Situazione umanitaria
L’OMS ha comunicato che la campagna di vaccinazione inizierà domenica e durerà tre giorni, durante i quali ci sarà un cessate il fuoco temporaneo e limitato territorialmente. Sono arrivate a Gaza un milione e 200 mila dosi di vaccino anti polio. Non c’è una conferma ufficiale da parte israeliana, ma solo dichiarazioni alla stampa. Hamas ha approvato e il Ministero della Sanità palestinese da Ramallah comunica che non c’è ancora una conferma ufficiale della tregua umanitaria.
Secondo il rappresentante dell’OMS nei territori palestinesi occupati, la vaccinazione inizierà nel centro di Gaza, continuerà per altri tre giorni nel sud e infine altri tre giorni nel nord della Striscia. La tregua sarà limitata a certi orari, dalle 06:00 del mattino alle 15:00 del pomeriggio, durante i quali si svolgeranno le vaccinazioni. Un impianto complesso che preoccupa non poco le agenzie ONU per il pericolo che affronta il personale internazionale. Le operazioni di vaccinazione saranno svolte in coordinamento con l’esercito israeliano per evitare bombardamenti ai centri di vaccinazione. Lo stesso vice-rappresentante di Washington al Consiglio di Sicurezza ha espresso la sua preoccupazione per la diffusione del virus della poliomielite a Gaza, dopo 25 anni di assenza dalla malattia nella Striscia, e ha sottolineato la necessità di protezione dei quadri internazionali impegnati nelle operazioni di soccorso umanitario.
Soltanto dopo l’unanimità al Consiglio di Sicurezza dell’ONU su questo aspetto umanitario, il governo Netanyahu ha accettato di adeguarsi, anche se ha dettato regole rigide che l’ONU ha dovuto accettare per potere operare in favore dei bambini di Gaza. Sono già in corso le trattative con l’esercito per la prossima tregua tra un mese per la seconda dose di richiamo.
Infanzia negata
“Ridateci la nostra infanzia!”. È il grido di un gruppo di ragazzi e bambini palestinesi di Gaza, lanciato dai microfoni di un’emittente televisiva araba. Un ragazzo di 11 anni ha spiegato: “Non abbiamo una casa, niente scuola e nessun gioco, continui sfollamenti e perdurante fame, per ottenere un piatto di riso e lenticchie facciamo ore di file e per un bidone di acqua camminiamo per chilometri. E dobbiamo essere contenti perché siamo ancora in vita. Quanti bambini come noi sono morti sotto le bombe o rimasti intrappolati sotto le macerie? Questa non è vita”.
La sorella di Abdul-Rahman, il bambino di 10 mesi affetto da poliomielite, ha gridato il suo dolore: “La nostra vita è stata messa sotto sopra. Viviamo sotto una tenda e senza papà. Non sappiamo se oggi avremo un pasto. Nostro fratello ha bisogno di cure che non ci sono, è con noi nella tenda, in una culla appoggiata a terra”.
Un’altra vicenda drammatica riguarda una bambina di 4 anni, Rahaf; l’ha raccontata con un video sul proprio account social il giornalista Attia Darwish. La didascalia dice: “Non sta dormendo… è morta di spavento”. Le bombe israeliane a Nuseirat sono cadute sulla casa vicina e hanno provocato suoni forti e tremori delle pareti di casa. Lo spavento e la paura hanno bloccato i battiti del piccolo cuore di Rahaf. (Vedi).
Cultura e solidarietà
300 artisti del settore cinematografico hanno firmato un appello di solidarietà con il popolo palestinese e di critica all’ammissione al Festival di Venezia di opere prodotte da società legate al sistema di propaganda governativa di Tel Aviv, il cui esercito sta compiendo un genocidio a Gaza e azioni di apartheid e pulizia etnica in Cisgiordania.
Anche sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia 2024 si è manifestato in difesa del popolo palestinese. L’attrice Laura Morante e il suo collega Lino Musella lo hanno fatto in occasione della presentazione del film Nonostante (in cui recitano) di Valerio Mastandrea, film che ha aperto la sezione Orizzonti di Venezia 81. L’attrice italiana ha mostrato un ventaglio con la scritta: ‘Stop the Gaza Genocide’. Il suo collega invece indossava una maglietta con la bandiera palestinese e la scritta: “Free Palestine”.