Facendo esplodere dispositivi individuali, come cerca persone e walkie talkie in Libano e in Siria, un altro confine etico è stato violato. L’intelligenza artificiale diventa intelligenza micidiale, intelligenza criminale. Israele è lo Stato che più ha sviluppato tecnologie all’avanguardia per uso militare, anche con la collaborazione di università e di istituti di ricerca europei e italiani. Chiunque può avere in mano un oggetto che ha uno scopo di utilità, come un cerca persone o un ricetrasmettitore palmare. Far esplodere questi oggetti significa danneggiare, mutilare, uccidere, non solo i loro possessori, ma anche le persone accanto o in braccio, come i bambini più piccoli.
La tecnologia civile usata come arma di guerra significa che non ci sono più confini tra strumenti neutri e strumenti di offesa. Ormai la fantascienza è diventata realtà, la tecnologia è usata per offendere e uccidere indiscriminatamente gli esseri umani. Mi sarei aspettato un’indignazione generale tramite i mezzi d’informazione verso tali crimini; invece, si parla di “nuova fase della guerra” come se si stesse parlando di nuovo protocollo terapeutico da applicare per la cura di una persona ammalata.
Nella giornata di ieri, 18 settembre 2024, la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”. Il Ddl 1660 (chiamato Ddl Sicurezza) prevede l’inasprimento delle pene e la criminalizzazione del dissenso.
Alcune norme sembrano fatte per determinate categorie di persone: la “norma anti-Ultima Generazione”, o “anti-Gandhi” (art. 14), introduce sanzioni penali (non più amministrative) per il reato di blocco stradale o ferroviario e prevede il carcere fino a un mese o una multa di 300 euro se il reato è commesso da una sola persona, da sei mesi a due anni di reclusione se il fatto è compiuto da due o più persone; pene più severe per chi protesta in modo «minaccioso o violento» contro le grandi opere infrastrutturali, come il Ponte sullo Stretto o il TAV, o le installazione di pale eoliche nei territori.
Norme “anti-rom” (articoli 15 e 16) sono state definite da alcune associazioni che si occupano di diritti umani: la prima rimuove l’obbligo del rinvio della pena per le donne in stato di gravidanza, la seconda inasprisce la pena per chi pratica o induce a praticare l’accattonaggio. Nel mirino anche le manifestazioni nonviolente: “la resistenza passiva agli ordini impartiti” in un carcere o in un Cpr diventa reato. Anche l’azione di propaganda delle lotte è punibile come “terrorismo della parola”. Infine, si vieta perfino l’uso del cellulare agli immigrati senza permesso di soggiorno.
La repressione del dissenso ben si sposa con il clima bellicista, la propaganda di guerra che invade i mezzi di comunicazione di massa, come è stato ben evidenziato nel Convegno tenutosi questo pomeriggio a Cagliari su “DL 1660: Analisi e impatti della nuova proposta di legge sulla sicurezza”, organizzato da USB (Unione sindacale di base), COBAS Scuola Cagliari e Libertade.
L’introduzione della moderatrice Giulia Lai e le relazioni di Francesca Pubusa, Pino Cabras, Antonio Mazzeo hanno messo in risalto il pericolo strisciante di uno stato di polizia teso a reprimere chi vuole esprimere il dissenso in maniera nonviolenta. D’altra parte l’inasprimento di norme repressive è un dato comune in tutte le democrazie occidentali dopo gli eventi dell’11 Settembre 2001. Gli interventi dal pubblico si sono soffermati sulla necessità di resistere anche attraverso forme di disobbedienza civile, qualora venisse approvato definitivamente al Senato questo disegno di legge di stampo fascista.
Altra notizia di oggi è che il Parlamento Europeo ha approvato l’uso di armi dell’Unione Europea da parte dell’Ucraina in territorio russo. Il Parlamento di un’Europa che ha ricevuto il premio Nobel per la pace. Dallo sfacelo della seconda Guerra Mondiale nacque l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).
Nel Preambolo della Carta costitutiva viene dichiarato che il suo compito primario consiste nel «salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità» e, a tal fine, contribuire «a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale». Compito che, possiamo affermare senza paura di essere smentiti, l’ONU non è stato in grado di portare a termine.
Con questa decisione, il Parlamento Europeo legittimando lo stato di guerra contro la Russia, con la possibilità di una deflagrazione del conflitto regionale in conflitto mondiale, che può condurre il mondo intero nel baratro nucleare. “La perdita della ragione genera mostri”, soprattutto quando si antepone la forza delle armi al negoziato, alla diplomazia, al dialogo per il superamento dei conflitti. Solo una presa di coscienza delle persone e dei popoli può scongiurare questo pericolo. La nonviolenza attiva, l’obiezione alla guerra, il disarmo sono la via da perseguire per un futuro di pace.
Per questo motivo è importante partecipare attivamente alla Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza che partirà dal Costa Rica il 2 ottobre 2024 – anniversario della nascita di Gandhi e giornata internazionale della nonviolenza. Dopo aver attraversato i cinque Continenti (America Centrale e Settentrionale, Asia, Oceania, Europa, Africa) passando per l’America del Sud raggiungerà il Costa Rica il 5 gennaio 2025. Per un mondo senza guerre.