Pubblichiamo il comunicato Stampa dell’Associazione “Sa Domu de Totus” di Sassari sulla raccolta firme della Legge di iniziativa popolare “Pratobello 2024” contro la speculazione energetica in Sardegna.

Il solleone di un fine settimana di agosto e la discesa dei Candelieri medi, non preoccupano gli organizzatori della prima raccolta firme della legge di iniziativa popolare “Pratobello 2024” contro la speculazione energetica.

Ieri 9 agosto, il riscontro della cittadinanza è stato del resto tangibile e i consiglieri comunali Martina Marongiu, Antonello Sassu, Nicola Lucchi e Mariano Brianda hanno lavorato a pieno regime per accogliere le centinaia di persone accorse nel centro storico di Sassari, in via Frigaglia, dove ha sede l’associazione promotrice della raccolta: «noi di Sa Domo de Totus siamo solo uno strumento per quella che sta diventando una grande battaglia del popolo sardo» – sostiene Leandro Cossu, 24 anni, uno dei promotori della raccolta – «la nostra isola si trova di fronte a una vera e propria colonizzazione, sotto il pretesto della transizione energetica, che rischia di trasformare il territorio in una distesa di impianti industriali, a discapito dell’ambiente, degli interessi e della dignità del popolo sardo».

I dati in effetti parlano chiaro: le richieste di allaccio presentate a Terna S.p.A. per nuovi impianti energetici in Sardegna ammontano a 54,39 GW, una quantità di energia enormemente superiore al fabbisogno dell’isola.  La realizzazione dei circa 830 mega impianti industriali per cui è stata già inoltrata la richiesta di allaccio a Terna «costituirebbero una nuova sciagura coloniale per la Sardegna, andando a stratificarsi sulle precedenti colonizzazioni dell’isola, come per esempio il disboscamento ad opera delle ditte continentali, l’estrazione mineraria e l’utilizzo a fini bellici della nostra terra» – aggiunge Cristiano Sabino, docente di filosofia e autore di numerosi articoli sulla “decolonizzazione dell’ambientalismo”.

La legge di iniziativa popolare “Pratobello 2024”, presentata da una cordata di sindaci sardi e sostenuta da diversi comitati da anni impegnata per una transizione energetica giusta e democratica, ha come obiettivo principale «l’utilizzo dell’articolo 3 dello Statuto Sardo sulle competenze esclusive in materia urbanistica» chiarisce all’affollata assemblea Ninni Tedesco, giornalista e vice presidente dell’associazione -«inoltre la Corte Costituzionale ha più volte rilevato che la competenza del legislatore sardo comprende anche le funzioni relative ai beni culturali e ambientali, il che significa che noi possiamo legiferare per proteggere il territorio nel suo complesso dagli speculatori e non solo il paesaggio astrattamente inteso».

Gli attivisti dell’associazione turritana hanno anche raccolto un nutrito numero di adesioni per organizzare una raccolta firme capillare su tutto il territorio cittadino. Nei prossimi giorni saranno annunciati aggiornamenti sui banchetti itineranti per la raccolta firme e si rinnova l’appello a tutti i consiglieri comunali e agli avvocati a unirsi all’iniziativa, perché – chiosa Cossu – questa deve diventare una «nuova e generale Pratobello che, come nell’ormai lontano 1969, faccia prevalere gli interessi della nostra comunità su quelli di entità esterne e ostili».

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