Rete Italiana Pace e Disarmo esprime vicinanza e solidarietà a Olga Karatch, la leader pacifista condannata dal Tribunale bielorusso di Brest a 12 anni di carcere e 600 mila rubli di multa (pari a circa 170 mila euro) per “tentato colpo di stato”.
Olga Karatch, che nel 2023 è stata insignita del Premio internazionale Alexander Langer, si batte per il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Bielorussia ed è figura di primo piano del movimento pacifista di quel Paese ed europeo. Nella sua condanna la Corte bielorussa ha utilizzato articoli del codice penale e della legislazione sul terrorismo per i quali è prevista anche la pena di morte. Attualmente Olga vive esule a Vilnius in Lituania, ma proprio in questo Paese, membro dell’Unione Europea, si stanno in questi mesi progressivamente eliminando le protezioni nei confronti dei cittadini bielorussi in fuga dal regime di Lukashenko e richiedenti asilo. In particolare ciò sta avvenendo attraverso il non rinnovo del permesso di soggiorno che comporta la perdita del lavoro regolare, del diritto alla casa, la decadenza dall’accesso alle cure sanitarie e al conto corrente bancario ed avvicina la minaccia di espulsione dal Paese e l’estradizione nel paese dittatoriale. Anche il marito di Olga, Oleg Borshevskij, attivista e giornalista, è stato colpito da queste disposizioni anti rifugiati del governo lituano, così come tanti giovani disertori, obiettori, dissidenti bielorussi in fuga dalle persecuzioni e approdati nel territorio dell’Unione Europea.
Ricordiamo che l’obiezione di coscienza rientra tra i diritti fondamentali della persona ritenuti tali dalla stessa Unione Europea, come conferma il Rapporto sull’obiezione di coscienza al servizio militare dell’Ufficio dell’Alto Commissario della Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Riteniamo che sia ormai urgentissima la richiesta di protezione per Olga Karatch e dell’asilo politico per tutti gli obiettori di coscienza, le cui richieste di accoglienza non trovano ancora risposta in Lituania e nei paesi dell’Unione. Chiediamo al nuovo Parlamento Europeo, a tutti i parlamentari eletti, e in particolare ai rappresentanti della delegazione italiana, di prendere immediate iniziative per rendere effettivo il riconoscimento come rifugiati politici e il conseguente diritto di asilo e protezione nei paesi UE per tutti gli obiettori di coscienza che rifiutano la mobilitazione militare e fuggono dai paesi coinvolti nel conflitto bellico.
La Rete Italiana Pace e Disarmo fa appello alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al governo italiano nella persona del Ministro degli Esteri Tajani, affinché intervengano sul governo della Lituania a tutela del diritto di asilo dei dissidenti bielorussi.
Non è accettabile che i cittadini minacciati dal regime di Lukashenko non siano protetti sul territorio dell’Unione Europea e sia tollerata e consentita la loro deportazione in Bielorussia, unico paese dell’area dove è ancora prevista e attuata la pena di morte.