Lo scorso 2 agosto, il Consiglio Nazionale Elettorale della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha promulgato il secondo bollettino delle elezioni presidenziali del 28 luglio. La partecipazione al voto è pari al 59,97%, pari a 12.386.669 elettori, con 12.335.884 voti validi e 50.785 voti nulli. Il bollettino ha confermato in maniera ancora più precisa i risultati elettorali: Nicolás Maduro: 6.408.844 voti (51,95%); Edmundo González: 5.326.104 voti (43,18%); Luis Martínez: 152.360 voti (1,24%); Antonio Ecarri: 116.421 voti (0,94%); Benjamin Rausseo: 92.903 voti (0,75%); José Brito: 84.231 voti (0,68%); Javier Bertucci: 64.452 voti (0,52%); Claudio Fermín: 40.902 voti (0,33%); Enrique Márquez: 29.611 voti (0,24%); Daniel Ceballos: 20.056 voti (0,16%).
La trama eversiva dell’estrema destra
Il Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jorge Rodríguez, ha denunciato il carattere eversivo della reazione della destra radicale all’esito della tornata elettorale del 28 luglio, “nel momento in cui dichiarano di volere riconoscere solo i propri verbali di partito (e non la documentazione istituzionale ufficiale) e di voler attaccare il centro di trasmissione dati e altre strutture del CNE”. Ancora prima, d’altra parte, l’estrema destra venezuelana aveva rifiutato di firmare l’impegno a rispettare i risultati delle elezioni, promulgati in via ufficiale dal CNE, lanciando proclami di violenza, come quello, ricordato dal presidente dell’Assemblea Nazionale, emesso dalla Machado, secondo la quale il presidente della Repubblica sarebbe stato scalzato “solo con la forza”.
Già interdetta per gravi reati, Maria Corina Machado, capo della campagna del candidato sconfitto Edmundo González e leader della formazione di estrema destra Vente Venezuela, il 21 marzo 2014, pur essendo parlamentare venezuelana, com’è noto, ha accettato l’incarico di “rappresentante supplente” di Panama presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA-OAS), giungendo addirittura a richiedere in quel contesto un intervento straniero contro il Venezuela, motivo per il quale è naturalmente decaduta dalla carica di parlamentare ai sensi degli articoli 149 e 191 della Costituzione venezuelana. Dunque – mondo alla rovescia – un deputato che chiede l’intervento straniero contro il proprio Paese, che dovrebbe rappresentare invece, in quella veste istituzionale, come recita ad esempio la nostra Costituzione, con “disciplina e onore”.
Il ricorso presentato dal presidente Maduro
Per acclarare in tutti i sensi la perfetta validità del risultato elettorale e dirimere senza alcuna ipotetica ombra il contenzioso elettorale, lo scorso 1 agosto, in base alla normativa vigente, il presidente rieletto, Nicolás Maduro, ha presentato un “Recurso de Amparo” (Ricorso di Amparo) presso la Sala Elettorale del Tribunale Supremo di Giustizia. Si tratta di un procedimento giudiziario finalizzato alla protezione dei diritti costituzionali tipico degli ordinamenti dell’America Latina, in virtù del quale si affida a un organo giurisdizionale la tutela in ultima istanza dei diritti costituzionalmente garantiti, su ricorso di qualunque persona fisica o giuridica che invochi un legittimo interesse. Una sorta, per dirla in termini italiani, di ricorso in autotutela a garanzia di diritti costituzionali quali, in questo caso, l’integrità del processo elettorale e il diritto all’elettorato attivo e passivo.
Nella dichiarazione alla stampa, Maduro ha affermato che “visto l’attacco massiccio, le minacce internazionali e il tentativo di colpo di stato criminale, mi sono recato presso la Sala Elettorale (Corte Elettorale) del Tribunale Supremo di Giustizia, per richiedere, come previsto dalla Costituzione, l’avvio di un procedimento per dirimere la controversia elettorale”. È stato inoltre precisato che, in base alla normativa vigente, il Consiglio Nazionale Elettorale ha un periodo di 30 giorni per pubblicare nella Gazzetta Ufficiale i risultati elettorali nella loro totalità e proclamare il Presidente eletto Nicolás Maduro come Presidente costituzionale per il periodo 2025-2031.
