“E dopo un anno, è ancora necessario dire #salviamoilbosco”. Già lo scorso 11 maggio “I Custodi del Bosco d’Arneo” avevano manifestato a Lecce contro il progetto di ampliamento della Porsche, di cui Pressenza su Prossimo futuro n.171 aveva rilanciato la notizia. Oggi i Custodi, per portare alla ribalta dell’opinione pubblica lo stato dell’arte sulla vertenza con il colosso automobilistico germanico, tornano a farsi sentire con un comunicato pubblicato sulla loro pagina social e che volentieri riprendiamo[accì]
Esattamente un anno fa, venivamo a conoscenza dell’intenzione della Regione Puglia di espropriare buona parte dei terreni privati circostanti la Nardó Technical Center per motivi di pubblica utilità. Utilità che come subito si è capito e come, in questo anno di attivismo e di lotta per difendere il #boscodarneo abbiamo approfonditamente spiegato, è un’utilità che farebbe comodo soltanto alla Porsche e probabilmente a chi da questo accordo ne otterrebbe qualcosa.
In un anno intero ci siamo costituti come comitato
abbiamo studiato le carte del progetto;
abbiamo parlato con esperti;
abbiamo incontrato NTC;
siamo andati fino a Stoccarda per partecipare all’assemblea annuale dei grandi azionisti della @Porsche;
abbiamo stretto rapporti collaborativi con varie realtà tedesche di attivismo ambientale;
abbiamo lanciato una raccolta fondi;
abbiamo organizzato eventi informativi in lungo e largo;
abbiamo lanciato una petizione che ha raggiunto più di 40.000 firme;
abbiamo coinvolto la stampa a livello nazionale ed internazionale;
abbiamo organizzato una bellissima manifestazione a Lecce;
abbiamo cercato di avere un dialogo con la Regione che e abbiamo fatto un ricorso amministrativo con
Italia Nostra, il Grig – Gruppo di Intervento Giuridico e l’Associazione Illacavalli di Bari.
Dopo un anno, questa è una lotta che ha bisogno ancora di essere portata avanti e che ha bisogno anche di altre energie.
Dovrebbe accomunare tutto il #Salento, che ogni giorno brucia, che è in mano alla speculazione edilizia, in cui l’ambiente non è minimamente rispettato a causa di un’antropizzazione selvaggia.
Speriamo che il cammino possa continuare con altre persone ed associazioni che vogliano unirsi al Comitato, perché lottare per salvare un bosco equivale a lottare per salvare la vita.
Noi, il funerale di quegli alberi non vogliamo celebrarlo, anzi vorremmo che quel bosco, di proprietà privata dal 1974, torni ad essere pubblico in quanto #benecomune.