Nel mondo sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna e tra queste oltre 12 milioni sono minorenni, con una tendenza in aumento. Sono i dati di “Piccoli schiavi invisibili“, il rapporto di Save the Children, giunto alla XIV edizione e presentato in occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che è stata celebrata ieri 30 luglio. Il Report fornisce un quadro del fenomeno della tratta e dello sfruttamento a livello internazionale, europeo e nazionale. Dallo studio dei dati vengono evidenziate le tendenze e le evoluzioni del fenomeno nelle sue varie forme.

Le storie dei Piccoli Schiavi Invisibili sono spesso dai tratti comuni, ma allo stesso tempo uniche. Storie che raccontano di sogni rubati, di fiducia tradita, di assenza, di violenze subite, fino all’emersione e al riscatto. L’analisi svolta mostra che, tra i minori 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per: sfruttamento sessuale, 1,69 milioni; per sfruttamento lavorativo, 1,31 milioni, in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite; 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni. Il fenomeno dei matrimoni forzati geograficamente interessa maggiormente: l’Asia Orientale, con 14,2 milioni di persone coinvolte nel 2021 (più del 66% dei casi stimati); seguita a distanza dall’Africa con 3,2 milioni di persone coinvolte (il 14,5%); dall’Europa e Asia Centrale, con 2,3 milioni di persone (il 10,4%). Nel 73% dei casi i matrimoni forzati sono organizzati dai genitori delle vittime o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.

In Europa, in 5 anni, dal 2017 al 2021 sono state circa 29.000 le vittime di tratta per sfruttamento sessuale e lavorativo, registrate nel database del Counter Trafficking Data Collaborative. Nella maggior parte dei casi, le vittime di tratta sono persone adulte, ovvero l’84%, e di sesso femminile (66%), ma una percentuale significativa è composta da minorenni: si tratta del 16%. Tra le vittime più piccole di età, fino agli 11 anni, sono in egual misura bambini e bambine, mentre in tutte le altre fasce d’età la prevalenza di sesso femminile è netta: si nota un picco del 77% di ragazze nella fascia d’età fra i 15 e i 17 anni. Le vittime di tratta e sfruttamento sono spesso invisibili e se si tratta di minori, soli, indifesi, vessati da violenze fisiche o psicologiche, diventa ancora più difficile aiutarle nell’emersione. I bambini e le bambine vittime della tratta sono maggiormente soggetti a forme di abuso psicologico, fisico e sessuale rispetto alle vittime adulte. Dai dati di Piccoli Schiavi Invisibili si evidenzia in particolare che: il 69% dei minori subisce una forma di controllo psicologico, il 52% è minacciato e ingannato attraverso false promesse, mentre un 46% è soggetto a controllo fisico. Le forme di controllo esercitate dai trafficanti sui bambini e giovani creano una rete fittissima dalla quale è estremamente difficile liberarsi.

Il Rapporto considera anche il nostro Paese: in Italia dal 1° gennaio al 31 maggio 2024 il Numero Verde Nazionale in Aiuto alle Vittime di Tratta e/o Grave Sfruttamento ha svolto 1150 nuove valutazioni con potenziali vittime di tratta. I minorenni valutati in questi primi cinque mesi del 2024 sono stati 62, il 5,4% del totale, di cui il 62,7% di genere maschile e il 37,3% femminile. L’81,3% dei minori valutati è nella fascia 16-18 anni. Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria abbiano subito un forte calo, la nazionalità nigeriana ad avere il maggior numero di nuove valutazioni in Italia (25,2%), seguita da quella ivoriana (13,6%) e marocchina (11,2%). Durante la ricerca, Save the Children ha incontrato Precious, una ragazza nigeriana di 19 anni fuggita da un matrimonio forzato cui era destinata per ripagare un debito, violentata e chiusa in una stanza per molto tempo da un uomo molto più grande di lei. Appena le è stato proposto di andare in Europa per studiare, non ha potuto rifiutare, si è detta: “Non voglio sposare questo vecchio. Qualsiasi cosa mi faccia evitare di sposarlo e di rimanere in questo posto, in Nigeria, va bene“. Tramite una donna, conosce chi l’aiuta ad arrivare in Libia, dove però si ritrova in mezzo a tanti uomini e apprende l’amara verità di essere lì per essere forzata alla prostituzione. “Quella donna mi aveva mentito. Allora ho pianto. Ho detto che non potevo vivere questo tipo di vita. Ho lasciato la Nigeria per lo stesso motivo. Piangevo. Ho detto: “No, non posso restare in questo posto”.

Save the Children chiede a tutte le istituzioni competenti di potenziare l’impegno per contrastare la tratta degli esseri umani, con particolare attenzione nei confronti delle vittime minorenni. A questo proposito, risulta necessario procedere nella attuazione e nell’aggiornamento delle azioni previste dal Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani 2022-2025, nonché rafforzare l’impegno per approfondire i fenomeni emergenti sulla tratta dei minori, includendo nuove forme di tratta e/o sfruttamento come l’e-trafficking, lo sfruttamento all’interno delle case e in luoghi chiusi (indoor), il coinvolgimento in attività illecite, lo sfruttamento multiplo o quello negli insediamenti informali, anche al fine di aggiornare gli indicatori di tratta e sfruttamento minorile e individuare le zone territoriali maggiormente colpite dal fenomeno.

Qui per scaricare la pubblicazione: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/piccoli-schiavi-invisibili-2024.