L’educazione nel bosco è un’esperienza originale, ricca di spunti di riflessione quantomeno necessaria, nel momento storico in cui siamo, immersi in una trasformazione sociale, ambientale e umana che ci destabilizza profondamente.

Negli ultimi anni si è sentito parlare molto di homeschooling, unschooling e forme alternative di educazione, mentre cresceva esponenzialmente la creazione delle cosiddette scuole parentali, come reazione alle misure anticovid imposte nella scuola pubblica. Ma le scuole con didattica o spirito educativo divergente dalle direttive del pubblico non sono un fenomeno recente. Dalle scuole cattoliche, alle Waldorf, agli esperimenti ispirati a Don Milani o a Pestalozzi, i tentativi di costruire contesti diversi per l’apprendimento hanno testimoniato lo spirito della ricerca educativa. Una ricerca spesso basata sull’obiettivo di mettere lo studente al centro del fenomeno dell’apprendimento piuttosto che di quello dell’istruzione.
L’educazione nel bosco è un’esperienza originale, ricca di spunti di riflessione quantomeno necessaria, nel momento storico in cui siamo, immersi in una trasformazione sociale, ambientale e umana che ci destabilizza profondamente.
Dopo due anni dalla mia visita alla sede di EnB Educazione nel Bosco a Monteloro in provincia di Firenze, finalmente ho potuto parlare con Gherardo Noferi, uno dei fondatori, insieme a Riccardo Paci e alle rispettive compagne, di questo interessante progetto.

Parte I – L’equilibrio fra didattica e centratura personale

D.: Quando e dove nasce questa esperienza e a partire da quale esigenza?

R.: Mi sono avvicinato a questo mondo dell’educazione in natura quasi per caso, quando mia figlia andava alla scuola per l’infanzia della zona in cui vivevamo. Le attività che faceva mi sembravano un po’ standard, nel senso che pensavo i bambini potessero avere e dare molto di più e si potessero stimolare in modo diverso le loro caratteristiche e la loro personalità. E poi passavano poco tempo in giardino. Passando vicino a Fiesole, mentre andavamo a Firenze per lavoro, vedevamo spesso dei bambini sul ciglio di una strada nel bosco e allora con mia moglie ci siamo informati e abbiamo scoperto il primo Asilo nel bosco aperto in Italia, quello fondato da Giannozzo Pucci e Benedetta Cuccuini nel 2001 a Ontignano, e pochi mesi dopo nostra figlia lo ha cominciato a frequentare. Era il 2015.

Tra le famiglie che frequentavano l’asilo, in particolare con una ci siamo trovati molto bene e abbiamo iniziato a condividere molte idee e, alla fine dell’anno, quando si è trattato di pensare a come affrontare la scuola primaria, abbiamo deciso di iniziare un’esperienza che sviluppasse quello che avevamo visto di positivo: i nostri figli erano sereni, solari, curiosi, interessati. Più che andare contro o essere alternativi a un’offerta scolastica esistente, pubblica o privata che fosse, volevamo riuscire a garantire e ampliare le possibilità dei nostri bambini in quanto a relazione con l’ambiente e con gli altri, a modi di vivere, di essere e di pensare e anche come modo di fare didattica. Nel 2016, in sei famiglie e due insegnanti, abbiamo avuto disponibilità a Ontignano di una stanza e abbiamo iniziato a sperimentare le elementari, di cui, in Italia, c’era ancora pochissima esperienza. È così iniziata l’avventura che oggi vede a EnB asilo, elementi e medie.

D.: Quale ruolo compiono le famiglie nella scuola nel bosco?

R.: Questo tipo di progetti di solito nascono per opera di un gruppo di educatori, di insegnanti, oppure, nell’ambito dell’educazione parentale, sono fondate dai genitori. EnB è stata fondata da genitori e questo ha dato un imprinting a tutto il progetto, perché le nostre aspettative non si limitavano all’aspetto didattico-educativo ma si riferivano al contesto più generale del modo di essere e di fare che desideravamo vivessero i nostri ragazzi. Abbiamo dato importanza a due fattori principali:

il primo riguarda il significato di imparare secondo natura, ovvero certamente dello stare all’aperto ma anche di costruire relazioni, sviluppare una educazione, una didattica e un modo di apprendere più naturale e questo vale fin dall’asilo;

il secondo riguarda l’idea di offrire un percorso di apprendimento e personale che possa garantire la libertà per i nostri figli di potersi immaginare la loro vita come vogliono, con apertura mentale, consapevoli dei loro interessi e capacità e potendo rientrare senza problemi nel sistema educativo pubblico con le competenze richieste da ogni ciclo scolastico o corso di studio.

Questo per dire quanto, fin dall’inizio è stato importante per noi trovare un equilibrio tra puntare a una centratura personale, un modo di essere, di vivere e di sentirsi bene del bambino e, per le elementari e le medie, offrire una didattica che tenesse conto dei programmi ministeriali e del contesto dove i bambini vivono normalmente.

Questo è stato il punto di partenza e ancora oggi i genitori sono parte attiva del progetto, occupandosi dell’organizzazione e della gestione di tutti gli aspetti utili al buon funzionamento di EnB (mentre gli aspetti didattici competono agli insegnanti).

Ma non solo impegni: EnB è anche un modo per le famiglie che ne fanno parte, di condividere e fare cose insieme. Durante l’anno organizziamo vari eventi: il grande incontro di inaugurazione dell’anno dove si presentano gli insegnanti nuovi e le famiglie nuove, ci si incontra e si fa festa con gli adulti e i ragazzi; la festa di capodanno che facciamo da due anni, con cena e musica fino a notte; il talent show durante il quale i bambini che vogliono partecipare hanno la possibilità di presentare le abilità particolari che praticano (danza, canto, musica ecc.); la festa di primavera, in cui cerchiamo di integrare e far rivivere anche elementi della cultura del territorio (incontri con artigiani e produttori locali, con i maggiaioli della tradizione contadina dei canti di buon augurio per i raccolti). EnB ospita le feste di compleanno e molte iniziative dirette proprio ai genitori, come le attività per il riconoscimento delle erbe o incontri per conoscere gli animali che vivono in zona, come insetti o serpenti e sfatare timori e paure e imparare a rispettarli; iniziative legate al benessere, in base anche alle competenze che possono esprimere gli stessi genitori con incontri di yoga, naturopatia ecc. Iniziative condotte sempre con altissima competenza e semplicità perché vale per gli adulti quello che vale per i bambini: l’apprendimento deve esserci, deve essere vissuto, deve essere realizzato adeguatamente e alla fine deve essere interessante e utilizzabile.

Parte II – Il coraggio di imparare secondo natura

Parte III – Dall’esperienza alla competenza costruendo comunità