Cisgiordania e Gerusalemme est

Ucciso nella valle del Giordano un soldato israeliano che aveva combattuto fino a due settimane fa a Gaza. Le Brigate Qassam, l’ala militare di Hamas ha rivendicato l’attacco. Secondo la stampa di Tel Aviv il soldato era un colono residente a Beit Shean. È in corso una vasta operazione di ricerca dell’auto dalla quale sono stati sparati i colpi.

Continuano i rastrellamenti dell’esercito israeliano di occupazione in quasi tutte le città e villaggi palestinesi della Cisgiordania. Operazioni militari accompagnate dalle aggressioni dei coloni che occupano illegalmente le terre palestinesi. A sud di El-Khalil, circa 20 coloni armati hanno attaccato con lancio di pietre le auto palestinesi di passaggio, in uno snodo considerato importante per la mobilità dei cittadini. Danni enormi, ma per fortuna nessuna vittima. Come al solito i soldati presenti non sono intervenuti.

A Salfit, le autorità militari di occupazione hanno sradicato 100 alberi di olivo di proprietà di una famiglia palestinese per annettere il terreno ad una colonia ebraica illegale. Il sindaco palestinese ha sottolineato che “questi olivi sono più antichi della nascita di Israele”.

Trattative

Hamas si sfila dalle trattative infinite. Un comunicato del movimento palestinese annuncia che sul tavolo è pronto dal 2 luglio un piano proposto dai tre paesi negoziatori, sulla base della dichiarazione di Biden (31 maggio 2024) e della risoluzione del Consiglio di Sicurezza (10 giugno 2024), al quale Hamas aveva già risposto positivamente, ma non era mai arrivata una risposta del governo Netanyahu. Nel comunicato di ieri i leader di Hamas scrivono: “Abbiamo già dato l’assenso alla proposta dei negoziatori del 2 luglio e sarebbe ora di applicare quel meccanismo particolareggiato, invece di percorrere trattative infinite ed inutili, che lasciano agli invasori libertà di uccidere la nostra gente e proseguire il genocidio”.

Non è chiaro se una delegazione di Hamas sarà presente alle trattative; trattative che non è stato stabilito se saranno al Cairo oppure a Doha. Il governo israeliano ha dichiarato che la delegazione partirà il 15 agosto, ma poi durante le riunioni ministeriali dedicate al tema sono stati esclusi i capi dei servizi di sicurezza.

Iran-Israele-Libano

“Anche l’Iran ha il diritto di difendersi”. Lo dice la diplomazia cinese che sta svolgendo un ruolo sempre più influente nella regione. Sono passate due settimane dall’assassinio a Teheran di Ismail Hanie, capo dell’ufficio politico di Hamas e negoziatore per il cessate il fuoco, ma finora nessuna reazione iraniana. Un’attesa snervante per i militari e i politici israeliani. Per il segretario di Hezbollah questa attesa fa parte della strategia della risposta del “Fronte della Resilienza”, cioè l’insieme dei paesi e forze politico-militari che si oppongono al dominio atlantico nella regione mediorientale.

Ogni giorno la stampa di Tel Aviv scrive che l’attacco iraniano sarebbe imminente, entro 24 ore, ma poi non succede nulla. L’unica cosa certa è che l’attacco avverrà. Con quale modalità e intensità nessuno lo sa.

Lo sciame informatico di origine israeliana mette, sui social, denunce contro l’attendismo di Teheran, che “manda al macello i combattenti arabi, libanesi, iracheni e yemeniti, con la logica: ‘armiamoci e partite!’”. Ma la propaganda non sembra funzionare. L’opinione pubblica araba è prudente e vorrebbe evitare l’estensione del conflitto.

In Israele sono state avanzate anche idee di un attacco preventivo in Libano o contro l’Iran, ma da oltre Atlantico non è arrivata la luce verde. La Casa Bianca non ha bisogno di una guerra generalizzata a pochi mesi dalle elezioni presidenziali USA.

Nel frattempo continua la guerra di logoramento sul fronte libano-israeliano. L’esercito israeliano ha bombardato le località del Libano meridionale quasi tutti i giorni, con morti e feriti. La risposta di Hezbollah non si è fatta attendere ed è consistita nel lancio di missili e droni  che hanno colpito anche in profondità il territorio israeliano. Un sindaco di una colonia del nord di Israele ha denunciato che riceve più messaggi SMS da Hezbollah che dal governo: “Hezbollah manda messaggi di avviso ai nostri cittadini, sui loro telefonini, riguardo l’imminenza di un attacco, chiedendo l’evacuazione. Mi hanno spedito la foto di un drone caduto nel nostro centro”.

Siria

Bombardamento israeliano al confine sulla provincia siriana di Daraa. L’attacco è stato compiuto con missili terra-terra. Sono state notate lunghe colonne di fumo e l’arrivo di autoambulanze nella zona colpita. Non ci sono comunicazioni ufficiali da parte siriana. Secondo l’Osservatorio siriano questo è il 59esimo attacco israeliano contro il territorio siriano dall’inizio dell’anno, quasi un attacco ogni tre giorni.

Libia

Espulsi alcuni funzionari egiziani dell’ambasciata a Tripoli.
È la ritorsione del governo Dbeiba contro il ricevimento al Cairo del primo ministro, Osama Hammad, premier libico alla guida del governo rivale, nominato dal parlamento, con sede a Bengasi.
Una reazione sbilanciata che rischia di avvelenare i rapporti tra i due paesi mettendo a rischio le migliaia di profughi libici residenti in Egitto e il futuro dei lavoratori egiziani in Libia.
Il governo Dbeiba non ha preso le stesse misure quando esponenti di paesi Nato sono andati in visita a Bengasi ad incontrare le autorità politiche e militari con sede in quella città.