Al termine del nostro cammino di quest’anno da Montesole a Sant’ Anna di Stazzema abbiamo deciso di scrivere a tutto il gruppo che ha percorso con noi i nostri sentieri, partecipato ai nostri incontri, dato in modo sentito e concreto il proprio contributo di idee e discussione al percorso di Pace che abbiamo intrapreso. Una restituzione che è conseguenza di riflessioni che la settimana trascorsa insieme ha portato a condividere tra noi, e che vuole ridare parola a chi crede che il pacifismo possa ancora essere una voce politica importante per il nostro futuro.
Il primo incontro del gruppo, del quale ha scritto anche Lorenzo in un articolo su “La Nazione” che mettiamo in allegato, ha sollevato un tema che ha accompagnato tutto il Cammino: Frate Paolo, della comunità di Montesole fondata da Dossetti, che ha un gruppo di confratelli e consorelle in Palestina vicino a Ramallah, ha espresso la propria difficoltà a trovare parole di speranza nel futuro. Quasi in modo speculare, l’ultimo giorno del Cammino alla Vaccareccia, Lorenzo non ha letto le pagine che ricordano il significato di quel luogo specifico con la memoria della morte davanti al lavatoio di sua nonna Elena: non se l’è sentita, di fronte al silenzio che circonda le storie di chi sopravvive e muore a Gaza. I quotidiani bombardamenti di Gaza e le stragi in Palestina hanno fatto da sfondo atroce, quest’anno, al nostro Cammino.
Abbiamo cercato di rompere quel silenzio tra noi, cercando parole di Pace da condividere e praticare, quasi un motivo ricorrente delle nostre giornate; siamo stati un gruppo composito per età e provenienza, unito dall’attenzione e dalla cura reciproca, che si è ancor più rinforzato con l’incontro dei e delle giovani del Campo della Pace italo – tedesco. E’ stato bello ritrovarne alcun*, che erano al campo l’anno scorso, partecipanti del Cammino: un regalo prezioso per noi adulti. Anche la constatazione della distanza tra il desiderio di Pace diffuso e la pratica della guerra – anche nella quotidianità dell’informazione, nell’invio da parte del nostro paese di armi su scenari di conflitti in corso, nella normalizzazione di decisioni che ci stanno facendo scivolare verso una terza guerra mondiale forse già in corso – ha offerto lo spunto a un “Che fare?” sempre più pressante.
Lo abbiamo sentito risuonare anche quando abbiamo attraversato Firenze, incrociando nel Cammino tra la stazione ferroviaria e la Società di Mutuo Soccorso di Rifredi due pietre d’inciampo che abbiamo più volte calpestato negli anni. Quella di via Mariti, con le cinque vittime di omicidio sul lavoro e con l’incontro sulla dignità e sui diritti del lavoro che abbiamo avuto con Simona Baldanzi, Paolo Collini e Dario Salvetti di GKN. Ma anche quella della lapide che ricorda Mor Diop e Samb Modou, le due persone di origine senegalese uccise da mano razzista nel 2011. Il razzismo che uccide ed emargina è tornato il 12 agosto a Sant’Anna di Stazzema nell’incontro finale con Don Biancalani e Raffaele Crocco. Abbiamo riscoperto ancora una volta una intersezionalità della Pace che è nelle cose e nella realtà. Come dice Mustafa Barghouti: “Si chiama pace quando mancano i missili, ma quando manca tutto il resto, come si chiama?”.
E’ stato un Cammino che ha lasciato domande in sospeso, alle quali sentiamo l’urgenza di dare risposta. Come colmare la distanza sempre più grande che esiste tra le persone che vogliono la Pace e i governi che praticano o preparano la guerra? Dove si è strappato il filo che connette la volontà popolare alla sua realizzazione politica? Come intervenire per ricucire quello strappo, come fare sentire con più continuità e forza la nostra voce, darle peso e autorevolezza? Se anche è vero che dobbiamo far risuonare la nostra negazione del consenso a politiche scellerate, se dobbiamo fare sentire sempre più forti e sempre più continui i nostri appelli di Pace, constatiamo che non è solo un mondo dell’informazione allineato ai decisori e ai potenti a toglierci voce. Dobbiamo probabilmente prepararci a percorrere nuovi e più impegnativi sentieri.
In primo luogo, volgendo i nostri passi verso i luoghi in cui fummo noi italiani i carnefici, anziché le vittime. Fermo restando il doppio appuntamento con il Campo della Pace italo-tedesco, che tanto ci ha donato in termini di consapevolezza e pratiche di pace, e con le cerimonie di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto, vorremmo affacciarci già dall’anno prossimo in Croazia. Vorremmo metterci in ascolto di voci che hanno vissuto, anche in anni recenti e con la guerra della ex-Jugoslavia, il trauma della guerra; voci che ci possano riportare la memoria di massacri compiuti da soldati che vestivano la divisa italiana; voci che, come quelle dei sopravvissuti di Sant’ Anna e come quelle dei partigiani che in questi anni abbiamo incontrato, dicono “mai più guerre, mai più massacri, mai più S. Anne”; voci che dovremo essere in grado di amplificare per sfatare i miti che rendono il militare italiano una figura familiare e amichevole, e le armi che produciamo e vendiamo a paesi in guerra strumenti portatori di giustizia. Nessuna persona che sceglie di essere addestrata a uccidere deve diventare esempio di bontà. Nessuna guerra è giusta. La nostra Costituzione ripudia la guerra.
