Prosegue la vertenza per il rinnovo contrattuale dei ferrovieri e per la democrazia sindacale con la proclamazione nei giorni 6 e 8 settembre della settima azione di scioperoL’agitazione, proclamata da USB Attività Ferroviarie insieme alle altre organizzazioni di base, sarà articolata su giorni ed orari differenti divisa fra circolazione treni e cargo (dalle ore 03 dell’8 settembre alle ore 02 del 9 settembre) ed impianti di manutenzione ed uffici (intere prestazioni ricadenti sul 6 settembre).

Questa settima azione di sciopero, nonostante le altissime adesioni a tutte le precedenti che hanno registrato medie intorno all’80% come anche ammesso da Trenitalia, RFI e dalla Commissioni di Garanzia sugli Scioperi, si rende necessaria per rivendicare ancora una volta la il diritto ad un degno rinnovo contrattuale basato sulla piattaforma discussa ed elaborata da migliaia di ferrovieri, in quanto sia il Ministero dei Trasporti che il Gruppo FSI si rifiutano di discutere con le rappresentanze dei lavoratori che stanno promuovendo la mobilitazione.

Le rivendicazioni dei ferrovieri sono chiare e semplici, diritto a migliori condizioni di vita e di lavoro che consistono in adeguati riconoscimenti professionali e salariali, salute e sicurezza, maggiori riposi tra una prestazione e l’altra, ma soprattutto una riduzione dell’orario di lavoro a 32 h settimanali per 4 giorni lavorativi ed il riconoscimento del lavoro usurante per tutti i ferrovieri dell’esercizio. Un lavoro, quello in ferrovia, che negli ultimi anni è divenuto sempre più insostenibile sul piano fisico e sociale anche in relazione all’innalzamento dell’età pensionabile.

In questa nuova giornata di mobilitazione vogliamo mettere al centro il tema della democrazia sindacale sui posti di lavoro. Nel Gruppo FSI le Rappresentanze dei lavoratori (RSU/RLS) sono decadute normativamente dal 2018 e da oltre 6 anni non vengono rinnovate nonostante gli accordi prevedano l’obbligo del rinnovo ogni 3 anni. Un vero e proprio scandalo ed un danno ai lavoratori che si vedono negato il diritto di scegliere i propri rappresentanti sindacali con conseguente arretramento delle condizioni di lavoro. Proprio la mancanza di democrazia lampante è rappresentata dal terribile accordo sulla manutenzione del 10 gennaio avallato senza alcuna consultazione dei lavoratori che anzi ne hanno contestato la firma.

In questo contesto di mobilitazione generale di tutti i ferrovieri si inserisce anche la specifica vertenza degli operai della manutenzione RFI in lotta da 8 mesi contro l’accordo del 10 gennaio la cui applicazione a partire dal 3 giugno, come denunciamo da mesi, sta dimostrando tutta la sua drammaticità ed inefficacia. Un accordo che ha imposto una riorganizzazione del modello della manutenzione che se da una parte sta incidendo in maniera peggiorativa sulla salute e sicurezza, sulla vita e dignità dei lavoratori, dall’altra sta evidenziando gli enormi limiti organizzativi ed operativi di RFI con continui guasti e disservizi alle linee ferroviarie che, con questa organizzazione del lavoro, non potranno che aumentare.

Una crisi organizzativa in corso già da anni e dovuta ad una cronica carenza di personale e figure professionali, di mezzi d’opera e soprattutto di esternalizzazione di attività lavorative a tutto vantaggio dell’impresa privati che fa enormi profitti con risorse pubbliche. Una crisi che sta diventano irreversibile ed irrecuperabile con l’applicazione del modello manutentivo previsto nell’accordo del 10 gennaio, che vede squadre di operai ridotte all’osso ( spesso anche di 2 o 3 persone) mancanze di profili di coordinamento fra quadri ed operai, incapacità organizzative dei responsabili e che di fatto sta rendendo quasi impossibile fare le manutenzioni ordinarie e che serve esclusivamente a garantire l’esecuzione dei grandi appalti legati al PNRR.

Proprio per ribadire la necessità della sicurezza sul lavoro e della democrazia sindacale i ferrovieri si ritroveranno in presidio venerdi 6 settembre dalle ore 10.30 sotto il Ministero del Lavoro in via Flavia 6, a cui è stata fatta formale richiesta di incontro, per presentare tutta la documentazione inerente i mancanti rinnovi delle Rappresentanze dei Lavoratori (RSU/RLS) decadute da 6 anni e delle diverse denunce presentate all’Ispettorato Nazionale del Lavoro ed alle sedi territoriali contro le arbitrarietà aziendali, in palese violazione delle normativi contrattuali e di legge, che si stanno imponendo ovunque.