>  MERIDIOGLOCALNEWS  – RASSEGNA  SULLE SOGGETTIV₳ZIONI METICCE  <

 

Handala, una nave per Gaza. Incontro con gli attivisti dei ‘Catanesi Solidali con il Popolo Palestinese’: sottolineato il ruolo delle basi militari presenti nell’Isola, basi-NATO e basi-USA attive nelle operazioni militari dei conflitti in corso

La nave, che fa parte della ‘Flottiglia della Libertà’ contro il genocidio di Gaza, ha iniziato il suo viaggio a maggio a e ha già attraversato Svezia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Irlanda, Francia e Portogallo. Ora si trova in Italia, nel porto di Augusta. Due gli obiettivi fondamentali: sensibilizzare sul conflitto nelle città visitate durante il viaggio e portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza

La nave è ferma ad Augusta per risolvere alcuni problemi tecnici e conta di salpare verso Gaza entro un mese. Nel confronto è emersa con forza la paura, e l’indignazione, rispetto a un conflitto che assume con sempre maggiore evidenza le caratteristiche del genocidio e dell’allontanamento forzato della popolazione palestinese dagli ultimi territori autonomi. Non altrimenti, infatti, può essere letto quanto sta avvenendo in Cisgiordania. Come scrive l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia): “L’attacco alla Cisgiordania, condannato dall’ONU per violazione del diritto internazionale, è una unilaterale espansione della guerra da parte del governo israeliano che contribuisce a rendere sempre più esplosiva la polveriera del Medio Oriente e accresce ancor di più la tensione internazionale; ma rivela anche la volontà delle forze politiche israeliane più fanatiche di annettere progressivamente l’intera regione, già occupata dagli insediamenti, dichiarati illegali dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, di centinaia di migliaia di coloni israeliani”. Una lettura, quest’ultima, condivisa che sprona i presenti a moltiplicare le iniziative per l’immediato cessate il fuoco e per ottenere il diritto dei palestinesi a decidere del loro futuro. In particolare, è stato deciso di organizzare, poco prima della partenza di Handala, una manifestazione ad Augusta per aumentare la pressione dell’opinione pubblica e rendere possibile l’approdo a Gaza. I componenti di ‘Catanesi Solidali’ hanno, infine, fatto un quadro realistico di quanto avviene in Italia e in Sicilia, dove – a fronte di una maggioranza della popolazione che vuole le pace – il governo e le principali forze di opposizione (con l’eccezione di Alleanza Verdi Sinistra) contribuiscono alla prosecuzione del conflitto. In una logica che, purtroppo, vede l’Unione Europea incapace di svolgere un ruolo autonomo perché subordinata a USA e NATO.

da argocatania

 

Slittano ancora i centri per migranti in Albania. Tuttavia il nodo irrisolto rimane il trattenimento dei richiedenti asilo per le procedure accelerate di frontiera e – in particolare – la questione di legittimità giuridica sollevata sulla “detenzione amministrativa”  

È  stato il quarto rinvio quello annunciato dalla premier nel primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. Le strutture detentive d’oltre Adriatico sarebbero dovute entrare in funzione prima a giugno, poi ad agosto e infine a inizio settembre, ma evidentemente non hanno ancora una data.  Ma non sono logistiche le difficoltà più grandi a cui va incontro il progetto, sono giuridiche. La detenzione sistematica dei richiedenti asilo originari di «paesi sicuri» non è compatibile con le norme Ue. Lo hanno ricordato già due tribunali: lo scorso autunno Catania e in questi giorni Palermo

