L’8 luglio 2024, il Tribunale regionale di Brest ha annunciato il verdetto nel caso della difensore dei diritti umani Olga Karach, direttrice del Centro internazionale per le iniziative civili “Our House” (Nash Dom). Olga Karach è accusata di “cospirazione per la presa del potere con mezzi incostituzionali” (parte 1 dell’articolo 357 del Codice penale bielorusso); “promozione di attività estremiste” (parte 1 e parte 2 dell’articolo 361-4 del Codice penale bielorusso); “discredito della Repubblica di Belarus” (articolo 369-1 del Codice penale). Insieme a lei, Veranika Tsepkala, Yauhen Vilski, Anatoli Kotau e Vadzim Dzmitrenak hanno ricevuto 12 anni di carcere ciascuno e multe.
La decisione annunciata l’8 luglio dal Tribunale regionale di Brest crea una situazione estremamente preoccupante per la sicurezza di Olga Karach e della sua organizzazione Centro internazionale per le iniziative civili “La nostra casa” (Nash Dom), che sostiene i resistenti alla guerra e gli obiettori di coscienza in Bielorussia come parte del network #ObjectWarCampaign. Questa decisione del tribunale rafforza la minaccia alla sicurezza degli attivisti per la pace e dei difensori dei diritti umani in Bielorussia. Questa situazione preoccupante è stata evidenziata la scorsa settimana anche dalla Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia, durante il suo rapporto al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
Karach, attraverso la sua organizzazione “Our House”, svolge numerose attività in difesa dei diritti umani e del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare in Bielorussia. Sostiene inoltre i cittadini bielorussi fuggiti in altri Paesi per evitare il servizio militare in Bielorussia e le possibili attività militari a sostegno dell’illegale aggressione russa all’Ucraina. A causa di queste attività è stata oggetto di molteplici procedimenti giudiziari e persino del rischio di deportazione dalla Lituania, dove attualmente sta cercando protezione. Oltre alla decisione annunciata l’8 luglio, la donna è in attesa delle decisioni relative ad altri due casi in cui è imputata. Karach ha dichiarato di aspettarsi la pena di morte o 25 anni di carcere in uno di questi casi. Questo dimostra chiaramente i rischi a cui sono esposti i difensori dei diritti umani bielorussi.
Olga Karach viene minacciata, processata e punita per il suo lavoro di pace e questo è semplicemente inaccettabile! L’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza (EBCO), War Resisters’ International (WRI), International Fellowship of Reconciliation (IFOR) e Connection e.V. sono solidali con la difensore dei diritti umani Olga Karach e continueranno a seguire da vicino il suo caso.
Comunicato congiunto delle associazioni in difesa di Olga Karach