Egregio dott. Feltri, lei ha recentemente paragonato l’abbigliamento di Ilaria Salis a quello di una “cameriera di Catanzaro” divenendo oggetto di una valanga di critiche alle quali Lei ha risposto chiedendo scusa per l’accaduto. Io invece vorrei ringraziarla per avermi dato modo di riflettere positivamente su alcune questioni, sebbene il suo assist fosse del tutto involontario, essendo ovvio che le sue osservazioni sulla Salis avevano evidenti intensioni denigratorie.

Confesso di avere votato per Ilaria Salis col solo scopo di sottrarla alle grinfie della giustizia ingiusta dell’attuale governo ungherese, senza minimamente pretendere che mi dovesse rappresentare in un Parlamento europeo, così lontano dalle mie aspirazioni da non avere mai neppure immaginato che qualcuno mi potesse rappresentare.

Ora però, avendo preso sul serio le sue osservazioni, mi piace pensare che la Salis abbia volutamente deciso di entrare nel tempio delle istituzioni europee vestendosi in maniera da richiamare, anche se solo in modo simbolico e provocatorio, quel mondo degli esclusi e degli sfruttati che non hanno alcuna cittadinanza nei salotti buoni di questa nostra Europa meschina e guerrafondaia.

Viva dunque le cameriere di Catanzaro, così come le operaie di Busto Arsizio o le casalinghe di Voghera, o anche i braccianti, maschi neri e migranti, che vendono la loro vita nelle nostre campagne in cambio di una paga miserabile e con il rischio di morire abbandonati accanto al loro braccio spezzato. Viva tutti coloro che lottano per avere riconosciuti i loro diritti e viva coloro che si battono per uscire da una condizione di miseria e di minorità.

I vestiti eleganti e raffinati dei lecchini della corte del Re possiamo lasciarli volentieri a chi sa indossarli senza provare vergogna o rimorso. Noi siamo fatti così! Ci piace vestire con gli abiti comuni di chi aspira alla libertà e alla giustizia sociale e non sa che farsene del potere per sfruttare ed angustiare gli altri e i meno fortunati. E ci piace anche pensare che le cose non avvengano per caso e che la Salis sia semplicemente una di noi.

Egregio dott. Feltri, scusandomi per il disturbo le invio i miei più distinti saluti.
Antonio Minaldi