«Essere precari stanca» è il titolo dell’evento che si svolgerà a Roma martedì prossimo, 9 luglio 2024, nella sala Matteotti di Palazzo Theodoli della Camera dei Deputati. Sarà, ancora una volta, il precariato in Poste Italiane il tema centrale dell’iniziativa promossa dal movimento Lottiamo Insieme con l’aiuto e il supporto dell’onorevole Aboubakar Soumahoro.
Lottiamo Insieme è un movimento sociale nato dal basso nella primavera del 2023, costituito da centinaia di lavoratrici e lavoratori precari di Poste Italiane provenienti da tutta Italia, riunitisi per protestare contro il largo (e cattivo) uso di contratti a tempo determinato in azienda.
Da oltre un anno, i partecipanti del movimento Lottiamo Insieme e l’onorevole Aboubakar Soumahoro, attraverso una lunga serie di incontri di dibattito e confronto avviati con i vari soggetti direttamente coinvolti, come le parti sociali, rappresentanti politici e associazioni di categoria, stanno cercando di accendere i riflettori sulle condizioni di disagio legate all’incertezza lavorativa in cui versano migliaia di precari, soprattutto giovani, alle dipendenze della più grande azienda del Paese e maggiore datore di lavoro in Italia, con circa 120 mila dipendenti.
La società è controllata dallo Stato, attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze che detiene una quota del 29,6% e di Cassa Depositi e Prestiti titolare del 35%. Tuttavia, nonostante la sua vocazione pubblica e l’evidente utilità sociale, nel corso degli anni ha sviluppato un modello di gestione del servizio postale incentrato sul lavoro povero e precario.
All’incontro interverranno i parlamentari Antonino Iaria e Andrea Casu, entrambi componenti della commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei Deputati. Racconteranno la loro battaglia per la stabilità lavorativa e la dignità i lavoratori precari di Poste Italiane. Analizzeranno gli aspetti giuridici correlati al ricorso al lavoro flessibile e alla stabilizzazione dei precari gli avvocati Rocco Bruno e Gerarda Pennella. Saranno presenti le rappresentanze sindacali di base, mentre di Cgil, Cisl e Uil – ancora – nessuna traccia.
È bene ricordare che Poste Italiane, dal 2017 e fino all’anno scorso, ha effettuato poco più di 12 mila assunzioni mediante stabilizzazione, che riguardano solo una minima parte dei circa 90 mila lavoratori precari che, nel medesimo arco temporale, hanno prestato servizio. E sempre dati alla mano, in media soltanto un precario su sette che recapitano lettere, raccomandate e pacchi anche nei paesini più sperduti del nostro territorio, ottiene l’ambito “posto fisso”. Eppure, il decreto 2023 ha modificato nuovamente la normativa, fermo restando la possibilità per le aziende di ricorrere ad assunzioni a termine senza dover fornire alcuna motivazione, consentendo di legalizzare il precariato in una Repubblica che dovrebbe essere… fondata sul lavoro!
Movimento Lottiamo Insieme
Carmine Pascale
Andrea Fasano
Mirko Lo Giudice