La questione al centro del dibattito è un’inedita forma di detenzione amministrativa che si somma, con caratteristiche proprie, all’arcipelago della reclusione senza reato dei cittadini stranieri. Ai vari hotspot e Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) è stata affiancata la struttura di trattenimento di Porto Empedocle. Potrebbe non rimanere l’unica: Luca Rondi su altreconomia ha rivelato un documento della Difesa dal quale emerge la messa a bilancio di ben 16 milioni di euro per due centri analoghi a quello agrigentino, ad Augusta e Trapani, da realizzare entro dicembre. Tale previsione fa pensare che il governo voglia trasformare la Sicilia in un grande campo di detenzione con due Cpr, quattro hotspot e tre centri di trattenimento. Nelle strutture di quest’ultimo tipo è riuscito a rinchiudere finora solo un ragazzo tunisino di 23 anni, dietro le sbarre di Porto Empedocle da giovedì scorso. È l’unico caso in cui i giudici di Palermo, in ragione del pericolo di fuga, hanno convalidato il trattenimento. In altri cinque hanno detto No. Ieri è arrivato il terzo round di decisioni. Quattro le richieste di convalida della detenzione disposta dal questore di Agrigento per altrettanti richiedenti asilo tunisini sbarcati a Lampedusa sabato 24. Con una particolarità: nonostante da quella data a ieri erano arrivate via mare 3.270 persone, tra le quali i tunisini oscillano tra diverse decine e alcune centinaia (non abbiamo la cifra esatta), tutte quelle tradotte a Porto Empedocle erano già state rimpatriate dall’Italia e tornando hanno violato il divieto di reingresso. Tale reato è punito con l’arresto e una pena da uno a quattro anni. Il pm però non ha chiesto la misura cautelare in carcere, ma solo la denuncia a piede libero. Invece della libertà è scattata la procedura accelerata d’asilo. Sarà una coincidenza, perché a pensar male verrebbe da dire che sono stati selezionati dei casi limite, potenzialmente eclatanti. I giudici specializzati di Palermo decideranno in base alla legge, ma se i trattenimenti fossero convalidati il governo avrebbe ragione di esultare, in caso contrario potrebbe attaccare la magistratura sostenendo che ha liberato soggetti che hanno commesso reati. Almeno uno di loro ha anche altri precedenti, per furto. Le tempistiche che riguardano il quartetto sono di dubbia compatibilità con la procedura di frontiera: dovrebbe partire entro 48 ore dallo sbarco ma sono trascorsi cinque giorni. Tre migranti sono difesi da avvocati di ufficio, il quarto ha nominato una legale di fiducia, Rosa Emanuela Lo Faro. «Con la convalida del trattenimento si creerebbe un paradosso giuridico: la detenzione amministrativa prevarrebbe su quella penale – afferma Lo Faro – Se il pm non ha chiesto di arrestarli significa che ha valutato che il reingresso non costituisce un fatto grave. Allora perché il mio assistito dovrebbe essere messo in detenzione amministrativa solo per aver chiesto asilo?»

 da ilmanifesto

 

Scuola, secondo il  monitoraggio ONF – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, anche quest’anno i prodotti scolastici subiranno notevoli aumenti: spese proibitive per le famiglie a cui si aggiungono i costi per pc e dispositivi 

Si calcola che per ogni ragazzo si spenderanno mediamente 647,00 euro per il corredo scolastico (+6,6% rispetto al 2023) e 591,44 euro per i libri (+18% rispetto al 2023)

Le vacanze estive degli italiani sono agli sgoccioli e, con il rientro dalle ferie (per chi se le è potute permettere), il primo pensiero delle famiglie va alla riapertura delle scuole. Molti genitori stanno approfittando delle città ancora poco affollate per portarsi avanti con l’acquisto del materiale necessario e dei libri di testo per affrontare l’anno scolastico. Anche quest’anno i prodotti dedicati alla scuola subiscono notevoli aumenti: dal monitoraggio effettuato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i costi del materiale scolastico registrano un rincaro medio del +6,6% rispetto al 2023. Complessivamente la spesa per il corredo scolastico (più i “ricambi”) ammonterà quest’anno a circa 647,00 euro per ciascun alunno. La voci più care si confermano quelle relative allo zaino, specialmente se si sceglie la versione trolley, per evitare di portare sulle spalle pesi eccessivi, oppure la versione hi-tech, con tanto di power bank integrato, per poter ricaricare i propri dispositivi. Quest’anno, inoltre, l’analisi dell’O.N.F. ha preso in considerazione non solo il costo dei prodotti presso la GDO e presso le cartolibrerie, ma anche online, dal momento che tale modalità di acquisto, ormai, è sempre più diffusa e consente, in molti casi, di risparmiare tempo e risorse. Mediamente, infatti, acquistando tali prodotti online si risparmia il 20% rispetto all’acquisto presso le cartolibrerie e il 2% rispetto all’acquisto presso la GDO. Qualunque sia la modalità di acquisto prescelta, quella per la scuola si conferma una voce di spesa estremamente onerosa per le famiglie: ecco perché molti ricorreranno al riutilizzo del materiale degli anni passati (zaini e astucci), allo scambio/regalo di prodotti anche attraverso gruppi online e sui social network, nonché ai testi scolastici usati.