Documenti e verbali, purché autentici
Il presidente del Tribunale Supremo di Giustizia, la magistrata Caryslia Beatriz Rodríguez, ha ricevuto il Ricorso di Amparo e lo ha successivamente dichiarato ammissibile aprendo così in via formale l’iter del procedimento giudiziario. In questo contesto saranno dunque ascoltati dalla Corte tutti i dieci candidati presidenziali e i rappresentanti di tutte le trentasette liste elettorali partecipanti alle elezioni presidenziali del 28 luglio, e tutti i documenti e i verbali pertinenti saranno raccolti ed esaminati dalla Corte. Al contrario di quanto indicato dalla estrema destra (che non ha riconosciuto il bollettino elettorale ufficiale emesso dal Consiglio Nazionale Elettorale e ha diffuso propri dati basati tuttavia su appena il 31% dei verbali elettorali), sarà emesso dunque un giudizio sulla base del 100% dei verbali che saranno messi a disposizione della Corte stessa.
Ciò di cui l’estrema destra dispone, infatti, è un volume di appena 9.400 sul totale dei 30.024 verbali elettorali, pari, appunto, al 31% del totale, una buona parte dei quali, peraltro, falsi o non validi perché incompleti nei dati (ad es. non riportano i dati dei membri del seggio elettorale e l’identificazione della macchina elettorale) o, più semplicemente, illeggibili. Si tratta, come ha messo in evidenza Atilio Borón, sociologo, politologo, saggista, nonché docente emerito in Scienze Politiche presso l’Università di Harvard, “di un piano a tavolino, di una rozza fabbricazione di dati che non possono in alcun modo sostenere la presunta vittoria di González”.
Nella Repubblica Bolivariana del Venezuela, infatti, la materia elettorale, in tutte le sue articolazioni, è disciplinata dalla Costituzione e dalla legge.
Il carattere costituzionale della democrazia partecipativa venezuelana
In base alla Costituzione (2000) della Repubblica Bolivariana del Venezuela, “il suffragio è un diritto. Si esercita mediante votazioni libere, universali, dirette e segrete. La legge garantisce il principio della personalizzazione del suffragio e la rappresentanza proporzionale” (art. 63); “sono elettori/elettrici tutti/e i/le venezuelani/e che abbiano compiuto diciotto anni di età e che non siano soggetti ad interdizione civile o inabilitazione politica […]” (art. 64); inoltre “non può essere scelto per nessun incarico derivante da elezione popolare colui o colei che sia stato/a condannato/a per reati commessi durante l’esercizio delle proprie funzioni e coloro i quali danneggiano il patrimonio pubblico, nei termini fissati dalla legge, a partire dalla esecuzione della condanna e secondo la gravità del reato” (art. 65). Sono proprio queste prescrizioni costituzionali, come si vede, a “inabilitare” la Machado e renderla quindi impresentabile ai fini di una candidatura di natura elettiva.
Basata sulla forma di una democrazia partecipativa e protagonistica, a ispirazione bolivariana e orientamento socialista, in Venezuela sono previste numerose modalità di consultazione popolare. In base all’art. 70 della Costituzione infatti “sono mezzi di partecipazione e protagonismo del popolo nell’esercizio della propria sovranità, in ambito politico: l’elezione di cariche pubbliche, il referendum, la consultazione popolare, la revoca del mandato, l’iniziativa legislativa, costituzionale e costituente, la giunta aperta e l’assemblea dei cittadini e delle cittadine le cui decisioni sono di carattere vincolante; in ambito sociale ed economico, le istanze di attenzione cittadina, l’autogestione, la cogestione, le cooperative …, le casse di risparmio, l’impresa comunitaria e altre forme associative guidate dai valori della mutua cooperazione e della solidarietà”.
