Vengono sempre più alla luce le gravi incongruenze del progetto della Cittadella dello Sport al Meisino, dovute alla superficialità dei politici e dei tecnici che l’hanno concepito, ma anche, purtroppo, dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese che ne ha sottovalutato l’impatto ambientale.

Aver sorvolato sulla presenza di specie protette a rischio di estinzione può avere anche conseguenze penali. Oggi su un giornale torinese noto per la sua vicinanza al Comune, leggiamo della parziale sospensione dei lavori per la presenza di una colonia di ricci, come se si trattasse di un imprevisto qualsiasi, segnalato da un “attivista” che per caso è anche un veterinario! Il riccio europeo è specie animale protetta a rischio di estinzione (non l’unica di tali specie presente nel parco) e la sua uccisione configura reato ex art. 544 ter del Codice Penale.

Il veterinario dott. Massimo Vacchetta, titolare del Centro Recupero Ricci “La Ninna” a Novello, rinomata clinica specializzata nella cura del riccio europeo, il 12 settembre ha inviato all’Assessore Tresso, al Verde e alla Tutela degli Animali  e alla responsabile unica del procedimento per il progetto (Arch. Maria Vitetta), una lettera in cui chiede di fermare i lavori relativi al progetto della Cittadella dello Sport. Chiede inoltre l’apertura di un tavolo di confronto per salvare gli animali selvatici che vivono nella ZPS e che comprendono diverse specie protette tra cui i ricci.

Tale lettera va intesa come diffida, in quanto il dott. Vacchetta ha segnalato due ipotesi di reato connesse al maltrattamento e all’uccisione della fauna selvatica (anche ex 727 bis del Codice Penale), con l’aggravante che si sta danneggiando una zona protetta. La presenza di ricci e di altre specie protette avrebbe dovuto essere oggetto di attenta disamina, nella Zona a Protezione Speciale e in tutto il parco del Meisino (gli animali non conoscono i confini tracciati dall’uomo sulle sue mappe). Una valutazione accurata avrebbe portato sicuramente alla bocciatura del progetto, in quest’area delicatissima.

Il 16 settembre, l’Assessore Tresso ha confermato verbalmente ad alcuni aderenti del nostro Comitato che il Comune ha disposto la parziale sospensione dei lavori, che proseguono tuttavia all’interno e nel cortile dell’ex galoppatoio. In quell’area purtroppo è stata già rimossa la vegetazione, con movimento di ruspe e di camion, così come avvenuto lungo due lati della ZPS; per creare una superflua strada parallela a quella esistente e per posare le recinzioni. Attendiamo quindi da parte del Comune conferma scritta della sospensione dei lavori e della sua durata, nonché dell’apertura del tavolo di confronto richiesto dal dott. Vacchetta.

Sottolineiamo che per tutelare i ricci e la fauna selvatica la sospensione dei lavori dev’essere totale ossia riguardare sia tutta la ZPS sia la zona contigua in cui il progetto prevederebbe l’installazione della passerella e delle attrezzature sportive. Evidenziamo l’unitarietà della protesta e dei suoi obiettivi. Poiché la partecipazione pubblica è stata negata, stiamo ricorrendo a tutte le forme di contestazione legittime per impedire la realizzazione di un progetto che svela che la politica, al di là della propaganda e dei piani di resilienza, a oggi è ancora impegnata a far prevalere ragioni economiche sulla salvaguardia dell’ambiente, della salute umana e della stessa sopravvivenza della vita.

La nostra contrarietà, come quella del dott. Vacchetta e di altri esperti, non riguarda lo sport praticato nei parchi, ma la realizzazione di questo progetto in questo parco, con spreco di 11,5 milioni di euro a debito che si sarebbero potuti utilizzare per ristrutturare veri impianti sportivi.

Si spaccia per educazione ambientale il portare i bambini a passeggiare intorno e addirittura sopra le zone umide (con nuovi sentieri e installazione di griglie) e l’insegnare loro a sparare con carabine laser! La nostra opposizione continuerà finché il progetto non sarà abbandonato.

Salviamo Il Meisino Torino

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