Il Bangladesh, un Paese che lotta spesso contro le forze della natura, ha subito di recente una delle alluvioni più catastrofiche da vari decenni. Ci sono sempre più prove che incolpano le azioni della vicina India oltre agli eventi naturali. I distretti al confine orientale del Bangladesh hanno sperimentato alluvioni straordinarie a causa della recente apertura della diga di Dumbur, che si trova a monte del fiume Gumti nello stato di Tripura in India. Questo avvenimento ha riacceso tensioni di vecchia data tra i due Paesi poiché il Bangladesh ha accusato l’India di negligenza e sconsideratezza nella gestione delle risorse d’acqua condivise.

Stephen Dujarric, il portavoce del Segretario Generale dell’ONU, ha affermato che le forti piogge e i flussi provenienti dall’India hanno causato improvvise alluvioni in Bangladesh. Esse hanno inflitto una devastazione sconcertante e il totale dei morti è salito a 59. In undici distretti del Paese l’acqua ha intrappolato almeno 1,2 milioni di famiglie. Inoltre, le alluvioni hanno colpito direttamente circa sei milioni di persone a Feni, Comilla, Chittagong, Khagrachhari, Noakhali, Maulvibazar, Habiganj, Brahmanbaria, Sylhet, Lakshmipur, e Cox’s Bazar.

L’alluvione ha scatenato un risentimento anti-indiano

Il Bangladesh sta covando un forte risentimento contro l’India. Una delle principali ragioni è il sostegno inequivocabile dell’India a Sheikh Hasina, per mantenerla al potere a qualsiasi costo. Ma ci sono anche altre tensioni nei rapporti bilaterali e la condivisione delle acque di 54 fiumi comuni è di importanza primaria. Membri del governo ad interim del Bangladesh, studenti e altri ambienti hanno giustamente espresso il loro malcontento nei confronti dell’India per via della situazione in corso.

L’insoddisfazione del Bangladesh nasce innanzitutto dall’apertura della diga, che ha originato alluvioni devastanti nella nazione, senza notifica previa. Lo stato indiano di Tripura ha negato l’accusa che il rilascio delle acque della diga abbia causato le alluvioni in Bangladesh e sostiene che esse siano dovute alle forti piogge. Secondo alcuni esperti la posizione dell’India sembra veritiera; le precipitazioni eccessive sono in genere una causa delle alluvioni e queste piogge hanno scatenato alluvioni anche in India. Gli esperti ritengono però che l’inabilità dei meteorologi bengalesi di prevedere precipitazioni eccessive e la mancata comunicazione dell’apertura della diga indiana siano gravi sviste.

Nonostante queste considerazioni, la posizione a monte vantaggiosa per l’India, i benefici politici e di sicurezza derivati dai regimi precedenti, i profitti sbilanciati degli accordi attuali sulla condivisione dell’acqua, hanno spostato l’equilibrio in favore di questo Paese. Con la transizione politica in atto in Bangladesh, il risentimento anti-India è diventato molto evidente. Il Consigliere capo, professor Muhammad Yunus, ha proposto di sviluppare un sistema congiunto ad alto livello tra Bangladesh e India per gestire le situazioni di emergenza come le alluvioni. Ma la recente alluvione mette nuovamente al centro dell’attenzione i problemi principali del rapporto tra i due Paesi.

Le dispute sulla condivisione delle acque e il futuro

La condivisione delle acque del fiume Tista è quella più disputata tra India e Bangladesh. Quest’ultimo ha cercato invano una distribuzione equa delle acque del Tista tramite il trattato Gange del 1996 ma il progetto rimane irrisolto. I trent’anni previsti dall’Accordo di condivisione delle acque tra India e Bangladesh scadranno nel 2026. Considerando i cambiamenti politici in corso nel Paese, la situazione attuale delle alluvioni e le dinamiche mutevoli nei rapporti regionali e bilaterali, il governo ad interim del Bangladesh deve valutare misure alternative agli sforzi bilaterali.

Finora le disposizioni esistenti per la distribuzione dell’acqua e la gestione del fiume sembrano inefficaci oppure estremamente in favore dell’India. Il Bangladesh dovrebbe continuare nei suoi sforzi bilaterali ma non affidarsi solo ad essi. L’India ha sempre insistito a risolvere tutti i problemi in collaborazione ma ciò non è stato fruttuoso per il Bangladesh. La Commissione congiunta per il fiume e l’Accordo per la condivisione delle acque del Gange sono esempi lampanti.

La Commissione congiunta per il fiume non è riuscita a risolvere il problema della condivisione delle acque nei fiumi transfrontalieri. A questo fallimento hanno contribuito in modo rilevante l’inerzia politica dell’India e, allo stesso tempo, l’incompetenza tecnica, diplomatica e strategica del Bangladesh.

La politica estera del Bangladesh è molto liberale e ammirevole rispetto a politiche simili in altri Paesi del mondo. Tuttavia, ne dobbiamo reinquadrare l’applicazione per dare priorità agli interessi nazionali e regionali del Bangladesh rispetto alle considerazioni politiche. Ora che il governo ad interim si è insediato, c’è l’opportunità perfetta per reimpostare la politica estera.

Per di più, il Bangladesh deve cercare soluzioni interne e individuali ai problemi che si presentano. L’inefficacia o la riluttanza dell’India a condividere le acque ha portato il Bangladesh a considerare le proposte cinesi di costruire dighe e di dragare ampie porzioni del fiume Tista. Ma a causa dell’inaccessibilità e delle preoccupazioni dell’India, il Bangladesh aveva rifiutato tali proposte. Il governo precedente aveva agito per ragioni politiche. Il rapporto tra Bangladesh e Cina è profondo e basato su scambi economici estesi. Dato che ora la guida principale per le attività del governo ad interim non sono gli interessi politici ma quelli statali, il Bangladesh dovrebbe riconsiderare la proposta della Cina.

Ridefinire il rapporto del Bangladesh con l’India non è affatto lo scopo della discussione presentata qui. Il rapporto e il legame storico tra i due Paesi è innegabile e l’impatto sul futuro delle relazioni bilaterali è altrettanto importante. Comunque, il Bangladesh non può ignorare che la relazione geopolitica, geostrategica, geoeconomica, regionale e bilaterale esistente si concentra sull’India. Sono stati per lo più gli interessi politici a guidare la traiettoria di questo rapporto finora, ma il Bangladesh adesso deve mettere da parte tale prospettiva e liberarsi dal ciclo di relazioni bilaterali dominate dagli interessi statali. E poi l’India deve capire che il Bangladesh non aspetterà per sempre una soluzione ai problemi bilaterali ma cercherà alternative.

di Tanjim Ara Eijhum

Traduzione dall’inglese di Mariasole Cailotto. Revisione di Thomas Schmid.


L’autore: Tanjim Ara Eijhum è un editorialista freelance con una laurea magistrale in relazioni internazionali dall’Università di Dhaka.