Pubblichiamo la dichiarazione di Ilaria Salis sul “caso-Spera”, la quale segue di pochi giorni l’analogo  intervento di Luigi Manconi. La neoparlamentare europea ricorda che l’attivista pacifista palermitano è “da più di quattro mesi detenuto in regime di sicurezza per un semplice sanzionamento”_

Luigi Spera, vigile del fuoco e istruttore sportivo, è un generoso attivista impegnato da sempre nelle lotte  sociali e nel sostegno ai movimenti e collettivi della sua Palermo. Da più di quattro mesi, Luigi è detenuto in regime di alta sicurezza nel carcere speciale di Alessandria, in Piemonte.

Si trova a oltre 1000 km da Palermo, lontano da sua moglie, dai suoi figli e dalla sua rete di amicizie e relazioni sociali, recluso in condizioni particolarmente inumane e afflittive – come ormai accade alla maggior parte dei detenuti, visto il sovraffollamento sistematico delle carceri italiane.

Pur in assenza di prove concrete e con un impianto indiziario assai fragile, è accusato di aver compiuto atti di natura terroristica. La difesa respinge categoricamente tutte le accuse.

𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗲̀ 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼?

In una notte di pioggia del novembre 2022, mentre il governo turco di Erdogan bombardava il Kurdistan perpetuando il tentato etnocidio dell’indomito popolo curdo, alcuni attivisti hanno lanciato dei fumogeni nel cortile della sede palermitana di “Leonardo S.p.A.” come gesto di solidarietà verso la popolazione colpita dagli armamenti prodotti e venduti anche dall’azienda italiana.

Questa azione di protesta, chiaramente simbolica, non ha coinvolto alcun lavoratore e ha provocato danni minimi. Un video sgranato dell’accaduto, ricevuto e pubblicato dal portale d’informazione www.antudo.info, mostra il lancio di alcuni oggetti e una breve fiammata, seguiti da persone che corrono via.

Insomma, niente più di un semplice “sanzionamento”.

Tuttavia, la divulgazione del video ha portato, nel marzo 2024, durante l’intensificarsi della mobilitazione per Gaza e la Palestina, all’arresto cautelare di Luigi Spera oltre che all’imposizione di due obblighi di firma ad altri due attivisti di Antudo.

Luigi è stato accusato di detenzione di materiale esplosivo, atto terroristico con ordigni esplosivi (con l’aggravante di pericolo per l’incolumità pubblica) e istigazione a delinquere. Accuse pesantissime, del tutto sproporzionate rispetto ai fatti contestati.​​​​​​​

Come ha spiegato anche Luigi Manconi, il Giudice per le indagini preliminari ha escluso la valenza terroristica, equiparando il reato contestato a quello di incendio. Tuttavia, a Luigi Spera è stata comunque applicata la misura cautelare in carcere, confermata in seguito anche dal tribunale del riesame.

Sotto il profilo giuridico, è paradossale che Luigi si ritrovi in regime di alta sorveglianza sulla base delle accuse del Pubblico ministero anziché sulla prima sentenza del Giudice. Il prossimo passo spetta alla Cassazione, che a settembre dovrà pronunciarsi sul ricorso.

È evidente che l’intento sia quello di punire Luigi per il suo impegno politico. Così come è altrettanto evidente che dobbiamo far sentire la nostra solidarietà nei suoi confronti.

Ritengo molto grave, inoltre, che l’accusa di terrorismo sia utilizzata in modo tanto disinvolto e creativo, applicata come esemplare strumento di repressione contro i movimenti sociali e gli attivisti.

Chiunque abbia a cuore la libertà di dissenso di fronte alla deriva autoritaria del nostro paese, deve farsi sentire. A maggior ragione in questo momento, particolarmente drammatico per le carceri italiane.

𝗟𝘂𝗶𝗴𝗶 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗼! 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗲!

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