Si sapeva, Macron pretende essere il nuovo re sole che fa e disfa persino le regole del presidenzialismo della V^ Repubblica. Rifiuta di riconoscere che il NFP-Nuovo Fronte Popolare (costituito dalle sinistre e dagli ecologisti) sia la coalizione che ha avuto più voti ed è l’unica che potrebbe governare.
Ma questo reuccio non esita ora a tentare il colpo di stato perché il programma del NFP, sebbene sia stato considerato come un semplice riformismo di tipo rooseveltiano-keynesiano, è per lui e tutte le destre assolutamente inaccettabile.
Il suo partito e le destre sono convinti di poter giocare a tutti i costi la loro difesa dei privilegi dei ricchi e del padronato, cioè la negazione della reintroduzione della tassazione delle grandi ricchezze, l’aumento del salario minimo garantito a 1600 euro, l’abrogazione della scellerata riforma delle pensioni, il ristabilimento della priorità indiscutibile del servizio pubblico (sanità, scuole, trasporti) e l’abolizione delle scelte a favore dell’energia a base di nucleare, carbone, petrolio e gas (le cause della maggioranza della mortalità).
Tutte le sinistre e gli ecologisti, compresi i sindacati e il mondo dell’associazionismo antifascista, antirazzista, antisessista e contro gli assassinii e le brutalità poliziesche, hanno fissato per il 7 settembre una prima grande mobilitazione popolare.
Macron démission! Torna in piazza la parola d’ordine che era stata già popolare prima nella rivolta dei Gilets gialli e poi nei due mesi di grandi manifestazioni contro la riforma delle pensioni e in altre occasioni.
In sette anni Macron ha imposto alla Francia il peggio che si potesse immaginare a cominciare dall’abolizione delle tasse sulle grandi ricchezze, le privatizzazioni quasi a tappeto, la quasi distruzione del servizio pubblico, lo scatenamento delle brutalità poliziesche, i suoi affari sporchi.
Non gli sono bastati i poteri speciali che il presidenzialismo gli accorda, ora vuole andare oltre e non è affatto escluso che pretenda creare un governo col suo partito le destre ed anche l’appoggio esterno del partito di Le Pen-Bardella.
Sputa così su quel patto del “fronte repubblicano” in virtù del quale in oltre 150 circoscrizioni i candidati del NFP (e fra questi i più numerosi sono stati quelli di La France Insoumise) si sono ritirati al ballottaggio per far eleggere deputati del partito di Macron.
A questo punto la situazione rischia di scivolare in una crisi politica e istituzionale assai grave tanto più che Macron e il suo ministro degli interni, il fascista Darmanin, sono sfacciatamente propensi a usare ogni mezzo per restare al potere e difendere i privilegi loro e dei loro protetti. Occorre anche una mobilitazione europea a sostegno della volontà popolare francese e quindi in favore del NFP.