Ieri si è svolta un’iniziativa congiunta fra Sanitari per Gaza Roma e BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) Roma per lanciare la campagna di boicottaggio del colosso farmaceutico Teva, che ha il monopolio di alcuni farmaci generici nel mondo ed è un’industria israeliana potentissima.

Il presidio con conferenza stampa si è tenuto davanti a un luogo simbolo, il Policlinico Umberto I, un’eccellenza sanitaria pubblica universitaria italiana, non solo romana, per informare i cittadini sulla possibilità che il medico curante sostituisca i farmaci della Teva. Allo stesso tempo vogliamo sollecitare la “classe medica” e anche i farmacisti ad unirsi in questo nostro sforzo di boicottaggio della Teva, per fare un piccolo gesto di aiuto concreto e tangibile verso il popolo palestinese.

Visto che i guerrafondai del mondo in generale non comprendono il linguaggio umanitario, bisogna farglielo capire attraverso l’unico linguaggio che conoscono –  i soldi, il profitto – colpendoli dove fa più male: nelle tasche. Forse a quel punto sarà la stessa casa farmaceutica Teva a chiedere al governo di estrema destra israeliano di fermare il genocidio palestinese.

Francesca Perri, già dirigente medico di emergenza e militante per la difesa della sanità pubblica