Esercito contro civili
È questa la guerra di Israele in Cisgiordania. Rastrellamenti, bombardamenti e ordini di deportazione. Città assediate da giorni senza la possibilità di movimento per la popolazione. Le politiche dell’esercito israeliano in Cisgiordania sono sintetizzate nelle dichiarazioni del Ministro degli Esteri Katz: “La Cisgiordania deve diventare come Gaza. Bisogna ordinare alla popolazione di sfollare”. In effetti, ieri l’esercito israeliano ha ordinato con messaggi sms e annunci dai megafoni ai 10 mila abitanti del campo profughi di Nour Shams di andarsene entro quattro ore. Ha installato posti di blocco per il controllo dei documenti degli sfollati. Un’azione punitiva, come ai tempi delle vendette naziste contro la popolazione civile, nella seconda guerra mondiale.
Il governo israeliano nega che ci sia un ordine obbligatorio di evacuazione, ma solo un consiglio alla popolazione per non rischiare la vita. In ebraico si chiama Hasbarà, cioè come dribblare le notizie scomode con una valanga di spiegazioni fuori contesto e devianti.
Il campo profughi Nour Shams, nei pressi di Tulkarem, è tuttora assediato. L’esercito ha interrotto le forniture elettriche e idriche e bloccato la telefonia fissa e cellulare.
Ipocritamente l’UE condanna a parole queste dichiarazioni e minacce, ma non fa nulla per impedirle. Il rappresentante europeo per la politica estera ha dichiarato che “queste parole di Katz minacciano ogni possibile composizione pacifica futura della questione mediorientale”.
No, signor Borrell, queste parole sono una dichiarazione di guerra contro la popolazione civile palestinese e un incitamento alla deportazione di massa, un crimine di guerra.
Esportazioni di armi
Amnesty International ha contestato l’annuncio del governo danese, secondo cui non avrebbe ammesso ai tribunali di condizionare la politica estera del Paese in materia di esportazioni di armi. Quattro organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato il governo di fronte alla magistratura per le esportazioni verso Israele di pezzi di ricambio dei caccia F-35. Lo scorso 16 agosto, il Ministro degli Esteri danese Rasmussen ha dichiarato che il governo non avrebbe permesso che i tribunali interferissero nella politica estera.
Secondo Amnesty International, le leggi danesi vietano le esportazioni di armi ai Paesi in guerra. “Gaza non può aspettare. Le esportazioni danesi di armi verso Israele sono complici del genocidio. In un Paese democratico, la separazione dei poteri è fondamentale per difendere la libertà”, ha dichiarato un’esponente di AI.
Solidarietà internazionale
La Namibia ha vietato a una nave di attraccare nei porti del Paese perché “trasporta armi dirette in Israele”. Il divieto di approdo nel porto della città di Walvisbaai riguarda una nave cargo che, secondo un’indagine della polizia, trasporterebbe «materiale esplosivo destinato a Israele».
A chiedere alle autorità competenti il divieto di approdo era stata la Ministra della Giustizia Yvonne Dausab, che ritiene la decisione un modo per rispettare gli obblighi internazionali della Namibia e per dimostrare sostegno al popolo palestinese. La Namibia è tra i Paesi che hanno appoggiato la decisione del Sudafrica di intentare una causa per genocidio contro Israele per la guerra contro la popolazione di Gaza ed è anche uno dei Paesi firmatari della convenzione sul genocidio, un trattato internazionale approvato dall’Assemblea generale dell’ONU nel 1948.
La nave si chiama Kathrin, era partita dal Vietnam ed era diretta verso il Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra.