Dopo mesi di silenzio, finalmente sono riuscito a riprendere i contatti con Nour, la mia amica, praticamente sorella, di Gaza. La situazione che racconta è drammatica e ci fa toccare con mano l’orrore a cui i palestinesi sono sottoposti da mesi.

Chi volesse mettersi in contatto con Nour, ed eventualmente inviarle direttamente un piccolo aiuto può scrivermi alla mail mauroc.zanella@gmail.com.

Ecco il suo racconto, arrivato oggi.

Stiamo vivendo i giorni peggiori della nostra vita in questa guerra devastante che Israele sta conducendo contro la Striscia di Gaza. Vivevo in una casa in affitto; è stata distrutta dall’esercito di occupazione e i miei due figli sono rimasti feriti con fratture e varie ferite su tutto il corpo, ma grazie a Dio sono ancora vivi.

Ora viviamo per strada, perché non abbiamo una tenda dove ripararci e comprarne una è costoso. Siamo stanchi. Moriamo ogni minuto perché i missili devastanti e le schegge sparse passano sopra le nostre teste. Amici miei, siamo diventati malati di mente; vi giuro, quello che vedete sugli schermi televisivi è una piccola parte di ciò che noi viviamo ogni giorno e ogni minuto.

I morti sono ovunque. Quando fuggiamo da un posto all’altro calpestiamo cadaveri carbonizzati. Ciò che sta accadendo qui nella Striscia di Gaza è una guerra genocida. Spero che stiate accanto a me e alla mia famiglia, amici. Spero che possiate tirarci fuori da qui. Per favore, non vogliamo morire. Vi giuro che molte volte non troviamo acqua potabile e cibo. E’ un inferno, una tragedia.