Cisgiordania e Gerusalemme est

A Holon, a sud di Tel Aviv, un palestinese ha accoltellato un gruppo di poliziotti israeliani in attesa di pullman alla fermata degli autobus e ha ferito 4 persone, due delle quali sono decedute in ospedale.
L’attentatore è stato ucciso dall’intervento di un soldato in congedo.
La casa dei genitori dell’attentatore a Salfit, in Cisgiordania, è stata immediatamente demolita, come atto di vendetta.

La situazione in tutta la Cisgiordania è esplosiva.
Rastrellamenti e incursioni dei coloni stanno accrescendo la resistenza agli occupanti e di conseguenza l’aumento della repressione delle truppe, in un crescendo esponenziale.
Una lotta impari, ma la determinazione alla libertà e indipendenza dei palestinesi non ha pari.

Due giorni fa, migliaia di manifestanti hanno risposto all’appello di Al-Fatah e sono scesi in piazza pacificamente, in tutti i centri della Cisgiordania e Gerusalemme est oltre alla diaspora, per dire no all’occupazione israeliana.

La risposta israeliana è sempre di inasprire l’oppressione militare.
Nel nord della Cisgiordania, e in particolar modo nella valle del fiume Giordano, è stata rafforzata la presenza militare israeliana con nuove brigate, per far fronte all’aumento delle azioni di resistenza.

Libano

Sono in corso i preparativi della guerra.
Ammassamenti di truppe israeliane nel nord, con incursioni aeree incessanti.

Dal fronte di Hezbollah è raddoppiato il lancio di missili che hanno allargato la cerchia degli obiettivi per raggiungere colonie e basi militari nel nord di Israele e non più quelle all’interno di territori libanesi e o siriani occupati.
Un cambio leggero ma significativo delle regole di ingaggio.

La guerra è in arrivo senza dubbio e minaccia di causare danni enormi alle infrastrutture del paese, ma la volontà dei libanesi di giustizia non accenna a diminuire.

Ieri, 4 agosto, si è tenuta la cerimonia al porto di Beirut con la partecipazione di migliaia di persone, di tutte le etnie e confessioni, per rivendicare verità e giustizia su quel che era successo al porto quattro anni fa.
L’esplosione di un deposito di nitrati di ammonio aveva causato la morte di 218 persone e il ferimento di altre migliaia e la distruzione di interi quartieri.
7000 appartamenti distrutti e 300 mila persone sfollate.
A quattro anni di distanza, l’inchiesta giudiziaria è ferma per l’arroganza dei politici che non intendono sottoporsi alle domande dei giudici.