Martedì 23 luglio a partire delle 18 si è tenuto un presidio per la libertà di stampa in piazza Castello, di fronte alla Prefettura.
Il presidio, promosso da Ordine dei Giornalisti, Associazione Stampa Subalpina, CGIL ed associazioni che si riconoscono nel progetto la Via Maestra, è stata la prima risposta di piazza al pestaggio subito sabato sera dal giornalista del La Stampa Andrea Joly mentre documentava la festa di CasaPound al circolo Asso di Bastoni di via Cellini; è durato un po’ meno di un’ora durante la quale sono intervenuti i rappresentanti delle organizzazioni partecipanti e delle istituzioni (Comune e Regione).
Al di fuori degli argomenti specifici, negli interventi si può riconoscere un filo rosso che in qualche modo ha definito la manifestazione.
- La condanna della violenza e delle derive fasciste, spingendosi a chiedere di far rispettare la nostra Costituzione e le leggi che impediscono l’operatività di organizzazioni politiche e sociali che si riconoscono nel fascismo, nello specifico l’operatività di CasaPuond;
- Il riconoscimento dell’importanza di un’informazione corretta e libera per la democrazia e del mantenimento delle condizioni che la consentono: più volte è stata citato il peggioramento nel 2024 della posizione dell’Italia nella classifica sulla libertà di stampa redatta da Reporters Sans Frontières (46° su 180)[1]
Lo stesso Andrea Joly, presente al presidio, ha fatto un breve intervento di ringraziamento per la solidarietà che la piazza gli ha dimostrato.
L’ultimo breve intervento del Coordinamento Torino per Gaza ha ricordato i 160 giornalisti uccisi a Gaza mentre documentavano il conflitto.
[1] https://rsf.org/en/country/italy