Con la ripresa dei lavori del nuovo Parlamento Europeo, ITALIA-BIRMANIA INSIEME, che da anni lavora con le organizzazioni democratiche birmane, in clandestinità dal colpo di stato militare, vuole riprendere il dialogo e la collaborazione con i parlamentari eletti al Parlamento Europeo.
In particolare, ITALIA-BIRMANIA.INSIEME chiede che il Parlamento Europeo e la nuova Commissione UE cambino passo e agiscano con urgenza per:
- Adottare un robusto programma a sostegno dei giovani che rifiutano l’arruolamento obbligatorio nell’esercito genocida, imposto dalla giunta, hanno bisogno di protezione e di un reinserimento sociale nelle zone liberate e un programma di sostegno finanziario e organizzativo alle famiglie e ai militari che intendono disertare.
- Sostenere attivamente alla prossima 79°Assemblea Generale ONU il riconoscimento dell’Ambasciatore Kaw Moe Thun, come Rappresentante permanente del Myanmar all’ONU.
- Opporsi a qualsiasi tentativo di mediazione, per riportare il Paese a un’inaccettabile convivenza con i militari, rifiutando le elezioni illegali che la giunta sta organizzando per legittimare se stessa sul piano internazionale.
- Intervenire formalmente, come hanno fatto Germania, Danimarca, Olanda, Francia, Regno Unito e Canada a sostegno della Corte Internazionale di Giustizia nel caso della violazione della Convenzione sulla prevenzione e punizione del Genocidio, presentato dal Gambia, contro il Myanmar e la sua giunta.
- Adottare sanzioni finanziarie nei confronti della Myanmar Economic Bank, della Myanmar Agricolture Development Bank e della Myanmar Investment and Commercial Bank, per bloccare tutte le transazioni in valuta pregiata e impedire che venga usata dall’esercito per acquisti di armamenti e carburante) e un efficace sistema di monitoraggio per la corretta attuazione dell’embargo UE sulle armi.
- Sostenere al Consiglio di Amministrazione ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) del prossimo novembre l’adozione dell’art. 33 della Costituzione, in risposta alle violazioni dei diritti umani fondamentali nel lavoro, denunciati dalla Commissione di inchiesta ILO.
In questi tre anni e mezzo, nel silenzio della politica e dei media, la giunta militare birmana con la tattica “brucia tutto, uccidi tutti“, ha distrutto migliaia di villaggi, scuole e ospedali, campi di sfollati, chiese e monasteri in cui gli sfollati cercano rifugio.
ITALIA-BIRMANIA.INSIEME ha scritto anche al Cardinale Parolin per esprimere la sua gratitudine per la costante attenzione che Sua Santità Papa Francesco rivolge al tragico conflitto in corso in Myanmar e all’eroica resistenza del popolo di questo Paese.
Sarà fondamentale rafforzare in modo sostanziale l’impegno internazionale perché si arrivi ad una soluzione che rispecchi la volontà del popolo birmano e dei rappresentanti del Governo di Unità Nazionale per la costruzione di un Paese democratico e federale.