Il parlamento europeo dice sì alla risoluzione che rinnova il sostegno militare all’Ucraina. La novità è la revoca delle restrizioni sull’uso delle armi in territorio russo. Il cd diritto all’autodifesa, secondo gli eurodeputati, deve essere esercitato senza limiti.
Ricordiamo che a luglio, “novelli Diogene” in cerca di oppositori alla guerra, i disarmisti esigenti sono stati gli unici attivisti di base in tutta Europa ad avere protestato davanti al palazzo del parlamento europeo a Strasburgo, durante la seduta inaugurale della decima legislatura dal 16 al 18 luglio. Non è un fatto notevole di per sé?
E ricordiamo a quanti protestano contro il decreto sulla “sicurezza della repressione” che il clima di guerra lo giustifica.
Perciò rivolgiamo un invito ironico: continuiamo pure a manifestare quando non serve; ed invece a votare i verdi autori della risoluzione che rischia di portarci allo scontro militare diretto NATO Russia. E, già che ci siamo, votiamo anche il PD che pure l’ha scritta con il PPE, Renew, ecr e appunto i Verdi.
Vale la pena di ricordare pure che buona parte del gruppo LEFT al PE è d’accordo per gli aiuti militari all’Ucraina.
Questo memento può risultare utile per i pacifisti “puri”, quelli che non devono mischiarsi nelle faccende istituzionali anche se decidono per gli apparati che muovono miliardi di euro e muovono milioni di pubblici impiegati e stipendiati.
(Poi, se vai a vedere, quelli che “la pace è un tema troppo grande per i partiti” spesso sono i primi a brigare per le liste e qualche volta a candidarsi con la medaglietta dell’associazione. O a fare appelli elettorali per questo o per quello.)
A proposito. Su questa questione delle armi a Kiev e sul come usarle pare che il governo Meloni sia più prudente e ragionevole del PD.
Anche se il nostro Paese è uno di quelli che ha fornito all’Ucraina gli Storm Shadow, missili con 300 km di gittata (siamo al nono pacchetto di aiuti militari e la lista degli armamenti forniti è secretata).