispetto del diritto umanitario e del diritto all’autodeterminazione del popolo Palestinese; che ha diritto, come tutti gli altri, ad avere un proprio stato.”