Michele De Pascale è il candidato unico delle forze di centrosinistra alla successione di Stefano Bonaccini in Regione nelle elezioni di autunno. 39 anni al secondo mandato come sindaco di Ravenna, si autodefinisce “un ambientalista vero”.
Il Coordinamento per il Clima Fuori dal Fossile però fa notare: “l’ambientalismo vero di De Pascale parte con sponsor molto chiari, come la Snam e il ministro Gilberto Picchetto Fratin”.
Il 12 luglio infatti, pochi giorni dopo l’incoronazione come candidato alla regione, in occasione della visita del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ai cantieri dei rigassificatore a Punta Marina (RA), De Pascale si è presentato con grande entusiasmo, in compagnia dell’Amministratore Delegato di Snam Stefano Venier. De Pascale viene definito dai comitati l’uomo del gas, tanta è la sua vicinanza e comunanza di intenti con le multinazionali del fossile, favorevole alle trivellazioni in Adriatico, al rigassificatore, al metanodotto Linea Adriatica.
“La nave rigassificatrice BW Singapore si trova attualmente in cantiere a Dubai per gli adeguamenti necessari alla sua collocazione nelle coste antistanti Marina di Ravenna” si legge in un comunicato stampa della Snam. “Da febbraio 2024, inoltre, si sta lavorando allo smantellamento della piattaforma Petra, fase alla quale ha fatto seguito, da metà maggio, l’installazione delle strutture della nuova piattaforma di ormeggio (un’opera imponente lunga circa 440 metri e dal peso di oltre 14.000 tonnellate). I lavori per la diga foranea (circa 900 metri), attualmente in fase di gara, inizieranno ad agosto 2024 e termineranno a ottobre 2026”.
Una diga che causerà altro cemento nel mare e un impatto devastante sui fondali, che dovranno essere costantemente dragati, e che sono già messi a dura prova dal riscaldamento delle acque dell’Adriatico. A differenza dell’accoglienza trionfale data da De Pascale al rigassificatore, nel Tirreno nessuno vuole la nave Golar Tundra che ora staziona nel porto di Piombino, e dovrebbe starci secondo accordi fino al 2026 per poi migrare a Savona. Proprio in questi giorni la Regione Liguria ha però detto di no al trasferimento a Vado Ligure del rigassificatore, così si è espresso il presidente ad interim della Liguria, Alessandro Piana. A questo punto sta circolando l’ipotesi (già una volta accennata) che Ravenna prenderà anche il rigassificatore di Piombino diventando un maxi polo energetico, il più grande hub del gas nazionale.
“La cordata Pichetto-Venier-Descalzi-dePascale lavora senza sosta per moltiplicare i rigassificatori, costruire una sterminata rete di gasdotti, riempire di trivelle il mare -denuncia ancora il Coordinamento per il Clima Fuori dal Fossile- Ignorando che la filiera del gas liquefatto è devastante per i territori, per il mare, per l’aria, per il consumo di energia che comporta, per i costi elevatissimi e per la salute di cittadine e cittadini, e che la sterminata ragnatela di tubi con cui l’impero SNAM sta avvolgendo tutta Italia sarà del tutto sproporzionata al consumo reale di metano, che sta costantemente diminuendo; e che riempire di trivelle mari e pianure non farà che danneggiare ambiente e salute per ricavare una quantità di gas ridicola”.
Dietro la scelta di de Pascale come Presidente si palesa una ferrea continuità con la gestione Bonaccini, “in cui democrazia e partecipazione vengono sbandierate, ma poi vanno a sbattere contro un impianto decisionista e verticale” continua il Coordinamento. “Oltre alle nuove infrastrutture per il fossile continua il consumo di suolo spropositato, che vede l’Emilia Romagna ai primissimi posti in classifica, si continua a privilegiare il trasporto privato, si procede con la mattanza di alberi, si rilanciano gli inceneritori e nulla si fa per ridurre i rifiuti a monte e per contrastare il soffocante dominio delle plastiche”.
D’altronde, la Rete emergenza climatica e ambientale (Reca) aveva presentato in Regione quattro proposte di legge di iniziativa popolare, ma sono state ancora nei cassetti fino agli sgoccioli della legislatura, ed è molto probabile che nella prossima legislatura verranno affossate.
Non si sa ancora cosa farà Alleanza Verdi Sinistra, ma De Pascale si dice “ottimista” della loro alleanza. Dal suo account Facebook Silvia Zamboni, consigliera regionale di Europa Verde in Emilia-Romagna, ha spiegato qualche giorno fa che “ci sono trattative in corso” e che i Verdi chiedono una “soddisfacente discontinuità col recente passato in materia di legge urbanistica e consumo di suolo, Piano dei Trasporti (con rinuncia alla realizzazione, ad esempio, dell’autostrada Cispadana, da rimpiazzare con una strada a scorrimento veloce realizzata collegando spezzoni di strada già esistenti), e ricostruzione post alluvione in chiave di sostenibilità e adattamento al cambiamento climatico”. Ma per molte associazioni ambientaliste le promesse non bastano e avvisano che la guida di De Pascale non soddisfa i “requisiti minimi” lanciando un appello a formare una alternativa, un terzo polo “davvero” ambientalista. Alle prossime elezioni insomma, gli attivisti per la giustizia climatica, ambientale e sociale saranno dei giudici severi e i partiti dovrebbero tenere conto delle loro richieste e del malumore diffuso.