I risultati semestrali registrati dai primi 7 gruppi bancari del Paese (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Mps, Credem e Bp Sondrio) fanno emergere una dinamica di natura eccezionale: assistiamo di fatto al raddoppio, semestre 2024 vs. semestre 2022 e quindi nell’arco di 24 mesi, dei ricavi da interessi, margine lordo ed utili. Una dinamica mai registrata in maniera così imponente, trainata dall’effetto degli alti tassi di interesse e che ha consentito alle banche di conseguire una marginalità eccezionale. E’ quanto si legge nel Report dell’Ufficio Studi e Ricerche FISAC CGIL, dall’eloquente titolo: “Lascia o Raddoppia? Come o gruppi bancari hanno raddoppiato gli utili in meno di due anni”.

In particolare, i primi 7 gruppi bancari del Paese hanno visto un incremento dei ricavi da interessi di quasi l’11% tra il giugno 2023 e 2024, mentre confrontando il dato con il 2022 tale incremento risulta di ben il 74,6%. Le commissioni registrano una dinamica positiva e costante: +7,1% sem. su sem. e + 5% sul 2022. A fronte di un risultato finanziario (risultato della compravendita delle attività finanziarie detenute) poco influente e dimezzato rispetto al 2022, le attività assicurative hanno contribuito in maniera più rilevante ai risultati (+10% sul 2022; 960 mln). Già a questo livello del conto economico i proventi netti sono in aumento di più del 30% sul 2022 (35,8 mld contro 27,5 mld). “I ricavi lordi, si sottolinea nel Report, che tra il 2022 ed il 2023 risultavano brillantemente aumentati del 59%, proseguono anche per il 2024 la corsa con un +11,6% su base semestrale. Ma se le rettifiche su crediti (Deteriorati, UTP e sofferenze) data la qualità del credito in passato erano in grado di azzerare i ricavi, questo non si è verificato negli ultimi tre anni. Le rettifiche del campione si sono ridotte del 57,5% sul 2022 ed ancora del 8,2% anno su anno.”

Continua a crescere l’utile per addetto, stimato a fine 2024 sulla base dei dati del primi semestre al +105,7% rispetto al 2022. Nel contempo il dato del costo del personale per addetto annualizzato cresce del 6,8% in un anno e del 10,2% nel biennio. I gruppi bancari osservati hanno quindi raddoppiato gli utili lordi (+102,8% sul 2022; circa 20 mld) che si mantengono tali (+93,1%; circa 13 mld) dopo la tassazione. Di converso, continua quello che è stato definito il “deserto bancario”: nell’ultimo semestre le filiali si riducono di altre 50 unità, rispetto ad una riduzione media di 346 per semestre nei quattro semestri precedenti. E anche i dipendenti continuano a diminuire, seppur ad una intensità ridotta. “Per ciò che riguarda i dipendenti in Italia, si sottolinea nel Report, siamo forse più vicini ad una situazione di stabilizzazione degli organici, ma gli annunci sui tagli denotano che manca ancora una chiara prospettiva di rilancio occupazionale.”

E’ stato insomma un biennio d’oro per i primi sette gruppi bancari italiani, che hanno raddoppiato gli utili in meno di due anni grazie ad una congiuntura favorevole, nonché all’ampliarsi della forbice tra i tassi cui le banche prestano denaro a imprese e famiglie e il tasso cui remunerano i depositi, senza trascurare il fatto che, come ha evidenziato da uno studio di Unimpresa, il sistema bancario italiano gode di una pressione fiscale ”paradisiaca”. Un biennio che ha visto però anche una progressiva trasformazione in chiave digitale del nostro sistema bancario. Una trasformazione che continuerà nei prossimi anni e che incide profondamente sugli assetti organizzativi e sui livelli occupazionali e, di conseguenza, sui diritti e le tutele delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. “Questi numeri da record, osserva la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, generati da una congiuntura favorevole, devono indurre il settore a un investimento forte sul fronte dell’occupazione. Siamo nel pieno di una rivoluzione digitale che impatta sul mondo bancario ed è per questo importante mettere al centro la contrattazione come strumento di valore per garantire occupazione, diritti e tutele alle lavoratrici e ai lavoratori del settore. Serviranno investimenti importanti sulla formazione, per garantire percorsi di riqualificazione, e al tempo stesso nuova e buona occupazione”.

Anche quest’anno in vista della prossima finanziaria si torna a parlare di tassa sugli extraprofitti bancari. Ma forse, come ha scritto qualche tempo fa Francesco Bochicchio su www.sbilanciamoci.info, “bisognerebbe parlare di più – e intervenire – sulla finanza speculativa che è sempre più centrale nel funzionamento delle banche e mina l’altra funzione, quella di finanziare l’economia reale.”

Qui per scaricare il Report dell’Ufficio Studi e Ricerche FISAC CGIL