Nei giorni scorsi si è svolta presso il Tribunale del Lavoro di Asti la seconda udienza inerente la causa intentata da me  nei confronti del Ministero dell’Istruzione, avente ad oggetto l’accertamento del “mobbing” datoriale ed il risarcimento dei danni che ne sono conseguiti, alla salute, alla dignità e alla professionalità.

E’ noto che all’esito di una lunga vicenda, sono stato licenziato per aver rifiutato il suo definitivo trasferimento presso una scuola ove non avrei più potuto dar corso a “Bimbisvegli”: un atto di disobbedienza civile di cui mi sono assunto la responsabilità, per coerenza, per evitare che nella sua nuova destinazione i bambini si trovassero un maestro ormai prostrato, umiliato, isolato, e anche per rispetto nei confronti delle comunità educanti della scuola di Serravalle d’Asti (privata di fatto dell’approccio Bimbisvegli). Un epilogo comunque sopraggiunto dopo anni di personale esasperazione psicofisica, da me vissuta come un vero e proprio “mobbing”, durante i quali ho avvertito di rappresentare un soggetto da ostacolare ed isolare, per il solo fatto di aver dato corso ad una proposta educativa in cui credevo.

Il giudice ha con gran chiarezza proposto ad entrambe le parti l’eventualità di una transazione che, con un accordo conciliativo, evitasse una lunga e complessa causa per “mobbing e straining”, estremamente onerosa anche dal punto di vista economico.

Sia nella prima che nella seconda udienza, difeso dall’avvocato Dabbene, ho voluto esprimere la propria posizione conciliante e di non litigiosità, esprimendomi favorevolmente in merito ad una transazione: “Non ho più uno stipendio, sono stato demolito da un punto di vista professionale, non sto nemmeno bene di salute, perché, per coerenza e per tutela verso i piccoli e me stesso, mi son lasciato far fuori dall’insegnamento nella scuola pubblica, in cui continuo a credere”.

Una Scuola pubblica, gratuita, di eccellenza, aperta e formatrice di cittadini attivi solidali, critici e affidabili. Non son qui per fare guerra al Ministero. Sono qui a segnalare quello che mi è parso un comportamento di accanimento vessatorio, ma, ribadisco: credo nella scuola pubblica.
Per cui, si, sono dispostissimo a trovare un accordo conciliativo. Al punto che tra le proposte ho persino avanzato quella di rientrare dalla finestra. Se, come detto dalle Ispettrici Ministeriali, “non ho la mentalità da lavoratore dipendente” (verissimo n.d.a.), ho proposto di includere nella fatidica transazione una collaborazione, con una delle millemila branche del Ministero, come libero professionista, fornendo consulenze a tempo determinato, per contribuire a formare insegnanti preparati per la scuola aperta, come richiesto dalle delle Indicazioni Nazionali ministeriali e, perché no, trovare, con altri funzionari ministeriali o universitari, una veste scalabile per l’approccio Bimbisvegli, in modo da poterlo, in un futuro, rendere fruibile da altri insegnanti in altri contesti.

BEN diverso l’atteggiamento della controparte in giudizio.
Dal Ministero chiusura totale. Nessun genere di transazione è possibile o prospettabile. “Niet!”.
Proseguirà quindi la lunga ed onerosa causa che si spera, a questo punto, vedrà riconosciuti i danni alla salute e alla professionalità a me  causati all’ insegnante .

Sarà dura, ringrazio infinitamente il professore ed amico Giuseppe Paschetto per aver attivato un crowdfunding (https://gofund.me/cb5cfa03 ) per sostenermi nelle spese legali che via via dovrò sostenere e una raccolta firme  (https://chng.it/DSPKDPG9rz ) per rompere il muro di silenzio mediatico calato sulla vicenda da quando, insieme all’intera comunità educante di Bimbisvegli a Serravalle (genitori, abitanti della frazione, comitato scientifico), abbiamo iniziato a far notare che la nostra esperienza di scuola felice funzionale e pubblica era in serio pericolo.

Giampiero Monaca

 

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