Il modo in cui una società tratta le minoranza che la costituiscono, dimostra le sue capacità di rispetto, d’integrazione e di dignità.
L’esclusione di un solo essere umano dal gruppo dimostra il fallimento della società.
Le carceri, nonché i CPR, sono l’espressione materiale di questo fallimento.

La settimana scorsa è stata depositata una denuncia contro il Ministro della Giustizia, contro il capo del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) e contro tutti/e i direttori e le direttrici delle carceri italiane.
La denuncia è una iniziativa di singoli cittadini e cittadine.
E’ stata trasmessa contemporaneamente a tre tribunali (alla Procura generale della Repubblica, alla Corta europea dei diritti umani, CEDU, e alla Corte internazionale dell’AIA).
La denuncia porta la firma dei 10 primi firmatari, ma l’adesione a questa iniziativa è ben più larga e le firme stanno arrivando ancora ogni giorno.

Firme che esprimono l’indignazione delle persone sul trattamento vergognoso e disumano che il sistema giudiziario infligge a chi è preso nelle sue maglie.
La finalità delle carceri secondo il “discorso legislativo”, per chi ci crede, sarebbe di offrire un luogo di formazione e reintegrazione degli individui che non hanno rispettato certe norme sociali o politiche. Nei fatti è un sistema di vendetta.
Una vendetta che colpisce le fasce più deboli della società, il più spesso quelle escluse, ben prima di finire in carcere, da una vita sociale degna, escluse dalla scuola, dal lavoro, da un reddito di dignità, dal diritto ad una casa…tutto ciò produce poi atti di rivolta o di disperazione. Se la giustizia non fosse una giustizia di classe, vendicativa, le carceri sarebbero quasi vuote.

Questo sistema giudiziario e queste detenzioni in condizioni di vita intollerabili non fanno che accendere il sentimento di esclusione delle persone, vittime del sistema o ribelli. Un cerchio vizioso dal quale non si esce.

Da qualche settimana, la stampa mainstream e i telegiornali del paese annunciano ogni giorno almeno un suicidio o altre morti in carcere o rivolte.
Persino alcune guardie si sono suicidate ultimamente.
La situazione è tale che non possono tenerla sotto silenzio, però nessun telegiornale cita la denuncia che è stata depositata, neppure i giornali che abbiamo contattato, purtroppo.

É così difficile ammettere che una parte della società civile si é alzata per gridare BASTA ? Oppure il diritto alla conoscenza e all’informazione è in via di sparizione anche da noi?
Quando realizzeremo che le carceri non possono essere la discarica, l’immondezzaio della società.
Perché se si mantiene questo immondezzaio, come lo vuole il sistema giudiziario, è la società tutta intera che marcisce nell’annientamento dei valori e dei diritti umani fondamentali, come già sta succedendo nelle guerre e nei genocidi in atto in varie parti del mondo.
Le carceri oggi sono il cancro che dall’interno minerà tutta la società.
La società civile non lo vuole più accettare in silenzio, e con questa denuncia intende dirlo con voce alta.

Chi vuole aggiungere la sua firma a questa denuncia le può fare cliccando su questo link:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc8hMOuwop3ibTo3ahUj-qPW1CcgblhqeajmSjZjZgnu6519Q/viewform