Bussoleno, 15 settembre 2024

Dopo i giorni di pioggia e vento, il cielo splende teneramente azzurro sui grandi alberi, sul giardino che esce dall’ombra, sulla strada silenziosa di questa domenica di primo autunno.

La giornata si annuncia speciale: davanti al cancello di casa mia stanno arrivando alla spicciolata attrici, attori e coro dello spettacolo teatrale che hanno deciso di recitare qui, proprio per me, per regalarmi qualche ora di evasione almeno metaforica dall’isolamento a cui mi costringono gli arresti domiciliari.

“Eppure mi piace sognare”: questo il titolo della rappresentazione dedicata agli ottant’anni di Leonard Peltier, attivista nativo americano originario del Nord Dakota, che da quarantotto anni sconta, rinchiuso in un penitenziario USA, l’amore e la fedeltà alla sua terra e al suo popolo.

Il testo è stato ricavato dal suo diario di prigione. É un confronto a tre: Leonard, il giudice e una terza voce femminile che legge frammenti dai miei “Fogli dal carcere”. Come un dialogo a distanza, in cui irrompe l’intrusione della “dura lex” a rivendicare il potere ineluttabile di tribunali e carceri.

Mi commuove il messaggio della voce fraterna che viene da lontano. Tra quella storia di una galera che dura ormai da mezzo secolo e la mia breve esperienza carceraria non c’è paragone, eppure sono le stesse le parole che dicono l’angosciosa precarietà della vita rinchiusa e, insieme, la fedeltà alla lotta contro l’oppressione, l’armonia con la Madre Terra, più forte di sbarre e catene, capace di portare luce e aria libera anche nel carcere più profondo.

La mattinata passa veloce e si conclude con i canti del Cor’okkio che narrano di amore e d’anarchia: ancora il coraggio di vivere e di lottare contro il sistema, il duro destino dei ribelli, l’infamia del potere.

Alle voci del coro si uniscono le voci degli spettatori: sulle ali della melodia ci sentiamo tutti gli schiavi insorti del “galeon fatale”… e intorno a noi si allarga l’orizzonte, perché “nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà, ed un pensiero ribelle in cor ci sta…”

Una giornata che mi porto in cuore e mi dà gioia, grazie a voi che l’avete voluta e realizzata.