Chiudono altri 163 sportelli e così anche nel 2024 la desertificazione bancaria continua ad avanzare, confermando la tendenza delle banche a ritirarsi dai territori. Altri 14 comuni restano privi di sportelli e per quasi 4 milioni e mezzo di italiani la filiale rappresenta un miraggio. Aumenta anche il numero delle imprese che hanno sede in comuni desertificati. Si rafforza solo il private banking, ma le nuove  aperture sono state ricavate all’interno di filiali già esistenti. E’ quanto denuncia l’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 30 giugno 2024 da Banca d’Italia e Istat. Si tratta di un vero e proprio paradosso, se si considera che secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa su dati della Banca d’Italia, gli italiani nel 2023 hanno prelevato al bancomat  1 miliardo di euro al giorno. Nel 2022 il contante prelevato in totale si è attestato a 350 miliardi di euro, mentre nel 2023, dopo un anno, la cifra è salita a 360 miliardi, pari a 10 miliardi in più (+2%). Aumentano i prelievi, come in nessun Paese d’Europa, ma diminuiscono gli sportelli.

A livello statistico le chiusure registrate risultano 62, ma il dato è alterato dalle 101 aperture operate, in modo pressoché uniforme sul territorio nazionale, con l’eccezione di alcune zone del Sud, da Banca Private Cesare Ponti. Si tratta però di strutture ricavate all’interno di filiali già  esistenti del Gruppo Bper e che sono dedicate al private banking, secondo una tendenza che si va consolidando nel sistema bancario italiano. Confrontando i numeri con quelli dell’ultimo trimestre del 2023 si delinea un andamento non omogeneo tra le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono Molise (- 1,3%), Veneto (- 1,2%), Friuli Venezia Giulia e Lazio (- 1 %), Campania e Toscana (- 0,8%).

Per comprendere la reale portata del fenomeno, sottolineano dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 29,2% utilizza l’internet banking).”

I nuovi 14 comuni che sono rimasti privi di filiali sul loro territorio si vanno ad aggiungere ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015. Un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è rimasto in definitiva  privo di sportelli. Aumenta anche il numero delle persone che ha perso o rischia di perdere l’accesso ai servizi bancari: sono circa 10 milioni e 500mila. Di questi, oltre 4 milioni (4 milioni e 403mila, + 0,7% rispetto alla fine del 2023) vivono in comuni totalmente “desertificati”; più di 6 milioni (6 milioni e 73mila, + 0,7%) risiedono in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello. Nell’arco di un anno, da giugno 2023, l’aumento è di circa 204mila persone. Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 1.960 in più rispetto a dicembre (da 264.512 a 266.472).

L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. La graduatoria che emerge vede a giugno 2024 tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia e Pisa. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 24°, Roma 41°, Napoli 50°. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia.

A lanciare l’allarme per la desertificazione bancaria è anche l’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani): “Abbiamo denunciato da tempo, come UNCEM, che la chiusura delle banche incide sulla qualità dei servizi, della vita nei paesi. 700 mila persone, in Campania, vivono in Comuni sprovvisti del sportello. Le banche grandi chiudono e se ne vanno, sbattendo la porta in faccia ai Sindaci e alle comunità”, ha dichiarato di recente Vincenzo Luciano, Vicepresidente nazionale UNCEM e Presidente UNCEM Campania: https://uncem.it/desertificazione-bancaria-vincenzo-luciano-uncem-bcc-salvano-in-territori-impegno-di-tutti-necessario/

Qui per approfondire i dati dell’Osservatorio: https://www.firstcisl.it/osservatorio-desertificazione-bancaria/.