Si sono svolti a Mosca lo scorso 5 luglio colloqui diplomatici tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro ungherese Viktor Orbán, il primo leader occidentale a visitare la Russia dall’aprile 2022, nel quadro del semestre di presidenza ungherese dell’Unione europea. La questione chiave posta al centro del confronto è stata la crisi ucraina, vale a dire il conflitto russo-ucraino o, più precisamente, la guerra per procura degli Stati Uniti e della Nato contro la Russia in Ucraina, e la possibilità di una ripresa del dialogo. Come è stato sottolineato, anche in questo contesto diplomatico, lo stato delle relazioni tra la Federazione russa e l’Unione europea, proprio a causa della guerra in Ucraina e del pesante coinvolgimento dell’Ue in questa guerra, “è attualmente al punto più basso”. Orbán è arrivato a Mosca poco dopo la sua visita a Kiev il 2 luglio scorso, nella quale aveva proposto a Volodymir Zelensky un’ipotesi di cessate il fuoco, tuttavia respinta.

L’Ungheria ha assunto la presidenza di turno dell’Ue il 1° luglio scorso. In questa cornice diplomatica, Orbán ha espresso l’intenzione di rappresentare il continente europeo che è interessato alla pace, e la pace, secondo quanto ribadito in questa circostanza, non potrà che essere raggiunta attraverso colloqui con tutte le parti interessate, quindi anche con la Russia. D’altra parte, secondo quanto dichiarato dal premier ungherese, il numero di Paesi che non hanno abbandonato la via diplomatica e che sono in condizione di interloquire con entrambe le parti del conflitto si sta riducendo. L’Ungheria, secondo quanto da lui affermato, “diventerà presto, con ogni probabilità, l’unica nella Ue a parlare sia con la Russia sia con l’Ucraina”. È piuttosto significativo osservare che, dal febbraio 2022, solo un altro leader Ue, il cancelliere austriaco Karl Nehammer, si è recato in Russia (11 aprile 2022) per colloqui con Putin; Putin e Orbán si erano incontrati anche nell’ottobre scorso a Pechino, a margine del forum della Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta. Non è un caso che la Repubblica popolare cinese sia uno dei principali attori impegnati sul versante diplomatico nel conflitto in corso.

Nel colloquio è stato ribadito che la Russia rimane aperta a “discutere una soluzione politica” per l’Ucraina, laddove Kiev non sembra ancora “pronta a rinunciare all’idea di una guerra fino alla vittoria”. Secondo la parte russa, gli sponsor occidentali dell’Ucraina continuano a “usare questo Paese e il suo popolo come una testa d’ariete nel confronto con la Russia”, mentre, viceversa, sarebbe necessaria “una tregua o un cessate il fuoco, non una sorta di pausa” temporanea delle ostilità. La Russia si è dichiarata “a favore di una fine completa del conflitto”, pur avanzando, come condizione per un accordo, il ritiro completo delle truppe ucraine dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e dalle regioni di Zaporožije e Kherson. Come diversi analisti hanno osservato, una sostanziale smilitarizzazione dell’Ucraina e precise garanzie volte ad escludere l’adesione dell’Ucraina alla Nato sarebbero condizioni fondamentali ed essenziali per avviare un percorso negoziale.

Secondo le dichiarazioni di Putin, “non vi dovrebbe essere semplicemente una tregua o un cessate il fuoco temporaneo, né una sorta di pausa che Kiev potrebbe usare per riorganizzarsi e per riarmarsi. La Russia chiede una fine totale e definitiva del conflitto”. Quanto ai rapporti bilaterali, Russia e Ungheria continuano a collaborare sulla base dei principi di pragmatismo, reciproco vantaggio e mutuo beneficio, in una serie di settori, soprattutto in ambito energetico, ma anche in ambito medico e farmaceutico. L’Ungheria è attualmente uno dei pochissimi Paesi in Europa che mantiene contatti sia con la Russia sia con l’Ucraina; tuttavia è necessario ancora “fare molti passi per avvicinarsi alla fine della guerra”. Negli ultimi due anni, è diventato chiaro che un accordo non sarà raggiunto se non attraverso il dialogo, la politica e la diplomazia: “la pace non verrà da sola, bisognerà lavorarci”. In un altro passaggio significativo, a margine dei colloqui, è stato rimarcato che l’Ungheria non “presterà attenzione” alle critiche da parte della Ue per la visita. Dopo l’arrivo di Orbán a Mosca, infatti, diversi capi di stato e di governo europei (il presidente lituano Nausėda, la prima ministra lettone Siliņa e il primo ministro svedese Kristersson) hanno stigmatizzato la sua decisione di recarsi in Russia.

Dello stesso tenore le prese di posizione e le critiche da parte del complesso occidentale. La Commissione europea si è unita alle critiche sulla visita di Orbán in Russia e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che le iniziative di Orbán inviano un segnale sbagliato alla Russia. Non solo, in ambito comunitario si è innescato un vero e proprio cortocircuito diplomatico, con il presidente di turno dell’Unione europea, Viktor Orbán, dichiarare che l’iniziativa è parte integrante del semestre di presidenza, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dichiarare paradossalmente, al contrario, che “la presidenza di turno della Ue non ha il mandato di impegnarsi con la Russia per conto della Ue”. L’orientamento alla guerra della Ue è stato poi confermato nelle parole di Ursula von der Leyen, secondo la quale “l’appeasement con Putin non fermerà la guerra; servono unità e determinazione”. Mentre gli Stati Uniti e la Nato continuano a spingere per la prosecuzione delle ostilità e l’Unione europea ha approvato, nel giugno scorso, il quattordicesimo pacchetto di sanzioni, unilaterali e illegittime secondo la Carta delle Nazioni Unite, contro la Russia, appare sempre più chiaro che solo la via della distensione e della de-escalazione, solo la politica, e una chiara scelta per la diplomazia e il negoziato, potranno avvicinare la fine delle ostilità e il superamento del conflitto.

Riferimenti:

Brahim Maarad, Orban vola da Putin e scatena l’ira dell’Europa, AGI, 05 luglio 2024:

https://www.agi.it/estero/news/2024-07-05/orban-incontra-putin-tregua-guerra-ucraina-27030454

Putin, Orban discuss Ukraine, resumption of broad dialogue, TASS, 05 luglio 2024:

https://tass.com/politics/1813299

Cina: le sanzioni unilaterali illegali da parte di pochi Paesi portano gravi conseguenze al sistema di governance internazionale, China Radio International, CRI online, 8 settembre 2022:

https://italian.cri.cn/2022/09/08/ARTIfgyI6xndE1aGPZ3d5N4M220908.shtml