In tutta la Francia, diverse migliaia di persone hanno marciato all’appello delle organizzazioni giovanili e dei partiti del Nuovo Fronte Popolare per opporsi al colpo di stato di Emmanuel Macron e al nuovo governo Barnier_ 

“Mi fanno troppo male le gambe per camminare adesso”, ride a 68 anni, a due passi da Place de la Bastille. Ogni volta lo stesso rito: mi metto in testa al corteo, lo lascio avanzare e guardo passare la fila. Penso che sia bellissimo.” La sua placidità contrasta con gli slogan scanditi attorno a lui, da “Barnier vattene” a “Macron dimettiti”

Gli viene chiesto: “Non ti interessa più?» «Al contrario, me lo godo in silenzio», sorride. Tutto quello che accadeva lì, lo avevamo annunciato quando Macron vinse nel 2017 (anche allora con i voti della sinistra per sbarrare la strada a Le Pen).

Non per essere un vecchio pazzo, ma… Forse abbiamo avuto ragione troppo presto. Ma è così, la gente si sta svegliando: Macron è un monarca che va fermato.” Non è un caso che migliaia di persone siano scese in piazza, 3.200 a Parigi secondo la prefettura di polizia di Parigi, su invito delle organizzazioni giovanili e partiti del Nuovo Fronte Popolare. Il 21 settembre 1792, 232 anni fa, la Convenzione votò per acclamazione l’abolizione della monarchia. Viene quindi solennemente decretato l’anno I della Repubblica. “Stiamo aspettando più che mai un nuovo giorno”, grida Alice, 38 anni, la cui voce è mascherata dall’impianto audio. 

Per molti mesi tutta la sinistra ha subito gli attacchi dei macronisti, della destra e dell’estrema destra con la complicità di alcuni media. Tutti ci hanno accusato di essere estremisti perché abbiamo difeso Gaza o perché abbiamo denunciato la riforma delle pensioni. Ma oggi, di fronte all’affronto democratico rappresentato dalla nomina di questo governo delle destre e persino di Le Pen, nessuno può dire il contrario: la sinistra è l’ultimo baluardo repubblicano … Non dobbiamo arrenderci”. 

Arrivano con gli amici, Anissa, Joël e Brice, tutti e tre gli studenti del master in sociologia, sono sovraeccitati. Il primo, un adesivo rosso “Macron, impeachment” su tutta la manica destra, testimonia: “L’atteggiamento di disprezzo di Macron verso il risultato delle elezioni legislative non fa altro che motivarci, ancora e ancora, alla mobilitazione. Siamo lungi dall’arrenderci”. Brice continua: “D’altra parte non è così per tutti… Vedo molte persone che sono venute a votare per paura dell’estrema destra, anche se non lo facevano da molto tempo, dicevamo a noi stessi : “Beh, alla fine votare è inutile, ho fatto bene ad abbandonare la vita pubblica”.

Il gioco di Macron è pericoloso sotto molti aspetti per la democrazia. Da qui l’urgenza di dire basta!» Mathilde Hériaud, membro di Jeunes de Génération.s, è d’accordo con questa osservazione. E aggiunge: “Le elezioni sono state rubate, niente di più, niente di meno. Molti hanno votato per una maggiore giustizia sociale e ci viene servita una nuova dose di austerità. Non volevamo più Macron e ci siamo ritrovati con un Macron peggiore». Mentre risuona il coro “Siamo tutti antifascisti!” (in italiano) viene ripreso anche da tutti i manifestanti. 

Nella parte posteriore della vettura di testa parlano diverse personalità della sinistra. “Nonostante l’apatia che cercano di instillare, diciamo a Emmanuel Macron che non abbiamo dimenticato nulla, non abbiamo perdonato nulla”, dice Manes Nadel, presidente dell’Unione delle scuole superiori (USL), davanti a una folla che lo acclama. Questo governo è illegittimo, è stato sconfitto alle urne!”.

Mathilde Panot, capa del gruppo parlamentare Insoumis, afferra il microfono. Come altri prima di lei, elenca tutti i personaggi in procinto di entrare nel governo. Bruno Retailleau, Laurence Garnier, Patrick Hetzel, etc. “Impediamo all’estrema destra di dare origine al macrono-lepenismo”, proclama. È giunto il momento della censura popolare. In parlamento, con tutto il Nuovo Fronte Popolare, censureremo questo governo. Senza perdere di vista che c’è un altro inquilino da sloggiare: è all’Eliseo.” 

In mezzo alla folla, la portavoce degli ecologisti – Aminata Niakité – invita tutti i partecipanti che incontra a continuare a stare uniti. “L’unione sarà necessaria e perfino essenziale di fronte alla minaccia dell’estrema destra, la cui ideologia e il cui progetto – spiega – si stanno diffondendo oggi ben oltre i suoi circoli abituali. Dovremo resistere -incalza – prima di poter realizzare il nostro progetto: ambientalista, femminista, per veri servizi pubblici… Stringi i ranghi, preparati allo scontro tra modelli e al contrattacco”. Di fronte, la squadra di Michel Barnier.

traduzione di Turi Palidda
da humanite.fr