Nel tentativo carico di speranza – e quindi mai disperato – di trovare un filo di luce nel mondo annebbiato dalle deflagrazioni di guerra e violenza e dalla convinzione ormai diffusa che il ricorso all’uso delle armi possa costituire una risposta legittima alla soluzione dei conflitti, vi sono almeno due echi che ci giungono come respiro di pace.

Il primo è la notizia che Indonesia, Sierra Leone e Isole Salomon hanno ratificato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw). Non è poca cosa perché con l’atto da loro confermato e convalidato, il numero degli Stati-parte sale a 73.

Il secondo respiro lo attingiamo al grido che Papa Francesco ha fatto giungere a Parigi ai partecipanti all’Incontro internazionale di preghiera per la pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con tanti rappresentanti di molte fedi diverse. “Abbiamo bisogno di pregare per la pace. Il rischio che i numerosi conflitti invece di cessare si allarghino pericolosamente è più che concreto. Faccio mio il vostro grido e quello dei tanti colpiti dalla guerra e lo rivolgo ai responsabili della politica: “Fermate la guerra! Fermate le guerre!” Stiamo già distruggendo il mondo! Fermiamoci finché siamo in tempo!”.