Un rapporto dell’UNRWA svela la politica dei continui ordini di evacuazione portata avanti dall’esercito israeliano. “La zona cosiddetta umanitaria è in realtà un inferno. Costringere 60 mila persone in un km quadrato significa non aver le condizioni minime per la sopravvivenza. I continui ordini di evacuazione, come se le persone fossero delle pedine in una partita di scacchi, sono una politica intenzionale e premeditata per causare un esaurimento fisico, mentale e psicologico. La gente è costretta a muoversi sapendo che a Gaza non c’è nessuna zona sicura”.
Colonialismo israeliano
Reportage del Washington Post sulla colonizzazione ebraica in Palestina. Secondo il quotidiano il governo Netanyahu dal suo insediamento nel dicembre 2022 ha pianificato l’annessione di fatto delle zone denominate “C” negli accordi di Oslo, che sono sotto il controllo amministrativo e militare di Israele (il 60% della Cisgiordania e Gerusalemme est). Il piano approvato prevede la confisca di nuove terre di proprietà palestinese, demolizioni di case e villaggi e l’allargamento delle colonie ebraiche.
Questa politica israeliana era in corso da decenni, ma l’attuale governo in 20 mesi ha intensificato le misure per impedire la nascita di uno Stato palestinese. Nel 2024, Israele ha confiscato 2.500 ettari di terreni agricoli appartenenti a famiglie palestinesi, autorizzato la costruzione di nuove colonie e incentivato finanziariamente l’avvio di progetti di colonizzazione senza le autorizzazioni dell’amministrazione militare israeliana.
Secondo il quotidiano statunitense, alcuni villaggi palestinesi sono stati cancellati a causa delle aggressioni dei coloni.
Solidarietà internazionale
Sabato 17 agosto si sono tenute manifestazioni di solidarietà con la Palestina in molte città europee, tra cui Milano, Londra, Parigi, Berlino, Oslo, Amsterdam e molte altre. “Fermare il genocidio e processare i criminali di guerra israeliani” è la principale parola d’ordine che unisce questo grande movimento colorato e variegato, al quale hanno partecipato studenti, lavoratori, intellettuali e moltissime comunità di migranti di tutto il mondo. “La Palestina oggi – ha detto un manifestante a Milano – è come il Vietnam negli anni Settanta; unisce le lotte per la pace e il progresso”.