«Io sono fedele al precetto di Voltaire: dico al mio avversario – io combatto la tua fede, che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi sino al prezzo della mia vita perché tu possa sempre esprimere liberamente il tuo pensiero. Ecco qual è la mia posizione. Io non sono credente, ma rispetto la fede dei credenti; io, ad esempio, sono socialista, ma rispetto la fede politica degli altri, la discuto, posso discuterla; discuto con loro, polemizzo con loro, ma loro sono padroni di esprimere liberamente il loro pensiero. Cioè, io sono democratico in questo senso. Ciò vale anche per la fede politica dei fascisti? No. Questa la combatto con un altro animo. Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica. Il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche; il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche; non si può parlare di fede politica parlando del fascismo, perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui. Chi non era fascista era oppresso e quindi non si può parlare di vera fede politica quando opprime le idee altrui. Io combatto, ma combatto sul terreno democratico». Così l’ex presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, il presidente più amato, nella celebre intervista della quale è possibile trovare il video tra le risorse online.
Sono, o dovrebbero essere, come parole scolpite nella roccia: fissano un ineludibile criterio di sensibilità democratica, di definizione del terreno della dialettica democratica, di impostazione delle regole del gioco stesse della democrazia; e, al tempo stesso, risaltano, nel panorama del presente, per la loro straordinaria forza e attualità. Organizzazioni e soggetti di destra radicale, estrema, di ispirazione o di orientamento fascista o neofascista, si diffondono, e talvolta giungono a posizioni apicali o incarichi di potere, in diversi punti della “vecchia” Europa; formazioni e ideologie, ma anche pratiche e comportamenti, che riecheggiano forme e modi del fascismo e del neofascismo, o che, direttamente o indirettamente, ammiccano o si richiamano al fascismo, sono presenti, non solo in Europa ma anche altrove.
La questione non è dunque né “storica” né “secondaria” se è vero che, ad esempio, assai recentemente, lo scorso 3 novembre 2023 la III Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha esaminato la bozza di risoluzione intitolata “Combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e l’intolleranza a essi legata” (doc. A/C.3/78/L.7). Il testo della risoluzione condanna tutte le manifestazioni e le espressioni di glorificazione e di promozione del nazismo; esprime allarme per l’uso di internet e dei social media da parte di gruppi estremisti per reclutare nuovi membri o per diffondere messaggi di odio e di discriminazione; condanna inoltre qualsiasi negazione della Shoah, nonché qualsiasi manifestazione di violenza contro persone sulla base della religione o dell’etnia.
Ricorda infatti il testo della risoluzione che «il neonazismo non è solo la glorificazione di un movimento del passato, ma un fenomeno contemporaneo legato a un solido interesse nella promozione della disuguaglianza razziale e connesso a un forte investimento volto a ottenere un ampio sostegno per le sue false affermazioni di superiorità razziale». Ed esprime, al tempo stesso, allarme per «la diffusione in molte parti del mondo di partiti politici estremisti, movimenti, ideologie e gruppi di carattere razzista o xenofobo, compresi i neonazisti e i gruppi skinhead, e per il fatto che tale tendenza ha portato all’attuazione di misure e politiche discriminatorie a livello locale o nazionale».
La risoluzione è stata alla fine approvata in sede di Nazioni Unite con 112 favorevoli, 14 astensioni e 50 contrari, dove i Paesi contrari a “combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e l’intolleranza a essi legata” sono i Paesi della c.d. comunità occidentale, l’asse euro-atlantico e i suoi (non numerosissimi) alleati, vale a dire, a titolo di esempio, Stati Uniti, Canada, Ucraina, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Spagna. È una posizione di voto che rappresenta al tempo stesso un allarme e una conferma dell’antico adagio secondo cui il fascismo (l’abbandono del terreno democratico e l’esercizio della violenza aperta) è strumento del capitale per il mantenimento del proprio potere o, per dirla con Gramsci, «rappresentante, oltre che pratico (per l’Italia), anche ideologico, per l’Europa», della «guerra di posizione» con cui le élites borghesi intendevano (intendono) contrastare il marxismo nelle sue varie forme.
E ciò nuovamente ci riporta all’attualità e, contemporaneamente, all’altro capo del mondo, al Venezuela Bolivariano, dove, a partire dallo scorso 13 agosto, l’Assemblea Nazionale (Parlamento venezuelano) ha lanciato una consultazione pubblica sulla legge contro il fascismo, il neofascismo ed espressioni similari, attualmente in discussione in Parlamento, con lo scopo di contrastare il fascismo e il cyberfascismo e di definire le modalità di costituzione di una Commissione nazionale contro la diffusione di messaggi e pratiche di fascismo, odio e violenza. Il progetto di legge, in questo senso, è chiaro ed esemplare. Definisce (art. 4) il fascismo come “postura ideologica o espressione pubblica basata sull’idea della superiorità razziale o di origine etnica, nazionale o sociale, che assume la violenza come metodo di azione politica, denigra la democrazia, le sue istituzioni e i suoi valori, e promuove la soppressione dei diritti e delle tutele riconosciuti nella Costituzione a favore di determinati settori della società, su base discriminatoria”; e il neofascismo come “qualsiasi postura ideologica o espressione pubblica, indipendentemente dalla sua denominazione, che riproduca, in tutto o in parte, i fondamenti, i principi, i propositi, i metodi e i tratti propri del fascismo”.
La legge ha l’obiettivo di attrezzare strumenti di difesa democratica contro il fascismo e contro la diffusione di culture e messaggi di odio, anche con misure di contrasto a messaggi di fascismo e violenza attraverso i media, e istituisce una Alta Commissione contro fascismo, neofascismo ed espressioni similari, come organo collegiale incaricato di avanzare consulenze e formulare raccomandazioni in merito alla definizione di politiche pubbliche e a misure specifiche di prevenzione e di contrasto. La consultazione è solo all’inizio, ma già si vede rappresenterà un terreno importante, promettente, di elaborazione e discussione antifascista a livello di massa. Un messaggio anche per l’Europa, e per noi.
Riferimenti:
Sandro Pertini: “Il fascismo non può essere considerato una fede politica”, al link: https://youtu.be/TtgE2xigGiw
Risoluzione “Combattere la glorificazione del nazismo, del neonazismo e di altre pratiche che contribuiscono ad alimentare le forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza” (A/C.3/78/L.7): https://daccess-ods.un.org/access.nsf/Get?OpenAgent&DS=A/C.3/78/L.7&Lang=E
Asamblea Nacional de Venezuela aprueba consulta pública sobre Ley contra el Fascismo, Neofascismo y Expresiones similares, TeleSurTV.net, 13 agosto 2024: www.telesurtv.net/asamblea-nacional-de-venezuela-inicia-sesion-ordinaria-sobre-aprobacion-del-proyecto-de-ley-contra-el-fascismo