Ci sono storie che non trovano spazio nei media mainstream e giustizia nella vita e nei tribunali, come quella di Lisa, 17 anni, deceduta 44 mesi fa al Bambin Gesù per un trapianto di midollo,  un trattamento probabilmente non necessario!

Le carte ancora non sono definitive e chiare, ma si sa che Lisa è entrata con le sue gambe per accertamenti legati alla comparsa di un livido alla coscia ben 3 anni e 10 mesi fa, e non è più uscita viva.

I genitori Margherita e Maurizio Federico da allora non si danno pace e chiedono giustizia. Non che questo li possa aiutare a riavere la figlia né ad attenuare il dolore, che ho visto impresso nello sguardo di ogni genitore che perde un figlio prima del tempo e quindi innaturale qualunque sia la causa!

Da medico, mi è capitato di dover comunicare la morte di un figlio/ figlia a un genitore, magari dopo ben oltre l’ora  di rianimazione cardiopolmonare prevista per legge, ma la legge della vita, quella che vede normalmente un genitore morire prima del figlio, ti continua a sussurrare: “Non è giusto, continua ancora e ancora, fino allo sfinimento degli Operatori Sanitari e fin quasi al vilipendio di cadavere!”  Sono parole forti,  lo so, specie se dette da un medico, ma sono anche patrimonio di chi ha fatto la scelta di agire sempre secondo scienza e coscienza, nel rispetto del giuramento d’Ippocrate, per noi vincolante.

A maggior ragione spero si faccia chiarezza su questa vicenda e che non cada tutto nell’oblio, solo perché è coinvolto un ospedale religioso, dove sussiste il problema dell’extraterritorialità e quindi i magistrati e la legge italiana non hanno libertà d’azione. Così come spero che una volta accertati i fatti, i genitori di Lisa possano trovare quel poco di serenità che non li faccia sentire in colpa per aver portato la figlia in un ospedale considerato un’eccellenza!

I genitori di Lisa sono alla ricerca di verità e ogni 3 del mese da 44 mesi (quasi 4 anni ormai),  vanno a manifestare il proprio dolore e il proprio ricordo al Gianicolo, di fronte al Bambin Gesù, coinvolgendo amici, in maniera civile e rispettosa, per evitare che la storia di Lisa finisca nel dimenticatoio e si possa ripetere a causa di una procedura errata e non necessaria.

Questo mese ho scelto consapevolmente di partecipare al ricordo di Lisa e al dolore che questa straziante vicenda suscita!

Francesca Perri, già Dirigente Medico Emergentista