Autonomia e imparzialità del Consiglio Nazionale Elettorale
In base alla divisione in cinque poteri distinti (legislativo, esecutivo, giudiziario, civico ed elettorale) che caratterizza l’articolazione istituzionale e il dettato costituzionale in vigore in Venezuela, il potere elettorale è un potere autonomo e indipendente. In base all’art. 292 della Costituzione, “il Potere Elettorale è esercitato dal Consiglio Nazionale Elettorale come ente reggente; e sono organismi subordinati a questo: la Giunta Elettorale Nazionale, la Commissione di registro civile ed elettorale e la Commissione di partecipazione politica e finanziamento, la cui organizzazione e funzionamento sono stabiliti con specifica legge organica”. “Gli organi del Potere Elettorale si reggono sui principi di indipendenza organica; autonomia funzionale e finanziaria; non appartenenza a partiti degli schieramenti elettorali; imparzialità e partecipazione civica; decentralizzazione dell’amministrazione elettorale; trasparenza e celerità dell’atto di votazione e dello scrutinio” (art. 294).
In particolare, “il Consiglio Nazionale Elettorale è formato da cinque persone non legate ad organizzazioni con fini politici; tre di esse sono presentate dalla società civile, una dalle facoltà di scienze giuridiche e politiche delle università nazionali, e una dal Potere Civico” (art. 296). Mentre, per quello che riguarda la cornice giuridica del Ricorso di Amparo, “la giurisdizione del contenzioso elettorale è esercitata dalla Sala Elettorale della Corte Suprema di Giustizia e gli altri tribunali indicati dalla legge” (art. 297).
La comunicazione dei risultati e la tempistica stabilita dalla normativa elettorale
Entrando in ulteriore dettaglio, secondo quanto previsto dalla Legge organica dei processi elettorali (2009), “il Consiglio Nazionale Elettorale, in quanto organo direttivo e massima autorità del Potere Elettorale, esercita la direzione, la guida, la supervisione, la sorveglianza e il controllo dei processi elettorali direttamente o attraverso organi subordinati. Le Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB) fungono da entità di sostegno al Potere Elettorale, salvaguardando la sicurezza degli elettori, garantendo l’ordine, la custodia e la protezione dei materiali e degli strumenti elettorali” (art. 4). Inoltre, in base all’art. 71, “è vietata la diffusione dei risultati elettorali con qualsiasi mezzo di comunicazione prima che il Consiglio Nazionale Elettorale abbia emesso il suo primo bollettino ufficiale, il quale ordinerà all’ente regolatore delle telecomunicazioni di interrompere immediatamente il segnale ai mezzi di comunicazione che violano il presente articolo”. Quale potere indipendente e imparziale, dunque, il CNE è l’unico organo che può diffondere i risultati elettorali.
L’imparzialità del CNE è garantita anche dalla sua composizione: come richiamato poc’anzi, infatti, il Consiglio Nazionale Elettorale è formato da cinque persone non legate ad organizzazioni politiche; tre di esse sono espressione della società civile, una delle facoltà di scienze giuridiche e politiche delle università nazionali ed una del Potere Civico; inoltre, il processo di totalizzazione dei voti espressi deve essere effettuato entro 48 ore (art. 116), mentre i risultati elettorali devono essere pubblicati in Gazzetta Elettorale della Repubblica Bolivariana del Venezuela entro 30 giorni dalla proclamazione dei candidati eletti (art. 125). La proclamazione del candidato eletto, Nicolás Maduro, è stata effettuata dal Consiglio Nazionale Elettorale lo scorso 29 luglio. Dunque, implausibili e false sono le polemiche montate dalla destra eversiva su una presunta frode elettorale.
Riferimenti:
Atilio Boron, “Mostrate i verbali!”, Pagina 12, 6 agosto 2024, L’Antidiplomatico, 7 agosto 2024:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-atilio_boron___mostrate_i_verbali/39602_56200
Proclamata ufficialmente la vittoria di Maduro, swissinfo.ch, 29 luglio 2024:
https://www.swissinfo.ch/ita/proclamata-ufficialmente-la-vittoria-di-maduro/85385277
Fabrizio Verde, Venezuela: ecco i motivi per cui 3 candidati dell’opposizione sono inabilitati, L’Antidiplomatico, 2 luglio 2023:
Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela:
Legge Organica dei Processi Elettorali della Repubblica Bolivariana del Venezuela: