«3-sexies. Ai maggiori oneri derivanti dai commi 3-bis, 3-ter, 3-quater e 3-quinquies, nel limite massimo di 40 milioni di euro per l’anno 2024, si provvede con risorse proprie del bilancio della società Stretto di Messina S.p.a., non destinate alla copertura finanziaria del costo complessivo dell’opera, che sono a tali scopi vincolate e utilizzate entro il 31 dicembre 2024»

Questo è quanto contenuto nel Decreto Infrastrutture che, nei commi citati, si riferisce proprio agli espropri. Una cifra, quella di 40 milioni di euro, che non può che non può non preoccupare gli abitanti delle zone sottoposte a esproprio, ma che ha già messo in allarme anche i tecnici del Servizio del Bilancio del Senato che hanno analizzato la norma.

Uno stralcio, già citato da Il Fatto Quotidiano, così recita:

“Considerato che gli oneri recati dalla disposizione sono configurati come limite massimo di spesa, anche se nei chiarimenti forniti dal rappresentante del governo si afferma che la stima è congrua sulla base degli immobili da espropriare, andrebbero forniti dati a supporto”.

Insomma, tutte le rassicurazioni date in questi mesi a coloro che verrebbero sottoposti ad esproprio si infrangono clamorosamente con la realtà delle norme.

A dire il vero, non è mai sembrato che quelle rassicurazioni avessero ottenuto risultati, ma diventa oggi ancora più necessario battersi per difendere il territorio e il suo abitato.