I dati di Openpolis e di Con i Bambini hanno evidenziato come la vacanza per molte famiglie sia ancora una chimera in Italia: nel 2022 il 35,9% dei nuclei ha dichiarato di non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa, in presenza di uno o due figli minori, la quota si attesta poi attorno al 30% e con almeno 3 figli sale fino al 45,7%.

E ciò al netto di una sottostima di queste cifre, che va tenuta sempre presente quando si parla di questo tipo di dati sulla deprivazione. Una cautela che la letteratura internazionale ha spesso rimarcato.

Questo significa che ampie fette della popolazione, tra cui molti bambini e ragazzi, devono rinunciare a esperienze importanti, di svago ma anche formative: https://www.pressenza.com/it/2023/08/tutti-al-mare-no-non-proprio-tutti/.

A confermare che la povertà in vacanza è sempre più estesa in tutta Europa sono ora anche i dati della Confederazione europea dei sindacati. Il numero di lavoratori che non possono permettersi una settimana di ferie è aumentato di oltre due milioni, secondo un’analisi dei dati UE effettuata dalla CES.

Si stima che nel 2022, 39,7 milioni di lavoratori (15%) non potessero permettersi una settimana di ferie lontano da casa, né nel proprio paese né all’estero, rispetto ai 37,6 milioni (14%) del 2021.

Il maggiore aumento della povertà in vacanza si è verificato in Francia, dove quasi un milione di lavoratori in più sono stati costretti a rimanere a casa.

Le maggiori variazioni in punti percentuali si sono verificate invece in Irlanda (+3,8%).

L’Italia ha ancora il numero più alto di lavoratori che non possono permettersi una pausa (6.074.387), nonostante vi sia stato un calo. E le cifre per il 2023 potrebbero essere ancora peggiori a seguito di un aumento record del costo delle vacanze durante la scorsa estate, combinato con il calo dei salari reali in tutta l’UE a causa dell’inflazione.

Si tratta di dati che evidenziano la necessità per l’UE e gli stati membri di garantire che tutti i lavoratori beneficino della contrattazione collettiva, poichè la contrattazione collettiva non solo garantisce una retribuzione più equa, ma i lavoratori che ne sono coperti godono anche fino a due settimane di ferie in più ogni anno.

Stiamo parlando di almeno tre milioni di lavoratori che sono stati privati dei benefici della contrattazione collettiva dal 2000, a causa in parte delle politiche di austerità, con i maggiori cali nei Paesi che hanno i più alti livelli di povertà durante le vacanze.

Le statistiche più recenti suggeriscono un aumento della copertura, ma c’è ancora molto lavoro da fare. I leader dell’UE hanno adottato per esempio la direttiva sul salario minimo che richiede a tutti gli stati membri di promuovere la contrattazione collettiva e di garantire che almeno l’80% dei lavoratori sia coperto da contratti collettivi.

Tuttavia, un nuovo rapporto di Eurofound ha affermato che “azioni concrete per promuovere la copertura della contrattazione collettiva sono state rilevate solo in un piccolo numero di paesi“. La CES sottolinea come la scadenza per recepire la direttiva sul salario minimo nella legislazione nazionale sia il 15 novembre 2024.

Dopo aver lavorato duramente tutto l’anno, ha dichiarato la segretaria generale della CES Esther Lynch nel commentare questi dati, i lavoratori dovrebbero potersi permettere una vacanza. Una vacanza non è un lusso, avere del tempo libero con la famiglia è fondamentale per proteggere la salute fisica e mentale dei lavoratori, oltre a fornire esperienze preziose ai bambini.

L’aumento del numero di famiglie della classe operaia che potevano permettersi una vacanza è stato uno dei grandi progressi sociali dell’Europa del XX secolo. Ha migliorato la salute e il benessere di milioni di persone e ha contribuito a un senso di progresso e ottimismo. Queste cifre mostrano come il progresso sociale si stia invertendo a causa dell’aumento della disuguaglianza economica.

Mentre i ricchi CEO che hanno causato l’inflazione guidata dal profitto si crogiolavano al sole nei resort di lusso al culmine della crisi del costo della vita, una sola settimana di vacanza era al di là delle possibilità di quaranta milioni di persone laboriose e delle loro famiglie che lottavano solo per mettere il cibo in tavola.

Non sorprende vedere una rabbia crescente nelle nostre società in questo contesto. Troppe persone non vedono più i benefici della potente economia europea nella loro vita quotidiana. Abbiamo urgente bisogno di aumentare i livelli di lavoratori coperti da accordi di contrattazione collettiva. È il modo migliore per garantire che i lavoratori ricevano una giusta quota della ricchezza che creano e possano godersi qualcosa di basilare come una settimana di vacanza piuttosto che lottare per sopravvivere“.

Qui per approfondire i dati della CES: https://www.etuc.org/en/pressrelease/two-million-more-workers-cant-afford-holiday.