Lettera aperta
Negli ultimi 15 anni ciclicamente è stata presentata la proposta di realizzare una ruota panoramica a Torino (“Turin Eye”) con cui un gruppo di privati operatori proponeva di localizzare tale intervento al Parco del Valentino, nei pressi di Torino Esposizioni, tra il Giardino Roccioso ed il monumento al principe Amedeo di Savoia Aosta. La proposta, condivisa dalla Giunta Comunale con il Sindaco Fassino, veniva presentata come grande occasione di valorizzazione turistica della nostra città, e a seguito di diversi approfondimenti tecnici e logistici, e del parere negativo degli Enti preposti alla tutela storica e paesaggistica, venne infine affossata, mentre già si annunziava il progetto di riqualificazione e restauro del Parco del Valentino unitamente al vasto complesso di Torino Esposizioni, da finanziarsi con risorse del PNRR (Fondo Complementare), con cui sarebbe stata certo incompatibile. La vicenda sembrava così conclusa, ed anche le considerazioni critiche che fin dall’inizio avevamo formulato come associazioni ambientaliste avevano contribuito a far sì che la Città rinunciasse a tale realizzazione.
Ma purtroppo gli incubi sovente si ripresentano. Così, cancellata per fortuna anche la recente richiesta di collocare la ruota nell’esedra di Piazza Vittorio, ecco che, con grande enfasi della stampa cittadina, una Delibera della Giunta Comunale del 6 agosto scorso, “con voto unanime degli Assessori”, ha rilanciato l’idea della Ruota Panoramica, approvando le linee di indirizzo per la sua realizzazione. Essa verrebbe realizzata in coincidenza con le ATP Finals (con cui ci sfugge qualsiasi nesso logico), sotto forma di “installazione a carattere sperimentale e temporaneo”, per il periodo che va dall’ottobre 2024 al marzo 2025, trovando collocazione nei Giardini Ginzburg sulla sponda destra del Po, ai piedi del monte dei Cappuccini (povero Leone Ginzburg!). Si ipotizza anche che attraverso tale Delibera i giardini vengano poi classificati in modo permanente come area destinata ad ospitare spettacoli viaggianti, che così diverrebbero una destinazione definitiva per ospitarvi la Ruota. L’altezza ipotizzata per la Ruota è indicata in 50-65 metri.
In primo luogo, ricordiamo che tali strutture richiedono robusti ancoraggi, nel rispetto delle norme antisismiche e dei vincoli idrogeologici, e che la Ruota necessita di strutture accessorie (servizi e biglietteria) che ne incrementano l’ingombro al suolo. I Giardini Ginzburg ospitano da molti decenni un’alberata di tutto rispetto, costituita da pioppi cipressina d’alto fusto, oltre ad un patrimonio arboreo lungo la sponda fluviale, nonché un campo sportivo di libero utilizzo, panchine, e attrezzi per il fitness. Questo patrimonio verrebbe certo pesantemente intaccato se non distrutto da tale installazione, in una zona per di più priva di parcheggi.
In secondo luogo, facciamo rilevare che tale installazione comprometterebbe gravemente le visuali verso la collina da piazza Vittorio e dal Po, e in particolare la prospettiva del Monte dei Cappuccini, una delle presenze storico-architettoniche più significative della nostra città, ben nota a visitatori e turisti. Essa verrebbe offuscata e immiserita da un’attrezzatura promossa dagli operatori di spettacoli viaggianti degna di Disneyland, ma non certo del nostro patrimonio storico, collocata tra i Cappuccini, il Ponte Vittorio Emanuele, la Gran Madre e i Murazzi del Po. L’altezza della Ruota potrebbe arrivare a lambire la quota stessa del Monte dei Cappuccini (270 m.s.l.m), da una base di circa 225 m.
Infine, una semplice considerazione: perché i turisti dovrebbero salire sulla Ruota Panoramica per godere del panorama della nostra città? Uno dei luoghi più frequentati ed amati è proprio la terrazza del Monte dei Cappuccini, da cui si gode un vasto panorama del centro storico, del Po, e dello sfondo delle montagne. Al Monte dei Cappuccini ha sede anche il Museo della Montagna con la sua “Vedetta Alpina”, da cui si ammira il panorama delle Alpi. Che senso avrebbe guastare tali panorami con una rutilante Ruota Panoramica che se realizzata dimostrerebbe soltanto importanti limiti di visione dei nostri Amministratori?
Scelte di questa importanza non possono essere assunte in modo così estemporaneo, ma vanno meditate e condivise preliminarmente dai cittadini, e prioritariamente da tutti gli Enti titolati alla difesa del nostro patrimonio storico e paesaggistico, ai sensi del Codice dei Beni Culturali (D.L 2004), in cui le sponde del Po e la Collina hanno trovato doverosa collocazione in base ai relativi Decreti Ministeriali, e nel Piano Paesaggistico Regionale.
Non vogliamo neppure partecipare a una discussione per proporre collocazioni alternative compromettendo altri parchi o aree verdi cittadine di un’installazione di cui la nostra città non sente certo la necessità.
Coordinamento dei comitati e delle associazioni ambientaliste
per la tutela e la progettazione del verde