Si è svolto, dal 26 al 30 giugno, il Festival Palpitare di nessi nel centenario della nascita di Danilo Dolci. Diverse e molteplici le iniziative che prendono il via dal Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo con il Concerto per Violoncello Solo del maestro Giovanni Sollima per poi trasferirsi tutte a Trappeto in quello che fu il Borgo Di Dio, oggi rinominato Borgo Danilo Dolci in memoria del suo fondatore.
E di Dolci il festival ripercorre la vita e l’impegno, il pensiero e l’insegnamento, attraverso incontri, dibattiti, spettacoli teatrali, proiezioni di docufilm, laboratori, concerti.
Il passato qui si respira nelle costruzioni in parte inagibili e più volte vandalizzate e di cui oggi c’è il desiderio e la voglia di recupero e cura. Un sogno che si concretizza nell’impegno di Daniela Dolci, che dalla Svizzera, dove vive, ritorna a Trappeto con la sua proposta di raccolta fondi per la ristrutturazione (in parte già avviata) con una delle tre organizzazioni che del papà portano avanti pensiero e valori, la Borgo Danilo Dolci S.r.l.
Il passato si fa costruzione di presente in tutte le realtà che già operano a Trappeto e a Palermo e che qui, in questi cinque giorni, trovano spazio e voce.
C’è la voce di Alberto Castiglione che accompagna la proiezione dei documentari che di Danilo Dolci raccontano i primi vent’anni in Sicilia, la costruzione del Centro Educativo di Mirto, la marcia della pace; c’è quella delle altre due organizzazioni che, grazie ad Amico Dolci, di quell’esperienza hanno raccolto l’eredità: il Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci” che promuove lo sviluppo nonviolento della comunità attraverso partecipazione ed educazione e il CESIE ETS, centro studi e iniziative europeo che promuove l’innovazione, la partecipazione e la crescita in campo educativo con particolare attenzione ai migranti.
Così la voce qui si fa coro nel teatro civile di Moni Ovadia che nel suo Senza Confini – Ebrei e zingari, con Paolo Rocca e Nicu Neluto, ci offre un appassionato contributo contro ogni razzismo.
E teatro si continua a fare con l’Esito scenico del laboratorio con ragazze e ragazzi di Trappeto guidati da Totò Galati e le volontarie Viviana, Mirella, Cristina e Libera, presente a Trappeto con tutta la sua carica di figlia ed erede che di tale eredità non risparmia la condivisione.
Sabato pomeriggio il palco è tutto per chi con Dolci ha condiviso lotte e progetti nella voce di Orazio De Guilmi e nelle foto di repertorio. In un girotondo di allora si è riconosciuta una bambina che ora è qui, con i suoi capelli bianchi e la commozione che si moltiplica anche nei miei occhi.
Qui c’è un pezzo della mia storia e a distanza di tanti, troppi anni, la memoria si fa commozione per quella me maestrina con il maestro. In questo luogo la scuola faceva formazione. “Fiaba e burattini” il titolo e il tema di cui conservo le pratiche nelle carte ma ancor di più nello svolgimento del mio lavoro insieme al ricordo delle plenarie, dei gruppi di lavoro, della rappresentazione finale dove il tavolo grande, spostato in verticale con un guizzo creativo di Dolci, diventa sipario e palcoscenico. E ricordo la mia me di carta di giornale che racconta una storia intrecciata alle storie degli altri. La mensa comune, la cameretta con le cuccette di legno, danze e canti sotto le stelle. Corpi che si fanno prossimi negli abbracci e menti che prendono forma. Corso di formazione del 1989. È anche così che mi sono formata allora e ho preso quella forma, tridimensionale e reale che non riesce ad appiattirsi nella realtà virtuale nemmeno con un visore.
Ora qui ce lo ricordiamo insieme quel maestro, la sua testimonianza di vita passata attraverso le menti e il cuore delle persone.
Ce lo ricorda Mimmo Cuticchio in dialogo con il pubblico, ce lo ricordano bambini e bambine di oggi, con la loro coreografia maieutica, e le bambine di allora, oggi studentesse dell’Auser Libera Università popolare Danilo Dolci, con la loro Valigia di Ricordi, un prezioso libricino in cui raccontano il loro incontro con il maestro e con il suo Borgo.
Ce lo ricordano i passi di danza del giovanissimo gruppo di lavoro delle allieve di Marika Marino e ancora il teatro per grandi e piccini nel monologo Voce del verbo Alveare di Meri Bracalente, gli spettacoli teatrali È vietato digiunare in spiaggia di Franco Però con Renato Sarti e Domenico Pugliares, e La ricetta di Danilo di Barbe à Papa Teatro, di e con Totò Gaslati per la regia di Claudio Zappalà, Mare Nostrum di Giovanni Gentile con Barbara Grilli, del Collettivo Teatro Prisma, e Digiunando davanti al mare con Giuseppe Semeraro del Principio Attivo Teatro, per la drammaturgia di Francesco Nicolini e la regia di Fabrizio Saccomanno.
Nello spirito del suo fondatore il Borgo rivive la sua dimensione di spazio laboratoriale attraverso il workshop Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari a cura della compagnia Senzatomica, la Caccia ai rifiuti proposta dall’Associazione SOS Metal Detector Nazionale Oggetti Smarriti e FIDES con le strumentazioni fornite da GEOTEK CENTER, la sessione di danza meditativa Mano nella mano danziamo la pace a cura di Alessandra Delizia.
Passato, presente e futuro in concerto, come quello dei BAsSound che con dieci diversi strumenti ci fanno fare un viaggio sonoro nel tempo della musica e dei suoi diversi linguaggi.
Qui, col nostro passato, nel nostro presente, ci ritroviamo e… Inventiamo il futuro: azioni e iniziative nel segno di Dolci, nel talk a cura delle già citate organizzazioni che hanno organizzato il Festival.
E da qui si continua, si riparte, si ricostruisce.