In secondo luogo, dovremo forse, con un passaggio delicato e che richiede di sentire la vostra voce, evolvere e diventare un gruppo meno informale, avere una casa e un nome che ci permetta di chiamare altre realtà, in rete, a un’azione comune di richiesta continua e politicamente forte di Pace. Costituirci forse in Associazione oppure dotarci di pagine social che siano finestre sul mondo delle nostre istanze può dare continuità ai nostri passi e rendere più incisive le nostre voci. Anche questa volta, sul piazzale dell’ossario dove risuonavano marce militari e dove per due volte sono sfrecciati i caccia militari, dove un coro di bambini tra i sei e i dodici anni ha cantato l’inno italiano e un terribile “siam pronti alla morte” davanti ai resti di altri bambini uccisi dalla guerra, non abbiamo taciuto. Abbiamo gridato forte quello che dice l’articolo 11 della Costituzione, abbiamo denunciato con il nostro comportamento non violento quanto sia vergognosa la gestione da parte del Ministero della Difesa di spazi e monumenti dedicati a vittime di guerra.
Ma sentiamo che non basta più. Sentiamo che il Cammino non può terminare il 12 agosto a S. Anna di Stazzema, che ci sono cammini nuovi da percorrere con sempre maggiore urgenza, che ci sono NO da far echeggiare sempre più forti e senza mediazioni. Vediamo che ci sono ferite dolorose da curare, vuoti da colmare, strappi da ricucire. Che c’è da alzare ancora lo zaino da terra, accompagnando il Cammino con una nuova e più costante presenza.
Aspettiamo e ascolteremo con rispetto e attenzione le vostre voci e la vostra opinione, per poi confrontarci in una grande riunione collettiva. Grazie,
Camminatrici e camminatori per la Pace e il Disarmo 2024.
Alcune foto del Cammino
Giorno 1 – 6 agosto: Monte Sole – Monzuno
Ritrovo a MARZABOTTO (PIAN DI VENOLA) e partenza dalla Casa della Pace di MONTE SOLE, incontro con i monaci della confraternita di G. Dossetti al cimitero di Casaglia: “Se vuoi la Pace cerca la Pace anche dentro di te”. Arrivo a Monzuno.
https://youtu.be/3BxgchOaDdI
Giorno 2 – 7 agosto: Monzuno – Madonna dei Fornelli
Partenza da MONZUNO con arrivo MADONNA dei FORNELLI. proiezione video e momento di condivisione su temi della guerra, Saharawi, Gaza…
https://youtu.be/TsFom3v3dmw
Giorno 3 – 8 agosto: Madonna dei Fornelli – Futa Monte di Fo
Partenza da MADONNA dei FORNELLI e arrivo a MONTE DI FO’ con visita al CIMITERO MILITARE TEDESCO della FUTA guidati da Simona Baldanzi
https://youtu.be/towMOwE0QLU
Giorno 4 – 9 agosto: Monte di Fo – Sant’Agata – San Piero a Sieve
Partenza da Monte di Fo e arrivo a Sant’Agata con spostamento in pullman fino a San Piero a Sieve
https://youtu.be/kFTs_OEcjfU
Giorno 5 – 10 agosto: San Piero a Sieve – Firenze – Camaiore
Momento di riflessione di fronte al cantiere dell’ex Panificio Militare, luogo della strage sul lavoro del 16 febbraio in Via mariti. Alle ore 11 incontro presso l’SMS di Rifredi con il Collettivo operaio ex GKN e la Cooperativa GFF soci azionisti “Insorgere con l’intelligenza operaia; restituire il lavoro e la dignità ai lavoratori “: incontro con sindacalisti e Simona Baldanzi sul tema della sicurezza sul lavoro “La vendita della città alla Finanza e gli appalti che uccidono”.
La sera incontro con il sindaco di Camaiore.
Giorno 6 – 11 agosto: Valdicastello – Sant’Anna di Stazzema
Incontro a Valdicastello con il Campo della Pace giovanile italo-tedesco e salita a Sant’Anna di Stazzema lungo il sentiero percorso dai nazisti per giungere a Sant’Anna.
https://youtu.be/ICeGMCsvomY
Giorno 7 – 12 agosto: Sant’Anna di Stazzema – Vaccareccia
Cammino all’alba alla Vacchereccia con letture e riflessioni sui temi “assordanti” delle guerre in corso. Partecipazione con pannello pacifista alla cerimonia ufficiale. Pomeriggio: Incontro “La Pace è possibile” con la partecipazione di Raffaele Crocco e Don Biancalani
https://youtu.be/F2Ylag7eVRI