La Mostra Cinematografica di Venezia ha realizzato dal 2012, esperimento unico al mondo da parte di un festival, una “bottega d’arte”, chiamata Biennale College Cinema. Essa segue i talenti emergenti nel processo di realizzazione dei loro film, li proietta al Lido nei giorni di Mostra e il pubblico italiano ha l’opportunità di guardarli anche online nella “Sala Web”, la sala virtuale della manifestazione.

Si tratta di un laboratorio di alta formazione, ricerca e sperimentazione per lo sviluppo e la produzione di opere a micro-budget, aperto a registi e produttori emergenti di ogni continente, voluto dalla Biennale con il direttore Alberto Barbera e la responsabile del programma Savina Neirotti. Punto di riferimento in campo cinematografico, propone la sfida di opere a costi ridotti e in tempi brevi con un controllo totale sul ciclo di produzione. Il budget stanziato deve bastare a coprire tutte le spese e non sono ammessi co-finanziamenti.

Per documentare quest’esperienza in occasione del decennale, nel 2022, la Biennale di Venezia ha pubblicato “Dieci – Biennale College Cinema 2012–22”, un volume che raccoglie scritti di Roberto Cicutto, Paolo Baratta, Alberto Barbera, Savina Neirotti, Glenn Kenny, Stephanie Zacharek, Federica Polidoro, Michel Reilhac, Jane Williams, interviste agli autori dei film, dati e cifre di ciascuno dei progetti prodotti o sviluppati. In esso, nel saggio “La scommessa”, Alberto Barbera e Savina Neirotti scrivono come nel 2011 presero nota del fatto che mancava, nei progetti europei dedicati alla formazione di sceneggiatori, registi e produttori, un percorso che contemplasse non solo lo sviluppo di sceneggiature e le modalità di accesso al mercato, ma una vera e propria attività di produzione di opere prime e seconde.  Aggiungendo che la mancanza o scarsità di fondi pubblici spingeva molti autori a trovare soluzioni creative e che i progetti trasudavano originalità.

Come accaduto nel settore della Virtual Reality, oggi primo in assoluto tra i festival, salta agli occhi quanto i responsabili della Mostra e i loro collaboratori siano aperti alle ultime e più interessanti pratiche per lo sviluppo della creatività: durante la formazione alla Biennale College i tutor seguono il metodo maieutico. Metodo di cui ultimamente si è parlato molto, in occasione del centenario della nascita del nostro pluricandidato al Premio Nobel per la Pace Danilo Dolci, che partendo da basi socratiche, mise a punto una teoria per la quale venne edificata, senza fondi dello Stato, una scuola primaria – tuttora funzionante a Partinico (PA) – progettata all’inizio degli anni Settanta dagli architetti milanesi Giancarlo e Giovanna Polo.

Sottolineano Michel Reilhac e Jane Williams nel saggio Socrate a Venezia: “Biennale College Cinema è anche un avvicinamento all’approcio di Socrate all’insegnamento: la maieutica è il principio guida al centro dei programmi di Biennale College Cinema(…) un metodo per inspirare nuove idee nell’altro, un metodo per far emergere nuove idee attraverso il ragionamento e il dialogo(…). Un insegnante/ tutor che usa metodi maieutici può essere considerato come una levatrice intellettuale che aiuta gli studenti a far emergere idee e concezioni finora latenti nella loro mente(…) Gli esperti selezionati da Biennale College (sceneggiatori, produttori, registi, artisti, esperti di marketing e vendite attivi e affermati nei loro campi) non assumono mai il ruolo di insegnanti, ma sono colleghi con maggiore esperienza rispetto ai team creativi presenti con i loro progetti. Sono tenuti a lasciare l’ego a casa e usare la propria esperienza per aiutare i partecipanti a trovare la loro storia e i loro film. Non gli viene chiesto di dire ai partecipanti come il film lo farebbero loro, ma di porre domande che spingano i team a riflettere su ciò che stanno cercando di esprimere (…) In questo processo non c’è una verità. Ci sono molte vie. Spetta ai singoli gruppi scegliere la propria”.

Negli ultimi dodici anni, Biennale College Cinema ha realizzato 41 lungometraggi di registi emergenti (alla loro opera prima o seconda) che hanno ottenuto riconoscimenti sia nazionali che internazionali. Tra i film di maggior successo, citiamo: This Is Not a Burial, It’s a Resurrection di Jeremiah Mosese (2019, 76. Mostra del Cinema di Venezia), opera dal Lesotho che fu scelta per rappresentare il Paese agli Oscar, nella categoria Miglior film internazionale; Our Father, The Devil (2021, 78. Mostra del Cinema di Venezia) della regista di origine camerunense Ellie Foumbi, nominato agli Spirit Awards; The Fits, uno dei primi successi del programma (2015, 75. Mostra del Cinema di Venezia) che poi portò la regista Anna Rose Holmer al Sundance; The Cathedral di Ricky D’Ambrose (2021, 78. Mostra del Cinema di Venezia), premiato con il prestigioso John Cassavetes Award agli Independent Spirit Awards.

I quattro film che verranno presentati quest’anno – da venerdì 30 agosto a lunedì 2 settembre, Sala Giardino, fascia oraria delle 17:00 – sono:

IL MIO COMPLEANNO

di CHRISTIAN FILIPPI, produttore: LEONARDO BARALDI
con Zackari Delmas, Silvia D’Amico, Giulia Galassi, Simone Liberati, Federico Pacifici, Nicolò Medori, Carlo De Ruggieri / Italia / 90

MEDOVYI MISIATS (HONEYMOON)
di ZHANNA OZIRNA, produttore: DMYTRO SUKHANOV
con Ira Nirsha, Roman Lutskyi / Ucraina / 84

JANUÁR 2 (JANUARY 2)
di ZSÓFIA SZILÁGYI, produttrici: DÓRA CSERNÁTONY, LILI HORVÁT
con Csenge Jóvári, Zsuzsanna Konrád / Ungheria / 86’

THE FISHERMAN
di ZOEY MARTINSON, produttori: KOFI OWUSU AFRIYIE, KOREY JACKSON
con Ricky Adelayitar, Endurance Dedzo, William Lamptey, Kiki Romi, Dulo Harris / Ghana / 105’

In sintesi, i temi dei quattro film si snodano attorno a differenti universi narrativi e riflettono la visione delle tre autrici e dell’autore di questa dodicesima Biennale College Cinema su questo mondo:

Un giovane sull’orlo dei suoi 18 anni vive in una casa famiglia e si destreggia su un filo sottile e precario. Da qualche parte sua madre, con gravi disturbi della personalità: è presente nei suoi pensieri, desidera rivederla ad ogni costo. (IL MIO COMPLEANNO)

In Ucraina, le questioni esistenziali si fanno incalzanti in un contesto di pericolo mortale: esiste ancora la possibilità di un futuro migliore? (MEDOVYI MISIATS/ HONEYMOON)

Una storia di separazione raccontata da una prospettiva unica. (JANUÁR 2 /JANUARY 2)

Una commedia fantasy che scalda il cuore, con un moderno pesce parlante nel suo centro. (THE FISHERMAN)