da federconsumatori

 

L’altro workshop di Cernobbio, il ‘Forum di Sbilanciamoci!’ non demorde: negata la possibilità di organizzare manifestazioni (passeggiare in bicicletta non è concesso); di contro totale agibilità è stata data allo Studio Ambrosetti, le cui ricette economiche sono assai note

Il Forum di Sbilanciamoci! si terrà a Como e a Cernobbio dal 6 all’8 settembre: più di 30 relatori, 15 ore di seminari, gruppi di lavoro e tavole rotonde. Quindi non solo ci sarà, ma si farà sentire e vedere: «Obbedire alla Costituzione significa disobbedire a chi la vuole comprimere, come aveva affermato Giuseppe Dossetti, con altre parole, alla Costituente. Questa nostra terra è l’unica che abbiamo e dobbiamo difenderla in ogni modo, impedendo il collasso sociale e ambientale. Come avrebbe detto Aldo Capitini (di fronte al rischio atomico): “A ognuno di fare qualcosa”»

Le organizzazioni di Sbilanciamoci!, come ogni anno, si ritroveranno a Como e a Cernobbio negli stessi giorni in cui si tiene il workshop dello Studio Ambrosetti. Più di 30 relatori, 15 ore di seminari, gruppi di lavoro e tavole rotonde per approfondire i temi di un modello di sviluppo alternativo al neoliberismo: quello della transizione ecologica, di un’economia disarmata, di un welfare dei diritti, di nuovi modi di consumare di produrre, di un lavoro dignitoso. Allo Studio Ambrosetti le ricette sono ormai note: privatizzare di più, liberalizzare (cioè precarizzare) il mercato del lavoro, dare più spazio alla competizione e al mercato, ridurre gli uomini e le donne a merci. Per Sbilanciamoci! esattamente l’opposto: servono più politiche pubbliche, più diritti del lavoro, più cooperazione, più economia di giustizia, più sostenibilità. A Villa d’Este, sede del seminario dello Studio Ambrosetti, si dà appuntamento l’establishment italiano (e qualche appendice straniera): finanzieri e manager, imprenditori, ministri in carica, esponenti della Confindustria, banchieri, generali. Al forum di Sbilanciamoci! ci saranno attivisti sociali, pacifisti e ambientalisti, sacerdoti, sindacalisti e lavoratori e lavoratrici, quelli che combattono il caporalato, operatori umanitari nelle zone di guerra, volontari che aiutano i disabili. A Cernobbio, il Comune ci ha negato l’utilizzo della sala principale – concedendoci solo una saletta minuscola – cambiando il regolamento per la concessione delle sale dopo aver letto la nostra richiesta… A Cernobbio la Questura di Como – pur intercedendo per avere a Cernobbio una sala un po’ più grande, quella di un oratorio – ha negato ogni nostra richiesta: “No” ad una innocente biciclettata da Como a Cernobbio di 45 minuti; “No” ad una innocua passeggiata collettiva dall’imbarco del traghetto di Cernobbio alla sala dell’oratorio dove si svolgerà la sessione finale del forum; “No” ad una semplice presenza stanziale di poche decine di minuti in qualche luogo di Cernobbio…  Ma non demordiamo. Ecco perché, comunque, a Cernobbio ci saremo e ci faremo sentire e vedere

da sbilanciamoci
COMMENTI \ INCHIESTE \ REPORTI \ CONFLITTI \ ALTERMERIDIONALISMO